La situazione concertistica del Bel Paese è spesso fioreria di grandi dibattiti, forti critiche e accese discussioni, a volte a torto altre volte a ragione, di una situazione come quella italiana non sempre idilliaca e con un certo numero di contraddizioni. Ma che succede se volgiamo il nostro sguardo al sud dell’Italia? Siamo sicuri che la situazione sia completamente nera o anche lì, lontano dalle luci di una Milano da bere o di una laida Bologna ci sono situazione positive per il Metal e il Punk?
I più attenti sapranno che ci sono realtà (tra le tante) come lo
Scumm di Pescara, il
Lizard Club di Caserta o l’
Officina Amaranta a Fano che sono delle roccaforti per determinate sonorità, ma quest’oggi volgiamo il nostro sguardo ancora più a Sud, in zone non molto famose per i concerti Metal/Punk, ma non per questo avare di soddisfazioni per gli habitué dell’underground.
Ne parliamo con uno dei ragazzi che lavora per
Interzone, live club situato in Calabria, che ci illustra una situazione sicuramente difficile, ma ricca di speranza e opportunità per quanto riguarda la florida scena underground nostrana.
La parola a
Francesco (
Ciccio per gli amici) per parlarci di questa realtà e più in generale per farci conoscere una scena non tra le più famose come quella calabrese.
1) Ciao
Francesco, intanto come domanda di riscaldamento ti chiedo di presentarti ai nostri lettori, magari citando le varie esperienze che hai nel settore e quali sono state le tue più grandi soddisfazioni fino ad ora.
Ciao a tutti, sono
Francesco e vivo a Reggio Calabria da sempre. Seguo da ormai 20 anni la situazione dei concerti della mia città. Le mie esperienze principali sono 2, la mia partecipazione a un collettivo musicale chiamato
(L)Imitazione e la attuale programmazione concertistica, insieme a
Max, di
Interzone. Entrambe situazioni che hanno fatto modo che io potessi conoscere, vedere e organizzare alcune delle band che più mi piacciono nel panorama nazionale underground, cito soltanto
Fuzz Orchestra,
No Info,
Lleroy,
Carmona Retusa,
Wojtek,
If I Die Today e molte altre.
2) Ok, dopo aver rotto il ghiaccio direi che possiamo buttarci senza indugi a parlare della Calabria Alternativa. Innanzitutto parlaci del Locale per il quale collabori: la scelta del nome e se ha qualche significato particolare, quando è nato, se nel corso del tempo ha avuto (sempre che ci siano stati) dei cambi di gestione o di “politiche interne”…
ll locale con cui collaboro si chiama
Interzone ed è gestito da
Teresa e
Max. Nasce nel maggio 2019 e ha un'ispirazione totalmente Lynchiana, sia per l'aspetto che per l'atmosfera che si respira dentro. Nel corso del tempo l'associazione ha cambiato sede e nel settembre 2021 finalmente si è potuto pensare di organizzare dei live. Nel corso degli anni sono cambiati alcuni collaboratori all'interno dello staff, ma grazie alla testardaggine di
Teresa, l'associazione non ha mai smesso di macinare decibel.
3) Quali sono i generi che più si prediligono? E che riscontro avete presso il pubblico delle vostre zone, che feedback avete di volta in volta? Ci sono generi che vanno per la maggiore e altri che vanno maluccio o la situazione è sempre più o meno positiva?
I primi live organizzati sono stati soprattutto Metal e Punk, basti pensare ai
Mentors come esordio dal punto di vista live del locale. Col passare del tempo sono stati organizzati concerti di generi musicali differenti anche grazie all'avvento di
Max, che ha aperto la sua agenda di contatti raccolti durante i suoi anni di attività live. Basti pensare che negli ultimi 2 anni oltre live Hardcore, Punk, Metal e Stoner, abbiamo organizzato anche molti live di cantautori indipendenti (
Vespertina,
Paolo Saporiti,
Bengala,
A Smile from Godzilla, ecc.) e anche di musica elettronica (
Your Noisy Neighbors,
Naresh Ran,
Yosonu, ecc.). Il riscontro del pubblico è sempre un'incognita, ma la curiosità è sempre presente.
4) Il locale ha una sua filosofia alla base? Come viene predisposta la programmazione concertistica?
E ricollegandomi a questo scoperchio un argomento molto spinoso che è quello delle cover band e dei tributi: voi come vi ponete nei loro confronti? E com’è la situazione nelle vostre zone? In varie parti del nostro paese spesso riempiono i locali e alcune band di quel tipo chiedono dei cachet di un certo peso: ciò è dovuto anche da un po’ di “pigrizia” da parte di molti gestori, da una certa mancanza di coraggio o è solo colpa di quel target di pubblico?
Non ci sono spine da togliere, non ospitiamo cover band e non le vogliamo.
In città è pieno di locali che fanno cover band esclusivamente per vendere i loro cazzo di panini. L'associazione accoglie tutto ciò che nasce dal basso, sia dal punto di vista politico, artistico, culturale e ludico. Di base cerchiamo di organizzare un evento cercando di unire arti visive e musica, per questo dobbiamo ringraziare
Diego Sottilotta che ha dato un'aspetto grafico riconoscibile a Interzone grazie alle sue locandine. Oltre ai live, ospitiamo
Cinezone (cineforum settimanale), seminari sulla produzione di musica elettronica,
Space Q (movimento queer che si occupa di organizzare il Pride in città) e feste per puro divertimento (techno e altro).
5) Difficoltà nel portare avanti un locale del genere? Spesso leggo forti critiche contro la burocrazia, la Siae e in generale la legislazione italiana nel settore. Credo che sia una cosa da sviscerare soprattutto per tutti quelli che non conoscono queste dinamiche, che spesso rimangono relegate solo agli addetti ai lavori.
Ma credo che oltre alla legiferazione, ci siano anche altri problemi o sbaglio?
(Risponde
Teresa) No, non ti sbagli. Penso che la problematicità dipenda dall'area geografica dove si lavora. Nel nostro caso prima di arrivare alle istituzioni devi avere contezza del territorio intorno a te.
Da una parte la difficoltà di portare avanti un locale incontra la mentalità provinciale dei concittadini, per il discorso burocratico e istituzionale oltre a non avere supporto, vieni anche “perseguitato dalle forze dell'ordine” nel momento che fai qualcosa di non canonico o diverso da quello che la movida propone. Per quanto riguarda la
SIAE è paradossale che sia l'unico ente con cui non abbiamo mai riscontrato problemi poiché l'associazione è già convenzionata con la
SIAE. Quello che ci mette veramente in difficoltà sono i pagamenti elettronici in quanto non esiste una legislazione chiara per le associazioni. Non possiamo scaricare l'iva sugli acquisti nonostante abbiamo partita IVA, cosa che potrebbe aiutarci ad organizzare altre attività come un festival o a poter “sopportare” budget più alti per qualsiasi tipo di evento.
6) A Livello locale e regionale com’è la situazione musicale per questo tipo di musica? Quali sono le realtà con cui collaborate? E c’è un ricambio generazionale tra pubblico e musicisti?
Per quanto riguarda le proposte che ci arrivano c'è una nicchia di persone che creano e che hanno voglia di mettersi in gioco. Le realtà con cui collaboriamo più frequentemente sono una sala prove,
REVULVER, che ci aiuta molto in città. Ci mettono a disposizione strumenti, backline per la realizzazione delle date e in estate ci si riunisce e si lavora insieme per creare degli eventi di aggregazione urbana. Per quanto riguarda la città di Reggio Calabria il ricambio generazionale si è visto solo sotto il palco, sono veramente pochi i ragazzi che si propongono per un loro progetto inedito.
7) Si parla tanto di scena… secondo te che significato si nasconde dietro questa parola? E la Calabria ha una sua scena? E in che situazione versa?
La parola “Scena” non ci piace tanto. In Calabria esistono realtà fatte da persone che si sbattono ogni giorno e non necessariamente perché è il loro lavoro. Penso ai ragazzi di
MaD production a Cosenza che stanno facendo un lavoro grandioso, o a situazioni emergenti come una band di Crotone (
Euthymia) che oltre a suonare si stanno preoccupando di creare un piccolo movimento nella loro città. C'è anche la vecchia guardia di Catanzaro che continua ad organizzare concerti Metal con lo storico
Calabrian Metal Inferno. Poi esistono le realtà affermate che garantiscono un'alta qualità e ogni anno ci fanno godere di artisti internazionali, penso a
Color Fest che quest'anno ci regala gli
Editors, e
BE Alternative che porteranno
Kula Shaker e
Motorpsycho.
8) Allargandoci un po’, sul canale telegram delle
Tocka Girls avevi scritto che nel triangolo Cosenza/Reggio/Catania sta nascendo una bella situazione: direi quindi che è il caso di parlarne approfonditamente per tutti quei lettori (magari del posto) che non sanno esattamente cosa sta accadendo e fare conoscere queste realtà a più persone, magari fuori da certi giri.
Innanzi tutto le ragazze di Tocka si meritano un abbraccio gigantesco. Grazie alla loro idea si è molto facilitato il lavoro organizzativo per la stagione. Nello specifico tra noi, Catania e Cosenza si è creato un ponte in cui si riesce a garantire spesso e volentieri la discesa a molte band. Grazie ai ragazzi di
Mad Productions e i
Tifone Crew oltre che al
Baraccio siamo riusciti a far suonare band che non avremmo mai potuto ascoltare in quanto fino a pochi anni fa era impensabile far scendere qualcuno per una data secca. In questo modo riusciamo ad abbattere i costi sia noi in quanto associazione che le stesse band che trovano 3 date garantite abbattendo i costi di benzina, e spese che si affrontano durante un tour.
9) La situazione live nel mezzogiorno è molto dibattuta, com’è mutata la situazione dopo la pandemia? Ho visto poi che ci sono realtà come il collettivo
Calabria Hardcore o la
Palestra Lupo (da te definita magica) che riescono ad imbastire cose di livello, credo che sarebbe interessante approfondire queste situazioni.
Il post pandemia ha due facce: all'inizio c'è stato un boom. La gente era affamata di live e si partecipava in massa. Ad oggi la situazione si è normalizzata e naturalmente la partecipazione è calata, ma esistono posti come la
Palestra Lupo a Catania e il centro sociale
Rialzo a Cosenza dove andare a sentire un concerto è un'esperienza bellissima. Personalmente credo che suonare alla
Palestra Lupo oggi sia la cosa migliore che può accadere ad una band. Gli organizzatori sono persone d'oro, l'ambiente è fantastico e non mi è mai capitato di tornare a casa deluso dopo un concerto.
10) Spesso nelle varie discussioni a tema nei meandri dell’internet, si parla spesso di underground e supporto, a volte pure a sproposito, facendo quindi perdere di significato certi termini.
Te che fai parte di tutto questo, che significato hanno i termini “underground” e “supporto” dal tuo punto di vista?
Ritengo che la parola underground sia un po' abusata come dici tu. Personalmente supporto ogni tipo di progetto creato dal nulla magari autofinanziato o che si appoggia ad etichette indipendenti. Basta pensare che non compro un disco in negozio da tanti anni e li prendo o ai live o dalle etichette indipendenti in modo da supportarle. Per quanto riguarda il mero lato organizzativo il mio supporto sta nell'accoglienza di chi viene a suonare da noi. Per la tecnica se la vede
Max. Si cerca di stare attenti alle esigenze di tutti, a farli dormire in un letto invece che sul pavimento e che i rimborsi pattuiti vegano rispettati.
11) Come saluto direi di farci un elenco dei prossimi appuntamenti di
Interzone e delle realtà di cui abbiamo parlato, oltre ai contatti social. Cosa bolle in pentola nelle vostre zone?
Intanto grazie per lo spazio che ci avete dedicato ve ne siamo profondamente grati. Ci aspetta un Aprile “difficile”. Abbiamo in programma i seguenti live:
If i die Today sabato 27 aprile e
Wojtek il 3 Maggio,
Cattivo Sangue il 18 Maggio per il quinto compleanno di
Interzone e concluderemo la stagione al chiuso con il ritorno dei
Cani dei Portici il 15 Giugno.
Grazie mille
Ciccio Teresa e MAXLink utili:
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Locandine disegnate da
Diego SottilottaVespertina live scatto di
Teresa RussoMud live in bianco e nero scatto di
Samyra LupiFoto di gruppo coi
Wojtek scatto di
Teresa