Monografia - Tha-Norr

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Pubblicato il:22/09/2024
Oggi vorrei parlarvi, anzi scrivervi, di uno dei gruppi della scuola teutonica a cui sono molto affezionato, e che indubbiamente è stato tra i primi esempi di Black Metal partoriti in Germania, i Tha-Norr.

I Tha-Norr si formarono in Germania nel 1990, tra le località di Celle e Lower Saxony, per volontà di Hendrik Poppe (basso), Marko Sklenarz (voce) e Felix Alesis (batteria).
Registrarono la loro prima demo cassetta, “Assault on Aerie”, al Dark Knight Studio, e fu pubblicata nel 1994.

“Assault on Aerie”

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Questo demo non è assolutamente qualcosa di particolarmente innovativo, e si potevano reperire già ormai da anni lavori ampiamente migliori; e non è certo per esso che vanno ricordati i Tha-Norr, bensì per il seguente “Wolfenzeitalter”.
Tuttavia già qui sono presenti i prodromi di quello che verrà composto di lì a poco.
Si tratta di un Black Metal estremamente lo-fi, dove strutture in prevalenza cadenzate e malsane si intersecano con partiture al fulmicotone, e in questo caso ancora amalgamate con un substrato Thrash/Death piuttosto rozzo; con qualche sporadico accenno di linee melodiche ancora allo stato embrionale.
Un songwriting semplice che niente aveva da aggiungere alla storia del genere.
L’anno seguente, invece, nel 1995, rilasciarono l’album che ho intenzione di prendere più approfonditamente in esame in questo articolo: “Wolfenzeitalter”, tramite la Nazgul’s Eyrie Productions. Vi è da segnalare che qui non era più presente Felix, così che i Tha-Norr passarono dall'essere un classico terzetto a un duo, con i soli Hendrik Poppe e Marko Sklenarz a dirigere i giochi. Vi si aggiunsero inoltre, in versione di guest, Nachtsprung alle tastiere, e Kai Schwerdtfeger come chitarra solista… Oltre a un altro sinistro ospite di cui sarò obbligato a fare menzione a breve.

“Wolfenzeitalter”

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Dovete pensare che in terra teutonica i primi album del genere, o quantomeno i più importanti per innescarne la miccia, generalmente sono rinvenibili nel 1996. A tal proposito dobbiamo guardare nella direzione degli Absurd di “Facta Loquuntur”, Lunar Aurora di “Weltengänger” e dei Falkenbach degli albori neri (poi gradualmente abbandonati) di “…en their medh riki fara…”. A questi andrebbero aggiunti i Bethlehem, con uno stile difficilmente inquadrabile, che in verità già nel 1994 esordirono con "Dark Metal", e nel 1996 rilasciarono lo splendido "Dictius Te Necare".

L’album si apre con la canzone “Tears for All those Who Died”, il cui testo è stato scritto dal batterista degli Absurd Hendrik “Jarl Flagg Nidhoegg” Möbus, dopo aver già compiuto l’omicidio, insieme agli altri membri del gruppo (con la complicità della sua fidanzata), del povero Sandro Beyer (1993). Vi è da segnalare che molto probabilmente è stato scritto dal carcere. Dato che lui e i suoi compari verranno rilasciati "solo" nel 1998 con l'attenuante di essere stati ancora minorenni al momento dell’omicidio. Questa in ogni caso è un’altra storia triste di cui vi parlerò altrove…

Fin dalla traccia citata si mette in evidenza come il sound dei Tha-Norr sia terribilmente angosciante, reso ancora più malsano da un uso esasperato dell’overdubbing sulle linee vocali. Un full-length profondamente ancorato alla "Unholy Trinity" dei Darkthrone, ma non solo…
Nel corso del platter trovano spazio synth, strumenti a fiato suggestivi e raffinati dai sentori folcloristici e pagani, come nella magica “Wolfenzeitalter”. Così come possiamo rinvenire sparute clean vocals, mutuate dall’epopea Epic/Viking dei Bathory, in sovraincisioni quali quelle contenute in "The Fortress Will Fall"; dove inoltre si inseriscono calde strutture Post-Black dagli squisiti sentori Hard-Rock, in piena antitesi con il sound gelido che contraddistingue tutta l’opera. Non manca anche un frangente dove i giovani tedeschi si spingono in direzioni Avantgarde, mi riferisco alla strumentale "Fegefeuer"; la quale si muove tra Electro Music stile Kraftwerk e Tangerine Dream, e Dark Ambient dal tocco soffice.
È un album dal sound durissimo, con effetti crunchy abusati a tutto campo, scream lancinante, filtrato, e come già accennato amplificato da un overdubbing spietato che sovrappone le linee vocali in maniera estremamente perfida e inquietante… Anche dopo aver chiuso lo stereo continuerete a sentirle nelle vostre orecchie.
I riottosi blacksters spaziano su dinamiche frequentemente cadenzate o mediamente veloci, dilaniate dai classici tremolo inferociti, distorti ai limiti dell’incomprensibilità, ricordando un po’ le Les Légions Noires, e gli americani Black Funeral. I quali, per inciso, insieme ai Mütiilation - formazione di punta delle già citate legioni nere - esordivano nel medesimo anno con il primo lungo "Vampyr - Throne of the Beast"; mentre i francesi con "Vampires of Black Imperial Blood". Anche se, nel caso di questi ultimi, essi avevano già svariati demo ed EP alle spalle, di cui i primi rilasciati nel 1992; che al contrario dei Black Funeral, insieme ai demo di Vlad Tepes e Belkètre, potevano essere serviti da spunto; in quanto ampiamente rilevanti nel panorama underground più crudo della prima metà dei '90.
"Wolfenzeitalter" è un disco lungo e di non facile assimilazione; dove molteplici sono i momenti Doom putrescenti e malsani, che tuttavia, talvolta, e ce lo dimostra “Weltschmerz”, palesano la loro origine classica e sabbathiana.
Non vi sono molte parole per descrivervelo, dovete ascoltarlo…
Intransigente, permeato di oscurità, occultismo, nostalgia per il mondo pagano e desiderio di rivalsa.
Una pietra portatrice di un gelo siderale in grado di sgretolare sangue e ossa, tanta è la malvagità che sprigiona.
Qui dentro vi è racchiusa la quintessenza del male… Ed è giusto che esista; meglio che che resti collocata in “Wolfenzeitalter” piuttosto che altrove.

Quando volete fare l’esperienza preparatoria della vostra morte…. Sdraiatevi, immergetevi nel buio, chiudete gli occhi e alzate il volume in cuffia di questo primo e ultimo full-length di una formazione che in seguito si è dissolta nel nulla….
Proprio come si dissolveranno le vostre speranze al termine del suo ascolto.


Articolo a cura di DiX88

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