Era il 2003 quando venni per l’ultima volta al
WACKEN OPEN AIR, da anni ormai il più famoso e seguito festival metal al mondo, e da allora molte cose sono cambiate… Intanto una marea di gente in più, e poi nuove e divertenti strutture si sono aggiunte a quelle già esistenti, creando ancora di più una vera e propria città metal. Ma di questo e di tanto altro ancora vi parla in maniera più approfondita il buon Coroner nell’articolo correlato. Io mi limiterò all’aspetto puramente musicale, analizzando le varie giornate e alcuni dei gruppi che le hanno caratterizzate. Chi è già stato al Wacken almeno una volta sa quale mole immensa di musica ti travolge durante tutta la durata del festival. Per chi invece non c’è mai stato, è bene sottolineare come sia umanamente impossibile assistere a tutti i concerti, sia per la sovrapposizione delle esibizioni sui vari palchi, sia per una questione puramente fisica: tutti abbiamo dei limiti, e muoversi all’interno del festival può diventare davvero un tour de force… Quindi vi dico fin da ora che c’è il rischio che manchi proprio il reportage del vostro gruppo preferito… non me ne vogliate… (Roberto “Dulnir” Alfieri)
Foto: Roberto Alfieri, Web
MERCOLEDI 29 LUGLIOWACKEN FEUERWEHRCome ogni anno, tocca alla locale banda dei vigili del fuoco dare fuoco alle polveri del Wacken Open Air. Uno stuolo di vecchietti attempati (anche se qualche giovine c’'è, in particolare una graziosa flautista che turberà i vostri sogni) prende possesso del piccolo palco collocato a fianco del Biergarten con il piglio e la sicurezza del metal act più blasonato, trascinato dal carismatico direttore che oltre ai propri musicisti dirige anche il pubblico. L’esibizione dei
WACKEN FEUERWEHR è come sempre intensa e la risposta del pubblico è sempre entusiastica e sentita: mentre la banda si lancia in un repertorio dalla marcata impronta folk/popolare, proponendo brani tipici della tradizione tedesca, i metallari sotto al palco si scatenano con il pogo, il circle pit, arrivando addirittura ad imbastire un improbabile wall of death, oppure lanciandosi in festosi trenini, lasciandosi alle spalle tutte quelle annose questioni sull’essere poser o true che tanto tengono banco in Italia e a causa delle quali mai potremmo sognarci una cosa del genere in un qualsiasi festival tricolore. Ora, non chiedetemi i titoli perché di tedesco non è che ci capisca molto, ma se volete avere un’idea di quel che accade vi consiglio di farvi un giro su YouTube mettendo come chiave di ricerca “Wacken Feuerwehr” o “Wacken Firefighters”. Ne vedrete delle belle! Quest’anno poi anche la banda dei vigili del fuoco si è messa in tiro per festeggiare i 20 anni del Wacken Open Air, sfoggiando oltre alle divise d’ordinanza anche magliette e berrettini del ‘gruppo’, acquistabili al banco del merchandising come le t-shirt di qualsiasi altra band del festival. (Michele “Coroner” Segata)
ONKEL TOM ANGELRIPPERNon so se è una novità di quest’anno, visto che si trattava dell’edizione del ventennale, o se già negli scorsi anni i concerti iniziavano il Mercoledì. Io ero rimasto al Giovedì. Fatto sta che l’attrazione principale della giornata era lo show di
ONKEL TOM ANGELRIPPER, immancabile al festival, o coi i suoi Sodom o, appunto, con il suo progetto parallelo che lo vede impegnato nella riproposizione, in chiave metal, di brani della tradizione birraiola tedesca. Le tentazioni al Wacken sono tantissime, in primis l’alcol, che ti circonda ovunque, quindi perdonatemi se sono arrivato al W.E.T. Stage quando ormai lo Zio Tom era quasi agli sgoccioli del suo show. I quattro/cinque brani a cui ho assistito mi sono però bastati per notare come la voglia di divertirsi, sua e del pubblico, sia sempre la stessa, per questo che più che un concerto è una vera e propria baldoria. Ottimo modo di iniziare il festival, anche se mi chiedo come mai, vista l’incredibile affluenza che sempre c’è ai suoi show, l’abbiano relegato al W.E.T. Stage. L’ultima volta che l’avevo visto era sul ben più ampio e accogliente Black Stage, ma questa è un’altra storia… (Roberto “Dulnir” Alfieri)
GIOVEDI 30 LUGLIORUNNING WILDDopo che gli
ANTHRAX hanno dato forfait a causa del cambio di singer avvenuto soltanto pochi giorni prima, il primo vero e proprio concerto arriva soltanto al tramonto. Quello di stasera è un appuntamento che nessun vero fan dei
RUNNING WILD doveva lasciarsi scappare. Come più volte annunciato, infatti, Rock‘n’Rolf ha deciso di chiudere bottega e di attaccare la chitarra al chiodo, e ha deciso di farlo alla grande, con un ultimo spettacolare show proprio qui al Wacken Open Air. Numerosissime, quindi, le bandane da pirata in testa ai ragazzi del pubblico, accorso in massa a questa che più che un concerto ha il sapore di una vera e propria festa. E la band ha svolto alla grande il proprio ruolo, regalando una performance praticamente perfetta, forse anche forti del fatto che dallo show di questa sera verranno tratti un CD e un DVD commemorativi. Unica pecca del concerto un Rock’n’Rolf un po’ distaccato, non so se perché era teso trattandosi del live d’addio, o se per altri motivi, fatto sta che non ha interagito come avrebbe dovuto con il pubblico… Reclutato quindi il bassista dei Masterplan Jan S. Eckert, e lasciato al pubblico stesso il compito di decidere via internet la scaletta del concerto, il capitano ha traghettato la sua ciurma in quest’ultimo viaggio. Il tutto in pompa magna, con fuochi d’artificio, grande gioco di luci, ma soprattutto una serie di brani che hanno fatto la storia del metal, da “Bad to the bone” a “Black hand inn” a “The battle of Waterloo”. I presupposti per un grande show c’erano tutti, e infatti così è stato, anche se un po’ di tristezza c’era sui volti dei ragazzi che hanno seguito la band per anni… non fa mai piacere assistere alla fine della carriera dei propri idoli. C’è però da dire che la scelta di Rock’n’Rolf è stata davvero coraggiosa, visto che è sicuramente meglio concludere alla grande, così come hanno fatto i Running Wild, e non trascinarsi con stanchezza e poco spolvero come tante band hanno fatto e stanno facendo tutt’ora. Chiunque era presente sapeva perfettamente che i bucanieri non potevano salutare i fan senza quello che è stato e sempre sarà il loro brano simbolo, e quindi ecco arrivare, nel bis, e a conclusione dello show, la mitica “Under Jolly Roger”, cantata a squarciagola da tutti i presenti. E questa volta è davvero la fine, e lo è per sempre… Saluti Rock’n’Rolf, saluti capitano… (Roberto “Dulnir” Alfieri)
SETLIST:
CHAMBER OF LIES
INTRO
PORT ROYAL
BAD TO THE BONE
RIDING THE STORM
SOULLESS
PRISONER OF OUR TIME
BLACK HAND INN
PURGATORY
THE BATTLE OF WATERLOO
DRUM SOLO
RAGING FIRE
THE BROTHERHOOD
DRAW THE LINE
WHIRLWIND
TORTUGA BAY
BRANDED AND EXILED
RAISE YOUR FIST
CONQUISTADORES
UNDER JOLLY ROGERHEAVEN & HELLE se pensate che il grande show dei Running Wild fosse già abbastanza per chiudere la giornata del Giovedì della ventesima edizione del Wacken, avete fatto i conti senza l’oste, visto che un’altra chicca è dietro l’angolo, pronta a lasciarci senza fiato. Un’età media di 65 anni, quarant’anni di carriera alle spalle, capolavori su capolavori pubblicati, migliaia di concerti in giro per tutto il mondo… chiunque dopo tutto ciò darebbe vita ad un’esibizione di routine, magari anche un po’ spenta e svogliata. Chiunque, ma non loro, gli
HEAVEN & HELL, Black Sabbath per gli amici… Che i nostri abbiano davvero stretto un patto col diavolo? Non lo so, fatto sta che il loro show è stato devastante, di una potenza e di una classe senza pari, sicuramente uno dei migliori tre di tutta questa edizione. Butler leggermente statico ma perfetto dal punto di vista musicale, Iommi ringiovanito, Dio con una voce assurda, che ogni volta che lo senti ti chiedi come faccia alla veneranda età di 67 anni a cantare ancora così… unico leggermente meno all’altezza il buon Vinnie Appice, sicuramente non al pari del buon vecchio Bill Ward… E poi capolavori assoluti come “Mob rules”, “Neon nights”, “Die young”, “The children of the sea”, “Heaven & Hell” (davvero epica, eseguita in una lunghissima versione con tanto di botta e risposta col pubblico da parte di Dio). Con brani così il concerto diventa davvero una passeggiata… Splendida anche la scenografia gotica alle loro spalle, riproducente un cimitero, che rende il tutto ancora più suggestivo e valorizza anche i brani dell’ultimo lavoro in studio, come “Bible black”, per esempio, o gli estratti da “Dehumanizer”, il disco della prima reunion con Dio. Se il suono è corposo e possente, come già accennato prima è proprio la classe dei quattro a lasciare senza parole. Questa cosa dovrebbe far riflettere molte giovani band che dopo un paio di dischi pensano di essere i nuovi messia, e soprattutto i loro giovani sostenitori. I vecchi leoni lottano ancora alla grande, e spazzano via tutto ciò che li circonda… (Roberto “Dulnir” Alfieri)
SETLIST:
E5150
THE MOB RULES
CHILDREN OF THE SEA
I
BIBLE BLACK
TIME MACHINE
FEAR
FALLING OFF THE EDGE OF THE WORLD
FOLLOW THE TEARS
DIE YOUNG
HEAVEN AND HELL
COUNTRY GIRL
NEON KNIGHTS