(03 giugno 2004) Exodus - Motion, Zingonia (BG) - 03 Giugno 2004

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Foto di Corrado Breno

A meno di otto mesi dal Bonded by Metal over Europe tornano in Italia gli Exodus, LA band thrash metal per eccellenza, ritornata di recente con un album semplicemente spettacolare quale "Tempo of the Damned", capace di polverizzare in un istante tutto quanto sia uscito nell'ambito del thrash dal 1990 ad oggi.
Ad ospitarli, il Motion di Zingonia, locale ottimo per capienza e visibilità, ma alquanto fuori mano, soprattutto per chi viene dalla direzione di Milano, per via del traffico esasperato della A4; ad attendere la band di Gary Holt un paio di centinaia di persone, ad occhio e croce, che è quanto ci si poteva aspettare, vista la vicinanza temporale con il Gods of Metal e il fatto che in questi ultimi anni il trend nel thrash si sia spostato decisamente verso il sound europeo e tedesco di Sodom, Destruction et similia.

La data bergamasca degli Exodus è stata segnata da mille sfortune, a partire dal tourbus che ha preso fuoco nel tragitto da Roma a Zingonia (senza conseguenze per le persone), sino all'impianto fulminato del Motion. Come se non bastasse i convertitori che la band portavano con sé per l'utilizzo della strumentazione americana si sono sputtanati, e per lo show si è dovuto ricorrere a strumentazione di emergenza e metodi alquanto caserecci: Hunolt con un pedalino di distorsione ha suonato dalla testata del basso, mentre Holt è riuscito a rendere operativa almeno la 5150 della Peavey che tiene di riserva, al posto delle canoniche XXX o JCM800. Tra l'altro a causa di tutti questi problemi i cinque si sono presentati al Motion con un ritardo abissale, saltando direttamente il sound check previsto; immaginate voi la resa sonora del concerto!
Nonostante tutto questo gli Exodus hanno fatto quello che solo pochi altri avrebbero fatto: salire sul palco e suonare come se nulla fosse. Introdotto dalle spiegazioni di Gary Holt sull'accaduto, lo show è partito ugualmente, sotto i colpi devastanti di "Scar Spangled Banner".
La chitarra di Hunolt una zanzara, la voce di Souza impastata e indistinguibile, la batteria di Hunting (assolutamente non triggerata) a coprire tutto; insomma, un disastro sonoro, ma nonostante tutto questo... CHE MAZZATA! Assolutamente devastanti e impeccabili sul piano esecutivo gli Exodus hanno mostrato come siano assolutamente unici e impareggiabili nelle performance live, e come dieci anni di inattività non abbiano per nulla lasciato il segno.
L'acustica migliorava solo nelle prime due file, alle quali arrivava il suono direttamente dagli amplificatori sul palco, e non dalle casse esterne; dietro, un mosh scatenato che coinvolgeva 2/3 dei presenti, con gente e birre che volavano come aeroplani di carta.
Rispetto alla setlist del Bonded by Metal Over Europe, gli Exodus hanno deciso di dare più spazio alla nuova uscita, dalla quale vengono presentate "War is my Sheppard", "Blacklist", "Shroud of Urine", "Forward March" e poi ancora la title-track; manca all'appello "Impaler", il brano scritto a cavallo tra 1982 e 1983 e ri-registrato con identici arrangiamenti rispetto alla demo version sull'ultimo album, uscito sotto Nuclear Blast nei primi mesi del 2004.
Accanto agli episodi più recenti, accolti alla grande dal pubblico presente, particolarmente vivace e partecipe, non potevano mancare i classici, da "Till Death do Us Part" a "Fabulous Disaster", senza dimenticare il debutto "Bonded by Blood", con la title-track, "And Then There were None" e"Piranha". Altrettanto immancabile il cavallo di battaglia "Toxic Waltz", mentre hanno stupito le assenza di "Exodus" e "Metal Command". A sopresa arriva però l'inserimento di "Only Death Decides", unico pezzo estrapolato da un album geniale, ma ahimè sottovalutato da molti fans degli Exodus, quale "Impact is Imminent".
Perfetti sul piano dell'esecuzione, assolutamente coinvolgenti e divertenti nel rapporto con il pubblico, tanto da mostrarsi divertiti quando un paio di esaltati invadono il palco scavalcando le transenne (uno ero io! hahah!), gli Exodus hanno dimostrato quale sia il vero spirito che anima la band, suonando come nessun altro avrebbe fatto, nonostante tutti i problemi di acustica, sul palco e fuori.
Onestamente avrei preferito un paio di pezzi che solitamente non sono mai mancati nelle performance live; senza scomodare "Cajun Hell" o "Chemi-kill", avrei apprezzato sicuramente "Brain Dead", magari al posto della cover degli Ac-Dc "Dirty Deeds", che sembra piacere sempre più a Gary Holt che non ai presenti. Ma tant'è, non stiamo a cercare il pelo nell'uovo, dopo la scaletta spettacolare e rigorosamente old-school del Bonded by Metal Tour, era giusto incentrare la performance più sul nuovo disco.
Ad ogni modo, che concerto ragazzi! Assolutamente devastante! In barba a mille problemi, gli Exodus hanno fatto vedere come sappiano ancora dire la loro senza spostarsi di una virgola da quello che hanno sempre fatto; nessuna concessione ai trend, nessuna reunion ai fini di lucro, ma solo tanta onestà, sincerità ed un legame unico con i fans che da oltre vent'anni amano la band che più di tutte ha rappresentato il thrash americano nella storia.

"We do what we do 'cause we fucking want to
Never give a shit what others say to you
They try to give advice just to find we're cold as ice
Worthless opinions need not be spoken twice
We're proud of what me do, call us Thrash we won't argue
We'll never be ashamed if our children ever knew
Forever we'll confirm and we're flattered by the term
Those embarrassed by it never should have tried it!"

Report a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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