Ormai ho perso il conto di quante volte ho visto dal vivo i Porcupine Tree, e sinceramente dopo l'ennesima ottima prova nemmeno mi interessa più. Finalmente Roma si dimostra reattiva ad un evento simile andando a riempire completamente il già di per se ampio Teatro Tendastrisce.
Onestamente mi aspettavo una maggiore presenza di loschi figuri (metallari) , vuoi perchè gli Anathema per motivi di forza maggiore pescano sempre nel nostro ambiente anche se ormai ne sono lontani mille miglia ma soprattutto per le pieghe stilistiche che gli ultimi dischi dei Porcupine Tree hanno intrapreso, e qui lo zampino di certi Opeth (e dell'amicizia fra le rispettive bands) la dice lunga.
I primi a salire sul palco sono gli Anathema ovviamente, il problema è che il loro ingresso avviene più o meno alle 19.45 lasciando di stucco il pubblico appena entrato, ma soprattutto i fans arrivati con calma pensando di essere in perfetto orario, ma nulla di più sbagliato. In merito a questo era abbastanza facile udire in sottofondo un brusio di lamentele nei confronti dell'organizzazione. Tornando a parlare di musica è in ogni caso inevitabile ribadire la capacità di comunicare di questa band. Gli estratti provengono maggiormente dalle ultime produzioni come era facile aspettarsi, ma la magia delle melodie incantante di lontani echi provenienti da Judgement e Alternative 4 è un elemento a cui è impossibile sottrarsi. Io non so per quale motivo gli Anathema siano stati relegati quasi per forza ai margini del mercato (mancano da anni con un nuovo disco) ma di certo è impossibile non rendersi conto di come i loro margini di miglioramento siano ancora decisamente ampi.
Peccato per dei suoni forse un tantino rozzi e sporchi ma lo spettacolo è filato via liscio come l'olio, consegnando al pubblico romano un gruppo ancora in palla, e con tanta voglia di dimostrarlo.
Ovviamente è da questo momento che il pubblico presente inizia ad assieparsi sotto le strutture del palco, e dopo un cambio set non dei più corti è la volta di Steve Wilson & co. ed è subito grande Musica. Io non ho mai (e quando dico mai dico Mai) assistito ad un loro show in cui la qualità audio non rasenti la perfezione, in certi momenti il dubbio che siano addirittura in playback è forte, ma è niente in confronto alla calma e alla serenità con cui si cimentano nella riuscità del concerto. Gli occhi sono maggiormente puntati sull'ultimo disco Fear Of A Blank Planet, con un audience che gradisce, senza tralasciare i classici provenienti dal passato, su tutte una stupenda Lazarus.
Ci sono stati anche brani nuovi che comunque sia lasciano intravedere i prossimi sviluppi artistici dei Porcupine Tree, più dilatati ed eterei in alcuni momenti, al contrario di altri dove la pesantezza delle chitarre la fa da padrone. Inutile stare qui ora a dire e a spiegare di come con gli strumenti ci facciano praticamente quello che vogliono, si rischia di scendere nel tecnico fine a se stesso, ma anche questo fattore è parte integrante dello concerto, uno dei più riusciti degli ultimi tempi.
In conclusione nulla da eccepire, una serata all'insegna della ottima musica, nella speranza ritornino presto.