Lo scorso mese Metal Hammer aveva indetto un contest mettendo in palio una giornata in compagnia dei Rage in occasione della loro data di Milano.
Il vincitore, Fabio Favagrossa di Parma, ha avuto modo di vivere l'evento "dall'altra parte della barricata". Ecco quindi, nelle sue parole e nei suoi scatti, tutte le emozioni di quella giornata.
A volte ritornano... e così come è tornato
Metal Hammer, sono tornati i suoi concorsi ed è tornato uno dei suoi vincitori... cambia un po' la scena: non più il Longhorn di Stoccarda con Stratovarius e Rhapsody (allora senza "of Fire"), ma stavolta c'è il Live di Trezzo con i Rage che festeggiano i 30 anni di carriera; e non c'è più Fabio Magliano ad accompagnare il sottoscritto, ma Elisa Penati che incontro più facilmente sul luogo dell'evento, grazie allo sviluppo tecnologico delle comunicazioni di questi ultimi 14 anni...
Poi ci sarebbe qualche altra "variazione" rispetto all'organizzazione dell'evento, ma su ciò possiamo sorvolare. Dopo le presentazioni "live" con una cordiale e disponibilissima Elisa, il solito contatto con "l'angelo custode" di turno della Nuclear Blast ci permette di avere i pass ed accedere al Live per la nostra missione. Nemmeno il tempo di entrare, e ci imbattiamo subito in
Peavy che gentilmente si presta ad autografare le copertine di vinili e cd che mi ero opportunamente portato appresso, e col quale prendiamo accordo per l'intervista che si svolgerà successivamente con Elisa.
Nemmeno il tempo di riprendermi dall'emozione dell'incontro col bassista, ed ecco sbucare fuori
Victor, che altrettanto gentilmente autografa gli album dei Rage che portano la sua firma, e poi ci invita nel suo camerino per l'intervista di rito, durante la quale ho occasione di verificare, e quindi smentire, alcune voci che dipingevano il chitarrista come uno piuttosto schivo e poco disponibile con gli "scribacchini" di turno, anzi riesco pure io, che sono semplice ospite e non del mestiere, a togliermi lo sfizio di fargli una domanda alla quale lui risponde molto cordialmente.
Rintracciamo poi Peavy, rendendoci conto che i nostri pass non "aprono facilmente" tutte le porte; in più il leader dei Rage è piuttosto raffreddato e in lotta con qualche linea di febbre, e a detta di chi ci scorta da lui, potrebbe essere poco propenso per l'intervista. Non è affatto così, e ancor una volta mr. Wagner sfodera una disponibilità ed una cordialità direttamente proporzionali alle dimensioni del suo fisico, e l'intervista si conclude con la foto di rito. Poi inganno l'attesa del concerto approfondendo la conoscenza con Elisa, con 4 chiacchiere che spaziano un po' su tutto... devo dire che Fabio Magliano mi ha lasciato davvero in buone mani.
Il concerto è aperto dai
Soundchaser, il cui nome ci riporta sulle orme dei Rage; la formazione a 3 e il tipo di sound proposto, ricalca molto quello della band 30enne, ma non mancano comunque spunti originali.
Poi salgono sul palco i
Lion Twin, di stampo più hard-rock, con brani che richiamano più la scuola americana (e ultimamente svedese) nella loro struttura robusta, ma con una buona dose di melodia... a cantante mostra di avere le tonsille giuste per il genere e tiene bene il palco, supportata da una band bella carica di energia.
Poi arriva il momento della "celebration"... e per i 30 anni di carriera, i Rage allestiscono un "banchetto" dalle dimensioni pantagrueliche, che inizia con un antipasto di canzoni in versione acustica (tra le quali "
Turn the page" e "
Feel my pain") che scatenano comunque già l'entusiasmo sotto al palco. Devo dire che le condizioni in cui avevo visto Peavy, e l'affluenza del pubblico che non era certo quello delle grandi occasioni, mi aveva fatto pensare ad un concerto piuttosto "tiepido"... invece i 3 tornano sul palco per servire un buffet di canzoni che ripercorre tutta la loro storia (da "
Carved in stone" a "
Down", da "
Straight to hell" a "
Don't fear the winter"), randellando senza sosta ed incendiando una platea scarsa di numero, ma non di entusiasmo; Peavy è al top della forma, e quello che forse perde un po' in espressione vocale (ma è un minimo), lo riconquista in simpatia e carisma, coinvolgendo continuamente il pubblico nella performance del gruppo e stabilendo un contatto che si rivela "l'ingrediente segreto" della ricetta dei live dei Rage; prova lampante di ciò è l'esecuzione di "
Higher than the sky", durante la quale il gruppo si diverte a coinvolgere i presenti in una jam che si dirama in alcuni hit di gruppi storici come "
Another brick in the wall" dei
Pink Floyd o "
Eye of the tiger" dei
Survivor...
Dopo questo "dessert" il concerto potrebbe anche finire tranquillamente qui; e invece il trio torna sul palco con la voglia di continuare a festeggiare e a "cazzeggiare"... André imbraccia la chitarra e Victor si siede dietro il drumkit per dare il via ad una pazza versione di "
Highway to hell", alla quale fanno seguito, dopo che i due sono tornati nei rispettivi ruoli, una serie di flash-songs che "rende omaggio" ai
Judas con "
Breaking the law", ai
Metallica con "
Enter sandman", ai
Twisted Sister con "
We're not gonna..." ai
Pink Floyd con "
Wish you were here" e che ci trascinano nel brindisi finale di questo succulento banchetto epocale che festeggia questo importante traguardo per la band.
Non era la prima volta che vedevo i Rage, ma a questo giro, oltre alla conferma di trovarmi davanti ad un grande gruppo, ho avuto la certezza che nonostante gli anni (e qualche indisposizione, come quella di stasera di Peavy) i 3 riescono sempre a dare il massimo, anche quando si trovano davanti ad un pubblico ridotto che potrebbe facilmente scoraggiare altre bands della loro portata; i Rage no... per loro è sempre e comunque una grande festa. Io posso solo ringraziare Elisa (e Andrea Vignati che ci ha raggiunti in un secondo momento), per la compagnia, e
Metal Hammer Italia che inconsapevolmente mi ha fatto un gran regalo di compleanno... ora non mi resta che sperare in una data italiana di Doro (o magari dei Warlock) per la quale Metal Hammer organizzi un altro concorso... col sogno di vincere ancora...
FABIO FAVAGROSSA