Fa sempre piacere, di tanto in tanto, partecipare ad una serata completamente all’insegna del metal tricolore, soprattutto poi quando l’attrazione principale della serata è un gruppo di una certa levatura, in questo caso gli
Illogicist. Accompagnati da tre realtà della scena romana, i valdostani affilano le lame in previsione del tour americano di Agosto, e devo dire che se le cose andranno come questa sera non avranno affatto difficoltà a farsi apprezzare anche oltreoceano.
Ad aprire le danze il Baffo ha chiamato i
NOUMENO. Fin dalle prime note della loro esibizione e dalla mancanza di un singer sul palco si intuisce che si tratta di una band strumentale, quindi la curiosità cresce. Sarà il solito show prog con masturbazioni sullo strumento o riusciranno a catturare la nostra attenzione anche grazie ad altri fattori? Per fortuna è quest’ultima ipotesi quella giusta, in quanto lo stile dei nostri più che relegato al mero prog è farcitissimo di techno death con forti spruzzatine neoclassiche qua e là, soprattutto per gli assoli. Quindi il tutto è abbastanza interessante, anche se l’eccessiva staticità dei membri, troppo impegnati a dar vita a un’esibizione tecnicamente ineccepibile, alla fine ha avuto la sua importanza. Se niente da dire c’è, appunto, per quanto riguarda la mera esecuzione, qualcosa in più si sarebbe potuto fare a livello di coinvolgimento del pubblico, che però da parte sua dimostra di apprezzare molto la proposta del quartetto, che esce in ogni caso vincitore dal palco. Da segnalare un loro personale tributo ad un grande della sei corde che è Jason Becker…
Quando a salire sul palco sono invece i
SOUTHERN DRINKSTRUCTION le cose cambiano nettamente… Difficile definire il loro sound, una miscela di stoner, metal più grezzo e death metal, mentre nessun dubbio si può avere sulla loro attitudine, che insieme a una manciata di ottimi brani, risulterà la loro arma vincente a fine serata. A differenza dei Noumeno, infatti, la band punta molto più sull’impatto, sia sonoro che fisico, e se è vero che c’è stata qualche sbavatura a livello tecnico, il tutto è stato nascosto da un incredibile coinvolgimento e da un’attitudine evidente.
Con titoli assolutamente espliciti come “Suck duck truck fuck” o “Pussy carnage”, i romani vanno avanti come un treno e per la seconda volta in questa serata la gente dimostra di apprezzare, e ci scappa anche il primo pogo collettivo… A fine concerto non saprò esattamente chi tra i primi due gruppi mi è piaciuto di più, troppo differenti gli stili ma soprattutto l’approccio, fatto sta che i Southern Drinkstruction probabilmente hanno avuto una marcia in più e forse sono stati più affini al mio concetto di concerto metal rispetto ai Noumeno.
Alla fine di questo massacro ero pronto a deprimermi perché sulla locandina, sotto al nome dei
LAHMIA, c’era scritto gothic metal, e chi mi conosce sa quanto io sia poco incline a digerire questo genere. Per fortuna le cose non stanno così, in quanto la proposta della band è molto più dura e diretta, con forti riferimenti sia al doom più chitarroso, sia al death metal melodico, e devo ammettere che i brani proposti hanno fatto la loro porca figura.
Anche per loro una mezz’oretta a disposizione, in cui i nostri hanno proposto sei brani, presumibilmente quelli che andranno a comporre il nuovo EP di prossima uscita, e una riuscitissima e personalissima cover di “Night crawler” dei
Judas Priest. Devo ammettere che pur non conoscendo assolutamente la band prima del concerto, a fine serata sono rimasto piacevolmente sorpreso per la loro prova on stage. Ottimi i pezzi proposti e ottima anche la presenza scenica, quindi, in conclusione, show più che buono...
Non so se ognuna delle tre band romane aveva portato una cricca personale oppure semplicemente il pubblico ha apprezzato tutte e tre le esibizioni, fatto sta che anche in questo caso la risposta della gente è stata più che positiva.
Il tempo di sistemare le testate e la batteria, dare una sistematina ai suoni, ed ecco che parte l’intro che porterà on stage gli
ILLOGICIST. Non è la prima volta che assisto ad una loro esibizione, e so che, soprattutto nei piccoli club, la band riesce sempre a stupire gli ascoltatori. Stasera però c’era un fattore novità non indifferente, e cioè la presenza di Alessandro dietro le palli, nuovo drummer del gruppo. La curiosità di vedere come se la sarebbe cavata con le parti assurde suonate da Marco Minneman sull’ultimo cd era moltissima, e devo dire che a fine serata il simpatico giovanottone di Brescia è uscito vincitore.
L’altra cosa che mi preme sottolineare è come il pubblico si sia fomentato durante l’esibizione. C’erano diversi ragazzi che conoscevano perfettamente i brani della band e l’hanno supportata dall’inizio alla fine. Gli Illogicist dal canto loro non si sono certo risparmiati e hanno dato vita ad una performance di gran rilievo, sia per quanto concerne l’aspetto tecnico, che per quanto riguarda il muro di suono creato.
Già, perché, nonostante i brani intricati, la particolarità del gruppo è sempre stata quella di non perdere d’occhio l’impatto, ricordandosi che stanno pur sempre suonando death metal. Si parte in quarta con “
The insight eye”, e dopo un po’ arrivano le prime bordate con “
Knowledge curse” e “
Core”.
È poi la volta della bellissima “
Rooms of emptyness”, prima di quel piccolo gioiellino che risponde al nome di “
Be my guide”. Ovviamente non poteva mancare una cover, e quando partono le prime note di “
Zombie ritual” la gente non capisce più nulla e si lancia in un pogo selvaggio.
La cover dei
Death pone fine allo show degli Illogicist che ancora una volta hanno dimostrato di essere una band nettamente superiore alla media nazionale e il tour americano autunnale non farà altro che dare il giusto riconoscimento a questi quattro ragazzi che hanno dalla loro anche un’incredibile umiltà, merce rara ai giorni nostri.