Dopo quattro anni di assenza il mitico "
Gods Of Metal" è tornato ad infuocare le notti italiane. Quest 'anno la location scelta è stata il Parco di Monza, area autodromo, che si è rivelata quanto mai azzeccata nonostante lo spauracchio della pioggia che peraltro non c' è stata.
Il pubblico ha mostrato di attendere spasmodicamente questo appuntamento ed ha risposto in massa alla chiamata. La bill, deficitaria dei Kiss che hanno dato forfait mesi fa, era ugualmente appetibile e ha alternato gruppi storici della scena metal con giovani promesse (
Halestorm, The Shrine), accanto a band italiane già ampiamente rodate (
Planethard, Overtures). Hanno completato la setlist gli
Staticland, i Sixx Am e poi il trittico dei mostri sacri :
Megadeth, Korn, Rammstein.Ora, analizzare ogni gruppo "song by song" e' un lavoro inutile e palloso, per cui preferisco soffermarmi sugli aspetti generali delle varie performance, iniziando dagli Halestorm, il primo gruppo che ho visto (purtroppo mi sono perso i The Shrine, che ho anche recensito su questo sito).
Gli
Halestorm mi hanno colpito, fautori di un hard rock aggressivo e coinvolgente, hanno nella cantante Lizzy Hale il punto di forza e probabilmente il club è il posto più consono per apprezzarli, anziché i palchi dei festival.
È ora la volta dei
Gamma Ray, Kai Hansen ha la pelle raggrinzita ma una carica ancora invidiabile. Il loro repertorio garantisce hits di sicura presa ("I Want Out", "Send Me A Sign", "Heaven Can Wait" ), Frank Beck alla voce ha aiutato Kai, che a livello vocale ormai arranca, e gli intrecci chitarristici fra Richter e lo stesso Kai sono veloci e precisi come sempre. Insomma si sono fatti perdonare per il buco durante la data italiana degli Scorpions, quando il loro tour bus si ruppe impedendogli di aprire lo show.
Con precisione svizzera, ecco il palco pronto per una delle band più attese di oggi, i
Sixx Am che proprio nuovi non sono avendo già pubblicato 4 album (l'ultimo dei quali recensito su queste pagine), ma che sono alla prima apparizione sul suolo italico. Se indubbiamente tutto gira intorno all'ex bassista dei Crue, Nikki Sixx, è altrettanto vero che le sue spalle sono ben coperte da Dj Ashba alle chitarre (tecnico e convincente) e da James Michael alla voce (in verità oggi non si è sentito molto, forse colpa di qualche problema tecnico? ). La band si è resa protagonista di una performance ottima, la loro musica è fresca, innovativa, con brani che la gente dimostra di sapere già a memoria ("Life Is Beautiful", "This Is Gonna Hurt") accanto ai nuovi "Rise", "Everything Gone To Hell" e "Prayers For The Damned". La band si è poi concessa ai fans in una sessione di autografi che, a causa della lunga fila, ha accontentato molti e scontentato molti altri.
Non nego che uno dei principali motivi che mi hanno spinto a venire a questo Gods sia stata la presenza della band di Megadave, i
Megadeth. Ho sempre sostenuto che se, anzichè cantare, il buon Dave si fosse "limitato" a comporre e suonare da par suo e si fosse invece avvalso di un cantante dotato, i Megadeth sarebbero stati il gruppo migliore del Thrash ottantiano. Invece continua a strapazzare le ns orecchie con quella sua voce da Paperino... Per fortuna dalla sua abbiamo dei pezzi da 90 ("Hangar 18", "Symphony Of Destruction", "Peace Sells", "Wake Up Dead", "In My Darkest Hour" ) che invitano tutt'oggi ad un sano headbanging. Non sfigurano neanche le ultime ("The Thread Is Real"), anche se la gente è venuta per i classici. Preciso e coinvolgente Dave Effelson (l'ultimo rimasto della vecchia guardia) e grande prova chitarristica al solito del buon Dave che non ha mancato di ricordare l'ex batterista Nick Menza deceduto lo scorso 21.5 e qui omaggiato con 1 minuto di silenzio.
Ed eccoci al momento dei
Korn e qui mi fermo... Devo dire che il nu metal non mi ha mai entusiasmato (ad eccezione di qualcosa degli Slipknot) ma il grande seguito che hanno i Korn è innegabile quindi sarebbe sciocco snobbarli. Non conoscendo a fondo il loro repertorio mi limiterò a dare la mia impressione su ciò che ho sentito, più che visto, dato che durante la loro esibizione mi sono allontanato dalle prime file per far riposare un po' le gambe prima del massacro finale! "Blind", "Right Now", "Here To Stay" hanno aperto le danze e subito la furia del gruppo è stata scaricata sul pubblico che ha risposto all'unisono. La voce di Jono (che ha risolto alcuni problemi di salute) è apparsa potente ed aggressiva, il ritmo sincopato della loro musica e la prova complessiva del gruppo è stata convincente, per lo meno il pubblico ha risposto alla grande.
Che il 90% dei presenti fosse lì per vedere i
Rammstein lo si capiva dalle t-shirt che hanno fatto bella mostra sul prato di Monza. Che dire del loro show? Pirotecnico, potente, preciso, coinvolgente, irriverente... I Rammstein sono i Kiss del duemila, sono tra i pochi a riuscire a coniugare perfettamente l'aspetto visivo dello show con quello musicale. Il loro è un rituale che inizia con Till Lindemann che entra a passo di tip tap e si chiude col volo d'angelo durante "Engel". Nel mezzo un muro di suono potentissimo, fuochi pirotecnici, fiamme dalle chitarre, fumi, giubbotti esplosivi e pedane idrauliche che sollevano i musicisti. E le canzoni? Beh, come non fare headbanging al ritmo di "Du Hast", "Ich Will", "Feuer Frei"? Till è un gran sacerdote che sa ipnotizzare la gente senza praticamente parlare (in 80 minuti ha solo detto :"su le mani, Italia" e "grazie", prima dei bis), e il gruppo è una macchina da guerra perfettamente rodata. E pensare che c'è ancora gente che considera i Rammstein come non metal...
Unica pecca della giornata l'interminabile coda di vetture all'uscita, praticamente un ora e mezza per fare 500 metri, il parcheggio è effettivamente troppo distante dalla zona concerti e l'eccessivo ordine del servizio di sicurezza che imponeva incolonnamenti assurdi, ha complicato il tutto. Speriamo che questo banco di prova per Monza sia di buon auspicio per future kermesse metal, file a parte, il prato monzese appare sicuramente migliore del cemento della zona di Rho. Alla prossima!