Ce la siamo presa comoda come sempre io e il fido
Paolo “Pera” Perazzani per raggiungere gli amati
Leprous. Al nostro arrivo alle 21.30 c’è giusto il tempo di godersi la performance degli islandesi (e a noi sconosciuti)
Agent Fresco, band dal sound affascinante - nonché molto seguita su Spotify - a cavallo tra alternative, post metal, pop e math-rock. Il singer
Arnór Dan Arnarson è coinvolgente nonostante lo stato di salute non ottimale, e riesce nell’impresa di scaldare un pubblico numeroso (ma non troppo) che non vede l’ora di vedere con i propri occhi
Einar Solberg e soci.
Setlist:
Anemoi
He Is Listening
Howls
Pyre
Wait For Me
(Unknown)
See Hell
Angst
Bemoan
Dark Water
Eyes Of A Cloud Catcher
The Autumn RedA cura di Paolo PerazzaniNella serata che consegna alla nazionale di calcio svedese il pass per i mondiali, noi, grazie al cielo, abbiamo di meglio da fare. L’appuntamento al
Circolo Magnolia di Milano è con i
Leprous, band norvegese che, disco dopo disco, si sta imponendo come una delle più interessanti proposte della scena progressive metal. Sono le ore 22:30, e, dopo un breve line-check, sul palco si materializza il violoncellista
Raphael Weinroth-Browne, che introduce il concerto con un breve brano a metà tra la classica e l’elettronica.
Entra in scena la band al completo e si parte con
“Bonneville”, opener del nuovo album
“Malina”. Sin dal primo pezzo si ha la sensazione di una band attenta a ogni elemento del proprio show. Esecuzione impeccabile (“mostruosa” sarebbe più corretto), ottimi suoni e anche un look convincente (materia sconosciuta per molte band). È interessante anche vedere come la ricchezza di suono - riscontrabile negli album in studio - sia fedelmente riprodotta anche live, mediante sintetizzatori e cori affidati a quasi tutti i membri della band.
La scaletta corre veloce - il cantante
Einar Solberg non risulta essere un gran chiacchierone - con una serie di brani tratti dall’ultimo album (
“Stuck”, “Leashes”, “Illuminate”), per poi passare ai brani del precedente lavoro
“The Congregation”. Dall’album vengono eseguite
“The Price”, “Moon” e quella che per me si rivela uno degli highlight della serata, ovverosia
“Rewind”, un brano ossessivo, rabbioso, con un finale violento e claustrofobico (sugli scudi il drummer
Baard Kolstad): applausi.
A far da contrappeso alla violenza del brano precedente arriva la splendida
“Malina”, brano malinconico ed etereo. Il concerto prosegue con un trittico di brani estratti dal fondamentale
“Coal” - vero punto di svolta dello stile della band. Ecco dunque arrivare
“Salt”, “The Valley” (brano quasi
catchy per gli standard dei
Leprous), e
“Echo” a chiudere la prima parte della scaletta. È ancora il violoncellista
Raphael Weinroth-Browne, al quale viene concesso un ulteriore spazio solistico, ad accompagnarci fino ai bis, tratti ancora una volta da
“Malina”:
“Mirage” e
“From The Flame” chiudono così il concerto, durato complessivamente un’ora e mezza.
L’unico appunto alla band potrebbe essere quello di non aver proposto nessun brano tratto da
“Bilateral”: va detto, altresì, che la scelta potrebbe facilmente essere spiegata con la scarsa omogeneità di tali brani rispetto al materiale presente in
“Coal” e negli album seguenti.
In chiusura possiamo dire che, anche nella dimensione live, i
Leprous hanno confermato tutto il bene che si dice di loro, regalando una performance impeccabile e, soprattutto, emozionante.
Setlist:
Bonneville
Stuck
Leashes
Illuminate
The Price
Moon
Rewind
Malina
Salt
The Valley
Echo
Encore: Mirage + From The Flame
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