Avevo un conto in sospeso con i Fates Warning. Poco meno di un anno fa dovevo essere a Brescia con la mia "squadra" ad assistere alla calata italica degli americani per il tour di supporto a "Theories Of Flight", ma galeotta fu l'influenza e quindi addio sogni di gloria. Ma alla fine, dopo mille peripezie, eccola lì davanti ai miei occhi la leggendaria band del Connecticut. Ladies & Gentlemen: Fates Warning!
Ad aprire le danze alle 21:15 in punto sono gli amici
Methodica, talentuoso combo veronese che negli ultimi mesi ha condiviso il palco - tra gli altri - con Dream Theater e Queensrÿche. Il loro progressive metal melodico, accessibile, ma mai banale è il giusto antipasto per il piatto forte della serata. Su tutti spicca l'ugola d'oro di
Massimo Piubelli, peso massimo del microfono che non tarderà molto a farsi notare dal grande pubblico. La band lo supporta a dovere, con
Paolo Iemmi (basso) e
Marco Ciscato (chitarra) impegnati in prima linea a caricare i tanti - con mia sorpresa - spettatori accorsi alla serata
(peccato per il volume bassino, ndr). Sono le 21.55 quando i
Methodica finiscono il loro set, ma ci vorrà ancora un'oretta prima di vedere apparire
Matheos e soci...
Ore 22:45, il
Legend Club di Milano è molto più saturo di quanto avrei mai immaginato
(l'anno scorso l'affluenza a Brescia era stata decisamente scarsotta, ndr). I
Fates Warning arrivano sul palco in fila uno dopo l'altro sulla coda di una base pre-registrata dall'audio osceno e attaccano con
"From The Rooftops". La mia prima impressione - che non ho mai visto gli americani dal vivo - è: "WOW!".
Jim Matheos è incisivo e chirurgico,
Ray Alder è commovente,
Bobby Jarzombek è una macchina da guerra e
Joey Vera lo ospiterei volentieri a casa sul mio comodino. E pure
Mike Abdow - il chitarrista che sostituisce l'ex
Frank Aresti - non scherza per niente. Non si perdono in chiacchiere i progster statunitensi - anzi, quando non suonano o si accordano ci sono spesso dei silenzi imbarazzanti tra un brano e l'altro - nonostante
Alder ci provi a essere coinvolgente. Il pubblico, dal canto suo, dimostrerà un attaccamento alla band sorprendente intonando pressoché ogni singola riga di testo dei brani che verranno proposti durante la serata. La scaletta non è troppo diversa da quella dell'anno scorso, è solo più corposa (2 ore e 10 minuti) ed è stata ripresa per intero per la pubblicazione di un imminente live album - almeno questo è quello che ci ha comunicato
Alder al microfono.
I momenti topici sono davvero tanti, dagli estratti provenienti dall'acclamato
"A Pleasant Shade Of Gray" alle chicche del sottovalutato
"X", passando per i super-classici
"The Ivory Gate Of Dreams" e
"Monument", o i "nuovi classici"
"SOS" e
"The Light And Shade Of Things". Tantissima roba davvero. È l'una in punto quando la band saluta e augura a tutti un
"safe trip back home". Saranno pure brutti e cattivi, ma almeno sono premurosi questi metallari...
Setlist:
From The Rooftops
Life In Still Water
One
Pale Fire
A Pleasant Shade Of Gray, Part III
Seven Stars
SOS
Pieces Of Me
Firefly
The Light And Shade Of Things
Wish
Another Perfect Day
The Ivory Gate Of Dreams: IV. Quietus
Still Remains
A Pleasant Shade Of Gray, Part IX
The Ivory Gate Of Dreams: VII. Acquiescence
The Eleventh Hour
Point Of View
Encore: Through Different Eyes + Monument + Eye To Eye