La notizia che i
Dark Tranquillity fossero intenzionati a registrare un Dvd dal vivo durante questo tour era cosa nota, ma la notizia che tutto ciò si sarebbe realizzato a Milano (la data prima di quella romana) è stato onestamente entusiasmante, il migliore dei modi per far vedere al mondo intero come si supporta una band valida dal vivo, in perfetto stile popolo latino, e lo stesso
Mikael Stanne penso se ne sia accorto, e se ne ricorderà a lungo mentre monteranno il video del concerto.
Purtroppo in questo tour non sono da soli, e dico purtroppo non per criticare le due band di supporto, ma perché magari avrebbero suonato di più, ma questi sono soltanto i soliti deliri da fan esaurito e polemico. Tornando a parlare di musica bisogna dire che soltanto dopo una settimana dal concerto (da antologia) degli Anathema si torna all’Alpheus per un altro show mozzafiato. Qualcuno comunque mi deve ancora spiegare per quale motivo in ogni dove c’è scritto apertura cancelli ore 18.00 e poi invece siamo entrati tutti quanti alle 19.40, misteri della fede, misteri che fra l’altro ormai non stupiscono più nella nostra bedda Italia.
Gli altri due gruppi che si accingono ad aprire le ostilità sono in ordine i
Fear My Thoughts e i
Poisonblack. Quando i primi della lista salgono sul palco è ormai tutto pronto, e un discreto numero di persone si raggruppa sotto al palco per omaggiare questi simpatici Fear My Thoughts che di strada ne hanno fatta parecchia, visto e considerato che il loro ultimo disco
Isolation è il sesto album in pochi anni. Onestamente sono abbastanza distanti dal mio concetto di approccio al Metal, perché vanno a pescare in quelle sonorità che ormai hanno detto tutto quello che c’era da dire… si esattamente lui, il Metalcore. Dal vivo nessuno mette in dubbio le loro capacità esecutive, anche l’impatto è dei migliori, con una sezione ritmica martellante e robusta, con due chitarristi sicuri di se, insomma tutto perfetto, pure troppo con quel velo di plastica che li avvolge. Le canzoni che vengono estratte dal nuovo disco si presentano più pesanti, e spesso emerge un growl cupo e profondo da parte del cantante, ma con quella camicia atroce fra un cowboy e un non so cosa risulta poco credibile. In sostanza una prova senza dubbio positiva, e in fans hanno apprezzato, per quanto mi riguarda non sono riusciti a coinvolgermi nemmeno un poco.
Finalmente si cambia musica, e nel vero senso della parola perché iniziano a fremere i preparativi per la venuta di una band che all’interno della sua line-up porta ancora le magiche scorie di un act ormai disciolto come quello dei
Sentenced. Quando
Ville Laihiala sale sul palco il rischio di orgasmo femminile è quasi collettivo, e loro subito partono alla grande con quel Gothic Metal venato di Rock che dal vivo assume un fascino tutto suo, estremamente comunicativo e trainante. Essendo in promozione i Poisonblack sparano sui presenti gli ultimi brani dal nuovo cd, come la title track di
A Dead Heavy Day e qualche pezzo ovviamente dagli altri dischi. Nulla da ridire, una prestazione energica, sudata e senza la minima sbavatura, e questo non è un fattore che mi stupisce vista l’esperienza ormai più che decennale, non sono certo dei novellini sul palco. Pur conservando una certa immagine fredda e distaccata si sono rivelati alla mano, e molto propensi allo scambio con un pubblico ormai sul punto di esplodere in attesta dei Dark Tranquillity.
Verso le 22.30 tutto è ormai pronto, all’interno del locale si iniziano a raggruppare centinaia di persone sino a raggiungere un tasso di umidità da far sudare le colonne. Non so alla fine della serata quante presenze ci sono state, ma di certo la soddisfazione dei
Dark Tranquillity nel vedere tutta quella gente deve essere stata una bella conferma, e se lo meritano anche. Tutti questi anni di onorata carriera costellati da dischi letteralmente storici, che hanno disegnato e modificato coordinate stilistiche determinanti per tutto l’Heavy Metal non possono passare inosservati, ed ecco quindi che gli applausi, i cori e i gesti di ammirazione da parte dei presenti sono solo un piccolo modo per rendergli grazie. Appena saliti sul palco l’attacco è di quelli devastanti, e si parte con
The Treason Wall,
New Build e
Focus Shift, i più attenti noteranno come vengano pescati dalle ultime pubblicazioni, e soprattutto da come in sede live rendano al meglio. Fa sempre effetto vedere il pubblico cantare unitamente in coro, seguire i ritornelli ed incitare continuamente, praticamente quello che è successo per la maggior parte del concerto. Non mancano poi
The Wonders At Your Feet, la malinconica ma allo stesso tempo potente
ThereIn, oppure
The Mundane And The Magic, tratta dall’ultimo
Fiction. Inizialmente ad essere onesti l’audio non era un gran che, spesso impastato e confuso con il tempo è stato assestato per poi raggiungere livelli ottimali, e una devastante
Final Resistance in molti se la ricorderanno per lungo tempo ancora. Una prestazione a dir poco eccezionale, con un Mikael Stanne ruggente come un leone, mai domo sempre a correre su quel palco alla ricerca del contatto fisico con il pubblico, sembravano un treno in piena corsa con i freni rotti. Si continua imperterriti con
Lost To Apathy e qualche vecchio brano da
The Gallery. Inutile stare qui a fare un scaletta, ci hanno pensato loro ad allestire una set list di quelle fatte apposta per distruggere tutto dal vivo. Alla fine del concerto si arriva stremati, ma con un sorriso perverso sulle labbra, coscienti di aver assistito ad uno show con i fiocchi. Un fiume in piena fatto di potenza, melodia, groove, e quel tocco di malinconia che da sempre i Dark Tranquillity si portano dietro. Stavolta l’hanno fatta grossa.
Malgrado una gestione degli orari non proprio perfetta vanno segnalate sicuramente due cose: la prima è una
Marta Coratella (fotografa di
Rock Hard) in preda a delle strane crisi ogni qual volta il bassista dei Poisonblack provasse soltanto ad avvicinarsi di qualche centimetro verso la sua postazione sotto al palco. La seconda signori miei è l’addetta al merchandising in fondo alla sala, io non so voi ma una cinghiala del genere sarebbe in grado di risollevare anche il peggiore dei concerti, e non era proprio questo il caso. Dio la benedica.
Foto a cura di Chiara Patitucci