(26 luglio 2019) South Of Heaven Fest 2019

Info

Area:Other Area
Provincia:RM
Costo:25 euro
Qualche mese fa lessi di sfuggita uno di quegli annunci che ti mettono di buon umore. Per la prima volta, in cinquant’anni di carriera, infatti, i seminali COVEN sarebbero sbarcati in Italia per ben tre date, e addirittura una di queste nella capitale. Ovviamente ho subito deciso che non avrei potuto lasciarmi scappare l’occasione, e quindi eccomi qui a Roma, in una delle giornate più calde di questa estate 2019.

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Purtroppo quello che poteva essere un piccolo evento, si trasforma come sempre in una mattanza, perché organizzare un concerto al chiuso a Roma nel pieno dell’estate è veramente una follia, a maggior ragione se la tanto decantata “aria condizionata a palla” in realtà è poco più di un lieve venticello, e gli altrettanti decantati “prezzi modici” per food & drink sono tutto tranne che modici. Per questi motivi e per prendere ogni tanto una pausa dovuta (non sono un robot), mancano un paio di gruppi in questo report. Non me ne vogliate…

Veniamo al bill… Compresi gli headliner, i gruppi presenti quest’oggi al SOUTH OF HEAVEN FEST dovevano essere ben dieci! In mattinata, però, si era già a conoscenza del fatto che i Gorilla Pulp non avrebbero più partecipato, non so per quale motivo, e purtroppo in serata anche un altro gruppo non riuscirà ad esibirsi, ma ci arriveremo a breve. Per il resto, ci sono nomi più o meno noti della scena nostrana, più ovviamente i Demon Head, che accompagnano i Coven in tutto il loro tour europeo.

GHOST OF A COSMONAUT
Si parte con i Ghost Of a Cosmonaut, un trio stoner formato da ex membri di Doomraiser, The Foreshadowing e Belladonna. Visti i nomi coinvolti mi aspettavo molto di più da loro, invece mi sono trovato davanti ad uno stoner abbastanza innocuo, e ho notato che i nostri hanno puntato praticamente tutto sul muro di suono, mettendo in secondo piano melodie e arrangiamenti. Niente di entusiasmante in definitiva…

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ARS ONIRICA
Si passa al depressive black doom degli Ars Onirica, e anche in questo caso forse a causa delle mie aspettative piuttosto alte, sono rimasto poco colpito dalla proposta della band romana, che dal vivo non rende quanto in studio. Piccola chiosa: io non sono affatto un tipo che si attacca a questioni estetiche, ma una band che propone queste sonorità dovrebbe badare un po’ di più al proprio look e a creare la giusta atmosfera quando sale on stage. My two cents…

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HURZ
Ed eccoci al fattaccio. Gli Hurz sono già sul palco a montare i loro strumenti quando gli viene comunicato dall’organizzazione che a causa dei ritardi accumulati tra soundcheck iniziale e linecheck dei precedenti gruppi, il tempo a loro disposizione sarebbe stato di soli 10 minuti. Vedere il trio prendere una decisione al volo, smontare i propri strumenti, e decidere (giustamente) di non suonare più, non è stata una bella cosa. Problemi che sicuramente possono starci in un festival con dieci band, ma nessuno ha capito come mai a rimetterci sarebbero dovuti essere soltanto loro. Solidarietà, quindi, agli Hurz, perché nel 2019 ci si aspetta di non dover più assistere a questioni di questo tipo

THE OSSUARY
È ora il momento di una delle migliori band del bill odierno, e cioè i baresi The Ossuary. Il loro è un heavy metal classico pregno di blues e sonorità anni ’70. Ovviamente l’esperienza dei musicisti coinvolti è palpabile (stiamo parlando di ex membri degli storici Natron), e se ci aggiungiamo una capacità innata nel creare melodie vocali e riff che ti entrano subito nel cervello, ecco spiegato l’enorme successo del loro show. Impeccabili dal punto di vista esecutivo, riescono a coinvolgere l’audience e a portarsi a casa, secondo il mio modesto parere, lo scettro di vincitori morali dell’intera giornata, eccezion fatta per gli headliner, ovviamente. Decisamente un gradino più in su degli altri, tant’è che personalmente li avrei messi subito prima dei Demon Head in scaletta…

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CIRCLE OF WITCHES
Quindici anni di carriera hanno fatto meritare ai Circle Of Witches il terz’ultimo posto in scaletta nel bill. Posizione meritata? Per certi versi sì, per altri un po’ meno. Sicuramente l’esperienza si sente, e i nostri cercano in tutti i modi di creare la giusta atmosfera, con tanto di tuniche, candelabri e orpelli vari. Musicalmente parlando, però, a mio parere manca quel quid in più che è lecito aspettarsi da un gruppo con questi anni di vita sulle spalle. Il loro doom è ‘sporcato’ da sonorità più classicamente heavy, ma manca leggermente di personalità, per cui alla fine del concerto ti resta pochino addosso. Bravi, professionali, ma non hanno spiccato particolarmente…

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DEMON HEAD
Siamo quasi in dirittura d’arrivo e quindi è giunta l’ora per i Demon Head di calcare le assi del palco del Teatro Lo Spazio. La band è relativamente giovane, è in giro solo dal 2012, ma sa già il fatto suo ed ha già all’attivo tre full length. Il mix di doom e occult rock funziona abbastanza bene e anche i ragazzi presenti nel teatro dimostrano di apprezzare. Personalmente anche in questo caso c’è qualcosa che non mi convince fino in fondo, ma in ogni caso riconosco lo spessore dello show dei danesi. Pignoleria a parte, il concerto fila via senza intoppi e si percepisce l’esperienza maturata in tour dalla band. Un buon antipasto prima che un pezzo di storia dell’occult rock faccia la sua comparsa sul palco.

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COVEN
Mentre i tecnici sistemano la backline e danno gli ultimi ritocchi al palco, due loschi figuri portano on stage una bara e la sistemano al centro del palco, in piedi. Passano diversi minuti, una decina abbondanti, prima che la band faccia il suo ingresso in sala e la bara si apra. Come prevedibile dal suo interno esce fuori la sensuale Jinx Dawson, fasciata in un completino all black con tanto di mantello svolazzante e una maschera che le copre il volto per tutto il primo brano. La sua voce non è cambiata di una virgola, nonostante i sessantanove anni suonati che ha raggiunto, mentre ci sono diverse cose che non vanno, secondo me, per quanto riguarda la band che l’accompagna. Già, perché Jinx è rimasta l’unica della formazione originale, il resto del gruppo è formato da ragazzetti sicuramente in gamba per quanto riguarda il lato puramente tecnico, chitarrista e batterista in particolare, ma ai quali manca totalmente l’attitudine giusta per interpretare i capolavori che stanno suonando. Il bassista in particolare non mi è piaciuto per niente. Il basso è sempre stato l’elemento principale del sound della band, l’elemento che amalgamava tutto e spingeva i brani. Questa sera è stato suonato maluccio, aveva un suono orrendo, e le variazioni che sono state inserite erano del tutto fuori luogo. In generale, l’impressione che ho avuto, e che mi è stata confermata da più di uno dei presenti, è che ognuno di loro sapesse a manetta la propria parte, ma il sound generale venisse fuori scollegato, come se ognuno suonasse per fatti suoi e non riuscisse a creare il giusto amalgama con gli altri. Finita la disanima puramente tecnica, lascio parlare per un po’ il fan. Ascoltare brani immortali come “Black sabbath”, “For unlawful carnal knowledge”, “White witch of Rose Hall”, “Coven in charing cross” o “Wicked woman” fa venire letteralmente la pelle d’oca, anche e soprattutto perchè, come già detto prima, la voce di “Jinx” è ancora assolutamente magnetica e sensuale, e riesce, da sola, a dare quel valore aggiunto che li ha resi quello che sono: capolavori!

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A notte fonda si arriva così alla fine dello show, sudati fradici ma soddisfatti, tutto sommato, nonostante le perplessità di cui abbiamo appena parlato. Jinx si dilegua (sarà tornata nella sua bara?), noi lasciamo il Teatro Lo Spazio e continuiamo la sauna all’esterno. In definitiva com’è stato questo SOUTH OF HEAVEN FEST? Sulla carta era molto interessante, nella pratica 2 o 3 gruppi in meno, per lasciare più spazio agli altri, e una selezione migliore delle band presenti, secondo me avrebbero giovato alla riuscita del festival, ma si sa, col senno di poi è tutto più semplice. Prima di chiudere, un ringraziamento a Etrurian Legion Production, Morrigan Promotion e Kamelia Production per la disponibilità dimostrata nei confronti di www.metal.it, e a Jennifer Venuti per le bellissime foto.

JennyV.
Foto Facebook
Report a cura di Roberto Alfieri

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 06 ago 2019 alle 01:00

Purtroppo il bar non era gestito da noi e da quanto mi dici il barista è stato ancora più scorretto di quanto pensavo.... ma a fine serata fortunatamente ha ricevuto il ben servito! Per la questione Hurz il problema era alla loro strumentazione ma sono cose che possono accadere in un fest, pazienza...

Inserito il 01 ago 2019 alle 21:51

ciao. non ero al corrente del terzo organizzatore, sono stato avvertito proprio oggi dalla ragazza che ha scattato le foto e l'ho subito aggiunto, mea culpa... per quanto riguarda il caldo, è ovvio che non sia una vostra colpa in quanto organizzatori, ma piuttosto dei gestori del locale. fatto sta che era veramente una sauna, non penso si possa negare. riguardo la birra, invece, ne ho prese due con un'amica e ho pagato 10€, ed erano due 0.3. sarò abituato io male, ma non mi sembra proprio poco... questione hurz: ero lì e ho chiesto sia ai ragazzi del gruppo che ad alessio e le versioni coincidevano, altrimenti non lo avrei di certo scritto. in ogni caso, io non avevo minimamente intenzione di sminuire l'organizzazione, ci mancherebbe, ma è ovvio che chi scrive riporta le sensazioni che percepisce e per gli aspetti tecnici si informa, cosa che penso di aver fatto. il tutto senza polemica, non è nel mio stile. un saluto e ci si vede in giro sotto il prossimo palco...

Inserito il 01 ago 2019 alle 17:11

Grazie per il report ma in qualità di organizzatore dell'evento vorrei fare alcune precisazioni riguardo alle seguenti affermazioni: 1) "organizzare un concerto al chiuso a Roma nel pieno dell’estate è veramente una follia, a maggior ragione se la tanto decantata “aria condizionata a palla” in realtà è poco più di un lieve venticello e gli altrettanti . " Il concerto inizialmente era previsto presso il Rock'n'Roll Garden quindi all'aperto, con la chiusura inaspettata del Fucksia che gestiva lo spazio ci siamo venuti a trovare senza una location estiva e chi sa come funziona a Roma sa che trovare uno spazio esterno adatto in questa città è quantomeno UTOPICO visto che la concessione dei suddetti spazi non viene concessa ai gestori prima di Giugno. Poi la serata si sarebbe dovuta tenere presso il Jailbreak che a sua volta è stato chiuso. Nonostante quest'ennesima battuta d'arresto non ci siamo persi d'animo non essendo nel nostro stile cancellare un evento ed inoltre gestendo l'intero tour dei Coven in Italia siamo dovuti correre ai ripari e prendere la location in cui poi si è svolto il concerto sobbarcandoci tra l'altro costi imprevisti non di poco conto. Per quanto riguarda l'aria condizionata, questa doveva essere accesa dalle ore 12 mentre è stata accesa solo alle 15 (al max della potenza) purtroppo non per volontà nostra ma per problemi della location e comunque essendo uno dei giorni più caldi dell'anno e con il locale strapieno di gente sarebbe cambiato poco. Per quanto riguarda i "decantati “prezzi modici” per food & drink sono tutto tranne che modici" non per polemizzare con lo scrivente ma vorrei sapere come si possa ritenere esosa la richiesta di 4 euro per una birra 0,4 e di 5 euro per una birra da mezzo litro o 4 euro per un panino in un Festival e al centro di Roma poi!!! 2) Per quanto riguarda il " fattaccio" relativo agli Hurz e tralasciando le opinioni espresse nell'articolo sulle band in quanto personali, soggettive e dunque inoppugnabili le cose sono andate totalmente in maniera diversa poichè la loro esibizione non è stata cancellata a causa dei ritardi accumulati tra soundcheck iniziale e linecheck dei precedenti gruppi. Ogni band aveva un cambio palco di 15 minuti comprensivo di linecheck e purtroppo per problemi alla strumentazione della band il loro è andato oltre i 30 minuti e quindi è ovvio che dovendo rispettare degli orari non si è potuto fare diversamente. A nessuno di noi ha fatto piacere che la band non si sia esibita ma da li a far sembrare che noi organizzatori ci si sia accaniti su loro mi sembra quanto meno fuori luogo, magari sarebbe stato meglio informarsi bene prima. Fatte queste dovute precisazioni la serata è stata comunque un successo e si è potuto assistere ad uno show di livello da parte di TUTTE le band e vedere forse per la prima ed ultima volta in Italia ad una leggenda del rock come i Coven. N.B manca uno degli organizzatori tra quelli citati ovvero Kamelia Production senza la quale questa splendida serata non ci sarebbe potuta essere. Ci si vede al prossimo evento & Stay Metal \m/