Domenica 25 luglio 2021 si è tenuto il concerto dei
Sixcircles e
Little Albert nella splendida cornice di Villa Albrizzi Marini presso San Zenone degli Ezzelini (Treviso); l’evento inizialmente previsto per il 3 luglio fu rimandato all’ultimo a causa maltempo, ma alla fine l’evento targato
MagnanimiGnomi (organizzazione che organizza eventi culturali per cercare di promuovere nuovi artisti) si è riuscito a svolgere.
Prima di parlare della serata mi sembra giusto spendere due parole per Villa Albrizzi Marini: parliamo di una villa cinquecentesca con una piccola cappella armena del 1717 e nove ettari di giardino all’italiana, con tanto di bar che propone una serie di cocktail fantasiosi, ristorante, pizzeria, una piccola libreria dell’usato, una sala prove e di registrazione di 35 metri quadri e un percorso di circa 9 km in collina per tutti gli amanti della mountain bike. Un luogo in cui ci si prodiga per promuovere diverse attività culturali tra concerti underground, mostre d’arte e tutta una serie di altre manifestazioni.
Il concerto è previsto per le 19, ma visto che in Italia il pubblico spesso è composto da cronici ritardatari, si aspetta una mezz’ora gagliarda per fare in modo che siano presenti più persone.
E così finalmente i
Sixcircles (una nostra vecchia conoscenza, visto che già al
Bocciodromo di Vicenza
ci impressionarono in maniera più che positiva) cominciano la loro esibizione.
Il duo composto da
Sara e
Giorgio come detto in passato, propone una versione molto personale e riflessiva dello Psych Rock che oggigiorno va tanto in molte frange revivaliste che hanno trovato nello Stoner Rock/Metal una drammatica omologazione: invece la cantante dei
Messa e il polistrumentista siculo presente in una miriade di progetti che dal Death Metal più
becero e ignorante passa per altre cose vicine al
Doom piuttosto che all’
Ambient o al Rock, cercano una via tutta loro tra disgressioni acide, atmosfere Dark, notturne e soffuse condite da testi fatalisti e le armonizzazioni vocali presenti in gran numero che vengono riproposte dal vivo.
In effetti tra i due c’è un certo interplay:
Sara ha una voce potente e decisa,
Giorgio oltre a dimostrarsi un valido cantante, erige un tappetto sonoro che sia in elettrico che in acustico completa l’ottimo uso delle voci. Dal vivo i
Sixcircles si spogliano di basso, batteria, tastiere e harmonium, riuscendo se possibile a rendere ancora più intense canzoni come
“Time of Erosion”,
“Late to Awake”,
“Blue Is the Colour” o
“New Belief Begins” che vengono esaltate da un luogo così intimo e affascinante.
Finita la bella esibizione del duo Dark/Psych ora è il turno di
Little Albert, noto sulle nostre pagine virtuali per essere il chitarrista dei
Messa.
Alberto Piccolo in piena pandemia, durante il 2020 è uscito con il suo primo disco solista nel quale le pennellate Blues del suo stile con la band principale diventano protagoniste assolute.
“Swamp King” forte della sua qualità è riuscito a crearsi una nicchia di appassionati che vanno dal Blues all’Hard Rock passando per lo Stoner.
Già lo scorso anno al
Grind House di Padova ad uno dei suoi primi concerti
Little Albert convinse pienamente e oggi, a distanza di un anno circa, possiamo dire che dal vivo è sempre più dinamico e fantasioso.
Dopo pochi minuti di pausa, l’esibizione comincia subito con una cover rinverdita dallo stile del trio che come detto poc’anzi guarda tanto al Blues quanto All’Hard Rock.
Poi una battuta scherzosa su quanto sia stato difficile organizzare questa serata con i
Sixcircles e si riparte subito in pompa magna con il pezzo più roccioso e Hard Rock del disco, ovvero
“Mary Claire” che si differenzia dalla versione originale per uno spazio solista (molto ispirato) dato al bassista e per un assolo finale di chitarra più breve. Poi la serata continua con un inedito dai toni iniziali più introspettivi, ma dotato poi di un forte crescendo Hard Blues.
Ma cari lettori, sapete qual è il bello di vedere un concerto di
Little Albert dal vivo? Che lui bene o male cambia sempre le carte in tavola, non ripropone mai in maniera uguale le sue canzoni ma le cambia e le modifica sempre in una certa misura: la saltellante
“Outside Woman Blues” qui è riproposta in una versione più veloce di quella originale, con il duo basso e batteria particolarmente arroganti in questo frangente. Pure
“Mean Old Woman” non è una versione pedissequa di quella su disco, con gli assoli e improvvisazioni soliste diverse e più lunghe rispetto alle originali, in
“Bridge of Sighs” (di
Robin Trower, chitarrista storico dei
Procol Harum) Blues, Rock e Stoner si intersecano nuovamente per dar vita ad un Blues psichedelico.
Alla fine viene lasciata proprio la canzone d’apertura del disco solista, la title track che con toni più soffusi e atmosferici viene rinverdita nuovamente con una grande enfasi nei confronti delle improvvisazioni chitarristiche che per l’ennesima volta durante la serata strappano molte ovazioni e apprezzamenti dal pubblico presente.
Ma alla fine arriva anche il bis richiesto a grande voce dal pubblico: il trio ripropone
“Outside Woman Blues”, ma lo fa in un modo ancora più veloce, con un’attitudine quasi da Rock’ N Roll band entusiasmando gli ascoltatori e chiudendo in bellezza la serata.
Cosa rimane da dire? Innanzitutto che nonostante le particolari condizioni in cui nell'ultimo anni si tengono i live, ciò non intacca certe proposte che anzi, vedono in simili situazioni valorizzate visto che si è "costretti" in qualche modo a concentrarsi sulla musica, (ri)scoprendo certi dettagli e sfumature che non sempre vengono a galla a causa magari di una scarsa attenzione data ad essa.
Tra una location affascinante con una grande ricchezza storica e artistica sulle spalle, un buon servizio di bar/ristorante con un personale sempre gentile e disponibile, oltre ad una serie di coktail e ricette molto buone e saporite, direi che la serata è andata alla grande con un pubblico felice ed entusiasta per la musica suonata dagli artisti presenti.
Spero di poter tornare presto in Villa Albrizzi Marini per potermi godere di altra grande musica fatta da realtà magari non molto conosciute, ma sempre di un certo valore musicale che dimostrano come essa, sia anche cibo per l'anima.
Link utili:https://www.facebook.com/sixcirclesbandhttps://nasoni-records.bandcamp.com/album/new-beliefhttps://www.facebook.com/littlealbertblues/https://littlealbertblues.bandcamp.com/releaseshttps://www.facebook.com/VillaAlbrizziMarinihttps://www.facebook.com/magnanimignomi/Sixcircles "Blue Is the Colour":
Little Albert "Bridge of Sighs":