A chi verrebbe mai in mente di registrare un concerto in una piscina abbandonata all’interno di un ex campo militare? Ma ai danesi
VOLA, ovviamente. A dirla tutta, la piscina in oggetto fa parte del parco naturale di Auderød vicino a Copenaghen, e nonostante l’evidente stato di abbandono amplificato dall’abbondante vegetazione spontanea, non ha perso una briciola del fascino impresso dall’architetto
Henning Larsen che l’ha progettata.
Un fascino ancora più indiscutibile grazie all’ottimo lavoro dell’artista audio-visuale Vertigo, responsabile dell’illuminazione (un mix di laser e “tubi luminosi” sparsi su tutto il fondo della piscina) e della scenografia, minimale e magnetica.
Quella dei
VOLA è la perfetta colonna sonora per un’ambientazione così speciale. Non ci sono amplificatori, tutto avviene “in-ear”, per cui è lecito pensare che sia stato fatto un enorme lavoro di post-produzione, cristallizzato nel mix eccellente del chitarrista e cantante
Asger Mygind (chissà come deve suonare un rullante in una location del genere! ndr).
La scaletta di concentra soprattutto sull’ultimo e ottimo
“Witness” (al momento sempre in cima alla mia Top 2021), ma nell’ora abbondante di spettacolo c’è spazio anche per episodi provenienti dal recente passato dei danesi, che oggi hanno all’attivo tre album (
“Inmazes”,
“Applause Of A Distant Crowd” e il sopraccitato
“Witness”).
Oltre al frontman, spicca la solidità della sezione ritmica, con la coppia
Janzi/Mogensen potente e precisa controbilanciata dal tastierismo misurato e mai banale di
Werner. Anche il ricorso a basi preregistrate è limitato e non penalizza la resa complessiva dei brani (peccato solo per la strofa rap di
“These Black Claws” senza
Shahmen).
Nell’epoca degli eventi in streaming,
“VOLA Live From The Pool” è il trionfo della personalità sull’immediatezza, con un occhio di riguardo alla performance, spesso migliore di quella di tante altre band molto più blasonate.
Avanti così
VOLA.
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