Sono ormai diversi i festival musicali che si rincorrono per lo
stivale, ed uno dei più riusciti - sin dalle sue prime edizioni - è il
Luppolo in Rock. Come vedremo anche l'edizione del 2022, pur con qualche defezione dell'ultimo minuto, peraltro gestita in maniera puntuale e professionale, ha confermato come questo appuntamento sia uno di quelli da non perdersi...
Il lungo fine settimana dedicato al
Luppolo in Rock, si avvia sotto un sole cocente, e sul palco i primi che incontreremo saranno i
Silenzio Profondo che all'ultimo minuto hanno dovuto sostituire gli Scala Mercalli, bloccati da problemi di salute.
Va comunque ricordato che quello stesso palco è stato scenario, sin da martedì 12 luglio di un’anteprima (ad ingresso gratuito) dove si sono avvicendate formazioni italiane, da giovani speranze sino ad assolute certezze, come
Gunjack,
Tossic,
Rain e
Dark Quarterer. Ed è stato un peccato non aver potuto prendere parte, e supportare, anche a queste serate. Il sottoscritto è arrivato, infatti, solo nella giornata di venerdì, e dopo una mattinata da turista per la piacevole e tranquilla Cremona, si è presentato comunque puntuale al Parco Ex Colonie Padane.
Come puntuali sono saliti sul palco i già citati
Silenzio Profondo, autori di un paio di album e di un demo che sono stati ben accolti sulle pagine di Metal.it, così come li accolgono i primi spettatori, purtroppo non ancora molti visto che siamo proprio alle prime battute del festival. La formazione mantovana pesca una manciata di brani dal loro repertorio, un Heavy Metal classico e in debito con la N.W.O.B.H.M. ben rappresentato da "
Supernova" ma anche dalla scanzonata "
Jack Daniel's".
Tocca quindi ai
Furor Gallico salire sulle assi del palco, se i Silenzio Profondo era stati una bella sorpresa, la loro è una importante conferma. Sinora non mi hanno mai deluso, su disco e tantomeno dal vivo. Una prova energica, pagana, folk e legata alla tradizione delle loro terre, che si esalta nelle note di "
Canto D’Inverno", "
Venti Di Imbolc" e soprattutto quella "
La Caccia Morta" che mi emoziona puntalmente.
Altro biglietto e altro giro di giostra, che ci porta ad un repentino cambio di atmosfere, visto che è giunto il momento di
Jesper Binzer e della sua band. Togliamoci subito il dente: in scaletta nessun brano dei D.A.D. solo brani del repertorio solista del cantante danese che si presenta sul palco indossando una camicia di jeans con delle vistose frange e sfoggiando sorrisi e sguardi buffi ai presenti, ai quali poi, durante "
Kings of Evil", va pure a battere il cinque scendendosene dal palco. Una decina di brani trai quali si fanno notare "
Life is Moving", la ballad "
Real Love", ma anche la conclusiva "T
he Future Is Now".
In realtà il futuro è nella mani dei finlandesi
Moonsorrow, che con il senso dell'alternanza che gli organizzatori del
Luppolo in Rock hanno dedicato alla prima serata del festival, ci riportano in un contesto dove ritroviamo il Folk Metal, per quanto con pochi punti di contatto con i Furor Gallico, vista la preponderanza di atmosfere Viking e Black Metal, se non la scelta di utilizzare il proprio linguaggio natale per i testi delle loro canzoni. Ecco così snocciolare una dopo l'altro brani agguerriti, sin dall'opener "
Ukkosenjumalan Poika" per passare da "
Sankarihauta" sino a "
Ihmisen Aika (Kumarrus Pimeyteen)". Non sono mai stato un loro grande fan, ma devo riconoscere che stasera hanno messo su un bello spettacolo.
The show must go on... ed ecco che il finale del venerdi è tutto nelle mani di
Jorn Lande, o meglio nella sua ugola, visto il talento che il cantante norvegese ha ampiamente dimostrato di avere. Ma il concerto di stasera conferma quanto ho sempre detto (e credo anche scritto da qualche parte...), che
Lande è un grande interprete che si esalta alle prese con brani importanti, e stasera ne snocciolerà parecchi, ma poco incisivo con il suo repertorio. Ecco, infatti, che episodi come il singolo "
Dead London" o la comunque discreta "
Out to Every Nation" non reggono (e come potrebbero) il confronto con le cover di classici come "
The Mob Rules", "
747 Strangers in the Night" o "
Rainbow in the Dark". Non solo le sole cover della serata,
Jorn Lande va a pescare anche "
Ride Like the Wind" di Christopher Cross, "
Too Scared to Run" degli Uriah Heep e "
Are You Ready?" dei Thin Lizzy, dando vita ad uno spettacolo vivace e coinvolgente nel quale è ben coadiuvato dai musicisti che lo accompagnano, anche se dobbiamo registrare l'assenza del chitarrista (per problemi di salute) Tore Moren, comunque compensata dalla presenza al fianco di Lande di Alessandro Dal Vecchio alla tastiera e di Francesco Jovino alla batteria.
Are You Ready to Rock? Si, stasera lo siamo stati. E possiamo andare e ritemprarci per essere in grado di reggere altri due giorni di grande musica, tante emozioni... e un gran caldo!
Foto a cura di Sergio Rapetti