(23 luglio 2023) Luppolo in Rock Festival Day 3

Info

Provincia:CR
Costo:€ 45,00
Il festival fatto dai fans per i fans
Grande musica
Ottima birra
No pit
No token
Parcheggio gratuito
”:

Manifesto del Luppolo in Rock presentato dopo le tante polemiche, in larga parte giuste e sensate, riversate dal pubblico pagante di alcuni grandi eventi Rock/Metal tenutisi nell’ultimo mese nella nostra penisola e culminate con la data milanese degli Iron Maiden, che ha letteralmente invaso il web di critiche a dir poco feroci.

Dopo una giornata dedicata all’Hard Rock contemporaneo con una forte presenza scandinava e la seconda giornata quasi completamente dedicata all’Heavy Metal più classico e oltranzista, alla domenica è stata riservata la parte più estrema di questa kermesse.
Sulle prime due si è già espresso il buon Ermo, ora per certe nefandezze sonore la patata bollente passa a me e quindi con la velocità di un blast beat ci buttiamo subito nella mischia: gli Slug Gore sono una giovane band da Ravenna, hanno all’attivo un singolo ed un ep di dieci minuti oltre a una tonnellata di concerti all’attivo (il sottoscritto li ha già visti ben quattro volte da febbraio).
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In formazione troviamo due youtubers (il cantante Poldo e il batterista Danny Metal) e questa è un po’ la loro croce e delizia, perché da un lato attirano un certo numero di ragazzi giovani che magari si avvicinano per la prima volta al Metal e alla musica live, ma poi li porta molte critiche (pretestuose e gratuite) che purtroppo non tengono conto della musica da loro prodotta perché colpevoli secondo i loro detrattori di essere dei paraculati perché appunto personaggi già conosciuti.
Ma al di là che ci suoni Poldo, piuttosto che Papa Francesco, Berlusconi o chi per loro, a Cremona gli Slug Gore hanno fatto davvero un buon concerto, erano molto in forma (mentre al Dissonance li trovai “spompi”), grande carica, una sana attitudine cazzara e un gran tiro: il Goregrind dal taglio americano fortemente “slammoso” (qualcuno ha detto Fulci?) del gruppo dal vivo piglia bene, soprattutto grazie ad un batterista sopra la media e ad un cantate che sulle assi del palco dà tutto se stesso.
Ah, per l’occasione hanno anche presentato tre pezzi nuovi.
Diamogli tempo e vediamo cosa combineranno con il primo album in studio, ma credo che ne sentiremo delle belle.

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Con un certo rispetto per gli orari si continua ancora con sonorità particolarmente estreme ed ecco che gli alfieri del Grindcore italiano entrano in gioco.
35 anni di attività, un sound più metal oriented rispetto ai folli esordi noisecore eppure i Cripple Bastards non solo non hanno perso un minimo di cattiveria nel loro sound, ma se possibile è pure aumentata.
Scaletta che pesca un po’ da tutte le fasi della carriera e da classici immancabili come “Padroni”, “1974”, “Prospettive Limitate”, “Polizia…una Razza da Estinguere”, “Morte da Tossico”, “Il tuo Amico Morto” o “Misantropo a Senso Unico” (e chi più ne ha, più ne metta), c’è tanto, tantissimo spazio per canzoni provenienti pure dai loro lavori più recenti: “Variante alla Morte” (2008), “Nero in Metastasi” (2014) e “La Fine Cresce da Dentro” (2018) dimostrano chiaramente come i grinders italiani abbiano sbagliato poco o niente nella loro carriera e dal vivo sono di un’intensità senza pari.
Perché? Semplicemente perché le schegge impazzite comunemente chiamate canzoni vengono riversate sul pubblico senza pause di sorta, una dietro l’altra come una mitragliatrice spara i suoi proiettili rivolti al nemico.
In realtà una pausa c’è stata, perché Raphael Saini ha fatto fare una gran brutta fine al rullante e quindi lo si è sostituito.
Praticamente sul palco ci siamo trovati una line up grandiosa con la presenza teorica di quattro headliner.
Un livello terribilmente alto, checché se ne dica.

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Adesso passiamo alla storia, fatta di gioie e di dolori, ma quello dei Possessed è un nome che scalda sicuramente il cuore dei metallari vecchia scuola: il Thrash maligno dei nord americani anticipò di fatto il Death Metal e nonostante una discografia molto magra a livello di uscite, l’importanza di questo gruppo è assolutamente fuori discussione.
Poi a livello umano, al buon Jeff Becerra ne sono successe una per colore, eppure, nonostante tutto è ancora qui tra noi a dispensare un po’ di sana dose Thrash/Death Metal e blasfemie assortite.
Purtroppo però la chicca rappresentata dalla presenza di questo nome di culto non è stata valorizzata a dovere e l’esibizione live dei Possessed è stata minata da dei suoni non all’altezza, specialmente per quanto riguarda il bilanciamento dei volumi che ha visto la voce cedere rispetto al resto del tessuto sonoro e di rimando si sentiva poco.
CHE GRAN PECCATO!
Sia perché pure l’ultima volta che il gruppo ha suonato in Italia ebbe dei grossi problemi di suoni, sia perché questi classici meriterebbero di essere ascoltati con un livello audio migliore.
Piccola considerazione finale: le canzoni dal bel “Revelations of Oblivion” (2019), si incastrano perfettamente con il resto della scaletta proposta da questi musicisti.
Il gruppo lascia il palco, ma rimane l’amaro in bocca per loro.

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Ed eccoci arrivati ad uno dei set piu' attesi di questa edizioni di luppolo in rock 2023, I Soulfly combo yankee/brasiliano capitanato da Max Cavalera non ha certo bisogno di presentazioni ed assaltano i presenti con la title track del secondo album "Primitive", i suoni inizialmente sono ancora un po' da "rodare" cosi come anche la voce del leader maximo che incespica un paio di volte sui fraseggi ritmati e crossover della song di apertura, ma non appena parte "No hope = No fear" la macchina da riff si lancia a folle corsa, ed il pubblico presente risponde con un pogo furibondo che proseguira per tutta la durata del concerto.
Si prosegue con "Downstroy" e "Seek and Strike", ed i nostri ci fanno capire che lo show di stasera sarà incentrato sul passato remoto della band cosa che il pubblico presente sembra apprezzare. La promozione dell'ultimo album in studio "Totem" è affidata alle ottime "Superstition" e "Scourning the vile" dove il fido bassista Mike Leon supporta alle backing vocals il vecchio Max (nell'album il cantato era dell'ospite speciale John Tardy degli Obituary).
Un attimo di pausa per riprendere fiato e la band si ripresenta sul palco con Cavalera che indossa una maglia della Cremonese, e ricorda a tutti noi orgogliosamente che è di origini Italiane non senza le imprecazioni ormai di rito nei concerti sul suolo Italico.
Il trittico finale si apre con un salto nel passato musicale dell'iconico frontman affidato alla micidiale accoppiata "Refuse/Resist" dei Sepultura e "Wasting Ways" dei Nailbomb, mentre in chiusura di concerto i nostri fanno il giochino in salsa Slipknot con jumpthefuckup in cui invitano tutti i presenti a sedersi per terra per poi esplodere in un salto collettivo al grido di "jump jump motherfucker", nel tripudio dei presenti. Max saluti tutti, in pieno spirito da festival, accennando un riff dei Carcass prossimi a salire sullo stage di quello che è sicuramente stato uno degli eventi metal del 2023.

Report Soulfly a cura di Davide Dade Avigo


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Ed ecco che alla fine arrivano gli headliner della serata, i Carcass che a quanto pare non gli è bastato creare terrore e scompiglio al Rock in Roma per nostra fortuna.
Dal putrescente Goregrind degli esordi al Death Metal melodico e chirurgico odierno, il Rot ‘N Roll della band di Liverpool ne ha vista di acqua sotto i ponti, non trovate?
Eppure anche qui nonostante alcuni passi falsi (“Swansong”?) ed un certo periodo di inattività tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000, la premiata ditta Jeff Walker & Bill Steer è pronta a massacrare i timpani del prossimo e in questo festival, il gruppo era davvero in gran forma.
Ormai i Carcass da diversi anni sono tra i principali protagonisti del Death Metal britannico e dal vivo, quel piglio Rock ‘N Roll che in parte è riemerso nell’ultimo “Torn Arteries” (2021), rendono le loro canzoni ancora più entusiasmanti dal vivo.
Ed il bello di tutto questo sapete qual è?
Che nonostante gli attuali Carcass siano molto lontani dal Grindcore degli esordi, la loro proposta a metà tra il Death ‘N Roll e il Melodic Death Metal, continua ad avere un gran gusto per i riffs di chitarra che a volte sfiorano certo Heavy Metal britannico (Arch Enemy prendete appunti!), con assoli a volte velatamente Hard/Stoner (Bill Steer suona nei Firebird dopotutto…) e i ritornelli non vanno a parare su quelle aperture melodiche zuccherose tipiche di certo Metalcore che tanto hanno rovinato un certo Death Metal svedese degli ultimi anni (vero In Flames?).
La band britannica è tra gli esempi positivi di come si possa cambiare pelle, magari aumentando parecchio la componente melodica, ma senza per forza di cose uscendosene con risultati raffazzonati.
La scaletta di domenica 23 luglio ha toccato molti album della loro carriera, tra le immancabili frattaglie servite da classici come “Heartwork” o “Necroticism - Descanting The Insalubrious”, fino a giungere ad estratti sonori presi da lavori più recenti.
Tutto questo è stato posto con dei buoni suoni, una band in gran forma (tra cui spicca il caro vecchio Jeff Walker), un certo entusiasmo da parte di musicisti e pubblico, oltre che ad un certo grado di coinvolgimento ed i presenti presi molto bene.

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Alla fine, nonostante qualche intoppo (suoni dei Possessed in primis, ma anche ad alcuni nei come le poche casse e quindi a code un po’ lunghe a volte o a prezzi di certe cibarie un po’ care), l’edizione del Luppolo in Rock del 2023 è stato un successo che ha sfiorato il trionfo su più punti, ma quello principale è che la family dimostra come anche in Italia sia possibile fare un festival Metal nel quale NON si tratta l’avventore come una vacca da mungere fino all’ultimo euro.

E di questo ne dovremmo essere tutti grati, al di là dei nostri gusti musicali.
Lunga vita al Luppolo in Rock quindi, ci si vede il prossimo anno!

Link utili:
https://www.facebook.com/luppoloinrock
https://www.facebook.com/ilregnodelluppolo
https://www.facebook.com/sluggore
https://www.facebook.com/cripplebastards
https://www.facebook.com/possessedofficial
https://www.facebook.com/SoulflyOfficial
https://www.facebook.com/OfficialCarcass
Report a cura di Seba Dall

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