The Quireboys: This is rock'n'roll

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Spike non fa certo parte della categoria dei rocker salutisti ed ha sul viso tutti i segni di lunghe notti a base di Bacco, tabacco, Venere e musica. Quando io e la Contessa Bathory arriviamo all'Islington Academy ci fanno accomodare in un camerino e ci dicono che arriverà subito. Ma noi restiamo in piedi, guardandoci perplesse. Nella stanza c'è una puzza che toglie il fiato ed immediatamente ne individuiamo la fonte, ovvero il bagno, la cui porta deve essere difettosa e non si chiude. Il primo pensiero è che Spike dovrebbe cominciare seriamente a pensare alla sua dieta, il secondo è di sgomento di fronte alla prospettiva di restare lì per un'ora. Poi ce lo ritroviamo alle spalle: "Caz… che puzza! Andiamo nel mio camerino, questo è quello dei Bonafide. Dovreste scriverlo nell'intervista che il loro bagno puzza di mer... Ahah!". Semplice e compagnone come se fosse al pub, ci offre più volte da bere ed uno speciale pass per il bar nel dopo concerto... che il suo manager dimenticherà di darci, ma vabbè. Dall'uscita di A Bit Of What You Fancy nel '90 i Quireboys sono diventati un classico dello sleazy rock; quasi trent’anni di storia alle spalle ed il nuovo Beautiful Curse uscito quest'anno...

Siete in giro da parecchio tempo, qual è il segreto per la vostra longevità?
Divertirci con quello che facciamo. Quando ho fondato la band avevo diciassette anni ed era il 1984, il primo cd è uscito sei anni dopo. Molti gruppi fanno in tempo a sciogliersi in sei anni.
Avete avuto uno stop solo durante il periodo del grunge...
Quando è esploso il grunge noi eravamo attivi già da nove anni e cominciavamo ad essere stanchi. Dopo A Bit Of What You Fancy abbiamo passato un anno intero in tour in giro per il mondo. L’America è stata devastante: fra feste, donne e alcool ci siamo divertiti ma fisicamente consumati. Poi è uscito il secondo disco ed il tutto stava ricominciando. Complice il periodo non proprio positivo per i generi diversi dal grunge, abbiamo deciso di prenderci un po’ di riposo. Non ci siamo mai sciolti, abbiamo fatto concerti ininterrottamente fino a che non abbiamo deciso di entrare di nuovo in studio.
Avete registrato più dischi dopo il vostro come back nel 2001 che prima…
Invecchiando abbiamo imparato a darci una regolata, ahah!
Parliamo del nuovo disco…
Abbiamo scelto Chris Tsangarides, che conosciamo da tanti anni. Chris ha avuto uno studio a Londra dagli anni ’70 e quando ha chiuso ha preso tutto l'equipaggiamento con sé e si è trasferito. Parliamo di ampli, microfoni, ecc “vecchio stile”, esattamente il tipo di strumentazione con cui ci piace suonare, niente marchingegni digitali. Amo gli strumenti classici, il calore ed il feeling che trasmettono, molto diverso dai suoni freddi di adesso. Non mi sento per nulla a mio agio con la tecnologia; riesco a stento ad usare il computer ed ora che ho questo nuovo cellulare moderno faccio fatica pure a capire come funziona, ahahah! Lo stile è rimasto pressoché invariato, restiamo legati alla tradizione rock‘n'roll inglese. Il bello dell’hard rock è che, pur mantenendo una matrice sonora ben precisa, è aperto a contaminazioni che danno ad ogni gruppo un suo stile particolare. Bands americane come i Cinderella, per esempio, hanno forti influenze blues. Per i testi continuo ad ispirarmi a ciò che ci succede nella vita, non siamo mai stati una band politica.
Qual'è la "meravigliosa maledizione" dell'album?
La donna dei tuoi sogni, quella che non vuoi lasciare andare!
Cosa pensi dell’attuale scena musicale?
Sembra che siano nate nuove bands negli ultimi tempi. Non è come quando abbiamo iniziato noi. Ci sono più posti in cui suonare, più Università in cui puoi organizzare concerti. Il giorno più bello della mia vita è stato quando abbiamo fatto per la prima volta il sold out al Marquee [storico locale di Londra ora chiuso, ndr], con file di persone fin dietro l'angolo. Oggi sono cambiate le condizioni. Per assurdo ci sono bands come i Bad Touch, che hanno appena vent'anni e fanno esattamente la stessa musica che facevamo noi all'epoca, ma hanno un tour bus con il loro nome sulla fiancata, o suonano in posti come questo, dove ognuno ha il suo camerino separato. Sono cambiati parzialmente anche i costumi, ora ci sono molti più rocker salutisti… no junk food, alcool sì ma moderatamente, no sigarette… Ahah!
Il miglior posto in cui hai suonato?
Ovunque è diverso. Eravamo in Brasile a Novembre dell’anno scorso ed è stato incredibile. Ovunque andiamo abbiamo sempre lo zoccolo duro dei nostri fans che ci segue. Molte bands non escono dall'Inghilterra e, se a noi fosse successo lo stesso, avremmo chiuso parecchio tempo fa. Andiamo in giro un po' per tutto il mondo, certi posti li stiamo visitando adesso per la prima volta, ce la viviamo. Abbiamo suonato in una crociera rock, dalla Florida alle Bahamas, con i Cinderella e lo rifaremo a Marzo. Spero di tornare in Giappone, dove non suoniamo da 20 anni; siamo stati enormi lì. Cerchiamo di andare ovunque possiamo.
Qual'è la band che vi ha influenzato maggiormente?
I Rolling Stones, naturalmente!
La stampa ha sempre parlato di Rod Stewart come di un tuo punto di riferimento…
E' buffo, perché in realtà, quando ha lasciato i Faces ed ha iniziato la carriera solista, io non cantavo ancora ma suonavo la chitarra. In generale non ne sono mai stato particolarmente fan.
Piani futuri?
Abbiamo un singolo che esce a Natale, Mother Mary; registriamo il live di stasera per un dvd… Sembra davvero che ci sia parecchia spinta al momento: ovunque suoniamo è pieno di gente, il nuovo album sta avendo buone recensioni, anche se non ci sono più negozi di dischi, per cui la gente viene ai concerti e siamo tornati al puro passaparola. Mi sorprende soprattutto vedere così tanti ragazzi tra il pubblico, ci sono ovviamente tutti i fans di vecchia data, ma di fianco a loro c'è tanta gente giovane. Una sera mentre suonavo avevo di fronte due ragazzini di sedici anni, vestiti esattamente come me! E' stato parecchio strano. Saremo in tour in Europa fino quasi a Natale, passeremo anche in Italia per due date ai primi di Novembre. Poi fra la fine di Gennaio e la fine di Febbraio del prossimo anno faremo delle date qui in Inghilterra con un live interamente acustico, ci saranno anche dei violini. Ci vediamo lì!
Intervista a cura di Laura Archini

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