Magnitude 9 (Ron Johnson, guitars)

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Rob Jonhson è uno dei chitarristi più bravi della scena metal americana, e i suoi Magnitude9 si stanno pian piano facendo un nome nella scena Progressive Metal. Ecco cosa ci ha detto dopo l'uscita di “Decoding the Soul”, il terzo disco della formazione statunitense.

Ciao Rob! Come stai?
Tutto bene, grazie! Come vanno le cose lì in Italia?

Tutto nella norma. Sei mai stato dalle nostre parti, Rob?
No, purtroppo non ne ho mai avuto l'occasione! Amo davvero il vostro paese, e spero di poterlo visitare presto, magari sorseggiando un bicchiere di Marsala! (ride)

Cominciamo dal nuovo album. “Decoding the Soul” è stato appena pubblicato, ce ne vuoi parlare un po'?
Certamente. Siamo molto felici del nuovo album, è un buon disco di Progressive Metal melodico, e crediamo che sia il nostro miglior album di sempre. Ci sono molte canzoni belle, e molti assoli di chitarra... in Italia vi piacciono gli assoli, no? (ride) Quindi spero vi piaccia il mio stile!

Quali pensi che siano le differenze principali con i due dischi precedenti?
Il nostro primo cd, “Chaos in Control”, è del 1998, mentre l'ultimo disco è “Reality in Focus”, uscito nel 2001. Quei due cd probabilmente sono più progressive, mentre quest'ultimo forse è più maturo, credo che le canzoni siano migliori, c'è una ricerca maggiore della melodia. Ritengo che col passare degli anni la band stia crescendo, soprattutto dal punto di vista del songwriting, e sicuramente in “Decoding the Soul” è presente buona parte del materiale migliore che abbiamo mai scritto. Speriamo davvero che piaccia ai fan italiani.

Perchè avete scelto “Decoding the Soul” come titolo del disco?
Perchè adesso, con il progresso delle tecniche scientifiche, in base all'analisi del DNA si può risalire alle caratteristiche del tuo fisico, come ad esempio il colore degli occhi. E visto che sul disco sono presenti molte canzoni che parlano di noi, della nostra vita, dei nostri sentimenti, abbiamo pensato che, “decodificando la tua anima”, sia possibile capire che tipo di persona sei, quello che pensano gli uomini. Comunque non è un concept album, cerchiamo di scrivere testi riguardanti la realtà delle cose, non dei racconti. Non scriviamo di demoni, o di draghi (ride), scriviamo di te, delle situazioni in cui sei coinvolto, delle relazioni che hai con le altre persone.

Se parlate di situazioni e cose reali, perchè sulla copertina del booklet ci sono delle astronavi?
E' sempre legato al concetto di “analizzare l'anima”. L'idea di base è questa: abbiamo immaginato che arrivassero sulla Terra delle creature da altri pianeti, con l'intenzione di analizzare gli esseri umani, di studiarli, ed è per questo che dalle loro astronavi partono dei raggi di luce. Non sono ostili, sono semplicemente qui per conoscerci.

La copertina mi ricorda molto il film di qualche anno fa “Independence Day”. In quel caso però gli alieni erano piuttosto pericolosi. Ne sei stato in qualche modo influenzato?
No, non l'ho mai visto! In ogni caso gli alieni della nostra copertina sono delle stupende donne nude... non sarebbe una grandiosa invasione?! (ride)

Molte persone credono che il terzo disco sia il più importante nella carriera di un gruppo. Cosa ti aspetti da “Decoding the Soul”?
Sono d'accordo, credo che il terzo disco sia molto importante per una band, e spesso può portare molte novità all'interno di una formazione. Ma credo che, nel caso dei Magnitude9, l'unico cambiamento rispetto al passato è che stiamo diventando dei migliori songwriter, che le nostre canzoni stiano diventando più incisive, e che ci sia più melodia che negli altri dischi.

Però c'è stato un cambiamento nella line-up dei Magnitude9, giusto?
Esattamente. Abbiamo un nuovo bassista, che sostituisce Kevin Chown. Kevin ci ha lasciato perchè ha avuto l'opportunità di entrare a far parte degli Uncle Cracker, un gruppo decisamente famoso qui negli States, che vende un sacco di dischi e guadagna un sacco di soldi (ride). Quindi ci siamo lasciati in maniera del tutto amichevole, ed è stato necessario trovare un sostituito. Il nuovo membro si chiama Ian Ringler.

I Magnitude9 sono una formazione relativamente “sconosciuta” al grande pubblico. Ci vuoi parlare dei suoi membri, e dei loro background musicali?
Certamente. Io sono Rob Jonhson, suono la chitarra, e il modo in cui suono risente profondamente dell'influenza di Steve Vai, Joe Satriani e John Petrucci, specialmente negli assoli. Il nostro singer è Corey Brown, il suo stile è molto vicino a quello di James LaBrie dei Dream Theater e di Bruce Dickinson degli Iron Maiden. Il nostro drummer e John Homan, gli piacciono molto batteristi come Mike Portnoy, Mike Terrana, Scott Travis. Il nostro nuovo bassista, Ian Ringler, è un ragazzo di grande talento, ed è principalmente influenzato da Yngwie Malmsteen e Steve Harris. Il nostro tastierista è invece Joseph Glean, e gli piace molto Jens Johansson, e tastieristi di questo genere. Il gruppo è insieme dal 1998, e abbiamo tutti più o meno le stesse influenze, Dream Theater, Malmsteen, e così via. Io sono il principale compositore del gruppo, scrivo la maggior parte del materiale e incido dei demo, che poi passo agli altri membri della band. Loro li ascoltano e propongono modifiche o idee nuove. Corey invece scrive tutti i testi e le linee vocali; spesso io gli propongo un tema, o il titolo di una canzone, e lui elabora il testo.

Qual è invece il significato del nome della band?
Magnitude9 significa “molto potente, estremamente aggressivo”. La “magnitudine” è un'unità di misura che viene utilizzata per stabilire l'energia che si libera durante un terremoto, quindi su una scala da 1 a 10, 9 è decisamente molto, molto forte! Ci piace la potenza del Power Metal, ma anche il Progressive Metal.

Nel vostro sound questo si nota facilmente. Ricordate in alcuni passaggi i Fates Warning, o i Dream Theater, e in altri gli Iron Maiden, di cui avete anche suonato una cover sul secondo disco, “Flight of Icarus”...
Gli Iron Maiden ci piacciono moltissimo! I miei album preferiti sono “Piece of Mind”, “Somewhere in Time” e “Powerslave”. Gli Iron sono sempre stati un gruppo straordinario, hanno scritto delle canzoni bellissime, e sono degli ottimi musicisti. E la stessa cosa si può dire di Queensryche, Fates Warning, e anche di Malmsteen.

Rimanendo in tema, ti è piaciuto l'ultimo disco dei Maiden?
Ohh... “Dance of Death”? E' un buon disco, ma mi piacciono di più i vecchi classici. Ci sono due o tre buone canzoni... ma nei vecchi dischi c'erano SOLO buone canzoni! (ride)

E cosa mi dici di “Train of Thought” dei Dream Theater?
Mi è piaciuto molto, è il più heavy che abbiano mai suonato! John Petrucci suona moltissimi shredding solos, la chitarra ha un suono graffiante. Credo sia il loro miglior album dai tempi di Awake, anche se, a mio parere, il migliore rimane “Images & Words”.

Quale obiettivo ti poni con l'uscita del nuovo album?
Il nostro scopo è di conquistare un numero sempre maggiore di fan, in ogni nazione europea, in modo da potere, in futuro, venire in tour in Europa. Ci piacerebbe moltissimo suonare in Germania e in Italia! Vorremmo davvero crearci un seguito fedele di appassionati, poterli incontrare ai nostri concerti, per poi incidere nuovi dischi.

Qual è la tua canzone preferita di “Decoding the Soul”?
Probabilmente la mia song preferita è la prima dell'album, “New Dimension”, perchè è un buon compromesso di melodia e potenza, con delle belle linee vocali, e credo che ogni membro del gruppo suoni in maniera fantastica in quel pezzo... e poi credo che l'assolo sia uno dei più belli del disco!

Come è nata la tua passione per la chitarra?
Ero solo un ragazzino, ma dopo aver visto su MTV i video dei Van Halen e di Malmsteen ho deciso che avrei dovuto imparare a suonare la chitarra! Così ho lavorato sulla mia tecnica, ispirandomi molto a Steve Vai e Jason Becker.

Com'è la scena metal negli States? Siete aiutati in qualche modo dalle TV?
Non tanto dalle tv, quanto piuttosto dalle radio. Ma la scena sta pian piano migliorando, rispetto a qualche anno fa. Ovviamente non è come in Europa o in Giappone, ma è già un passo in avanti. C'è un gruppo italiano che mi piace un sacco, i Labyrinth: ho il loro “Return to Heaven Denied”, e lo adoro letteralmente. E credo che i Magnitude9 potrebbero piacere anche ai fan italiani dei Labyrinth! (ride)

E' previsto un tour in Europa in seguito all'uscita del disco?
Al momento no, purtroppo. Dipenderà molto dalle vendite dell'album. Sappiamo che i Symphony X hanno dovuto aspettare quattro album prima di poter fare un tour in Europa. “Decoding the Soul” è solo il terzo album dei Magnitude9, quindi potrebbe essere necessario un altro disco! (ride) E' decisamente necessario creare prima una “base” di fan che possano venire ai nostri concerti, altrimenti la nostra label non potrebbe sostenere le spese del tour.

Sei stato gentilissimo Rob. A te il microfono per chiudere questa intervista!
Certamente. Speriamo di potere incontrare i nostri fan italiani, un giorno o l'altro, e ci auguriamo che il cd vi piaccia e che lo compriate. Vogliamo anche sapere cosa ne pensate: nel booklet c'è il nostro indirizzo email, quindi scriveteci tutto quello che vi passa per la testa, e vi risponderemo di sicuro. Ciao ciao!

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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