Cadaveria: screeches from silence

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Gruppo:Cadaveria

E'una creatura in costante mutazione, Cadaveria, realtà radicata nella scena italiana con i suoi 14 anni di militanza ed in grado, passo dopo passo, di conquistarsi una forte dignità anche fuori dai confini patrii. Una creatura che, partendo dallo splendido debut album 'The Shadows Madame' ha saputo crescere, cambiare pelle, evolversi passando attraverso il controverso 'Far Away From Comformity', il minimalista 'In Your Blood', l'eccellente 'Horror Metal', l'album che ha rimesso tutto in gioco, ed approdando all'ultimo'Silence', disco intenso, multiforme, che partendo dalle tradizionali radici black sviscera dal punto di vista sonoro, lirico e visivo quella componente gothic che da sempre ha aleggiato sulla band piemontese. Prendiamo spunto dalla recente notizia dell'ingresso in seno al gruppo del bassista Peter Dayton, nome d'arte che cela l'ascia dei Necrodeath GL, chiamato a sostituire il membro storico Killer Bob, per ripercorrere insieme alla carismatica Cadaveria la storia della sua creatura, attraverso i suoi intensi album sino all'ultimo 'Silence”

Prima di arrivare a 'Silence' vorrei andare a riscoprire il vostro passato discografico. Mi date per piacere il vostro personale giudizio/pensiero/opinione "a mente fredda" dei vostri lavori precedenti? Si parte con 'The Shadows Madame':
“Un bell’album di debutto che ha fatto subito capire qual è il nostro sound. CD pluri-licenziato in diversi paesi (dall’Inghilterra al Brasile) e andato sempre in sold out, tanto da richiedere un’ulteriore ristampa nel 2013 (in versione rimasterizzata). E’ un album a cui i fan sono molto affezionati e dal vivo non possiamo esimerci dal suonare canzoni come 'Spell' e 'Circle of Eternal Becoming'. A me piace ancora, ma allo stesso tempo mi sembra passata un’eternità da quell’11 settembre 2001, in cui noi eravamo beati in studio di registrazione immersi nel nostro loop creativo mentre le torri gemelle crollavano”.
'Far Away from Comformity':
“Un album pieno di brani interessanti ma all’epoca (2005) non adeguatamente valorizzato. Nostra pecca non avere fatto uscire neanche un videoclip di un pezzo tratto da quell’album”.
'In Your Blood'
“E’ un disco minimalista, forse il più distante da quello che sono i Cadaveria oggi”.
‘Horror Metal’
“Posso definirlo un successo. E’ un album cruciale per la nostra carriera, perché con esso si è evoluto il nostro modo di fare musica”.
Che cosa rappresenta per voi un album come 'Silence'? E' un semplice "passaggio" nel vostro percorso stilistico artistico o è qualcosa di più, magari un'evoluzione della band sia da un punto di vista lirico che compositivo?
“Se ci sono delle evoluzioni me ne accorgo di solito quando riascolto i nostri album dopo un po’ che sono usciti, invece mentre componiamo tutto mi sembra naturale, e non penso che magari stiamo facendo un cambiamento. Per quanto riguarda la composizione i riff sono nati in modo spontaneo e indipendente dai testi. Ho lavorato poi molto con il chitarrista Dick Laurent per amalgamare liriche e musica, sia a livello melodico che di mood, e per dare una forma diciamo armoniosa alle canzoni, curandone bene la struttura. Questo ha fatto nascere canzoni che ti restano in testa. I testi sono una trasposizione del mio flusso di coscienza, come in parte già era stato per 'Horror Metal' e nell’interpretazione sono andata molto a sensazioni. Il risultato del lavoro che abbiamo svolto, anche in qualità di produttori di noi stessi, ci soddisfa molto: il disco è spettrale e sinistro ma ha potenza e sprigiona energia. Ogni nostro album fotografa un momento della storia del gruppo, non si tratta di semplici “passaggi” ma di punti di arrivo e di ripartenza per il lavoro successivo”.
Come è stata la gestazione di questo lavoro? Come è stata la lavorazione del disco?
“Le prime idee sono nate nel 2012 e durante il 2013 sono stati scritti tutti i riff. Io ho lavorato sui testi principalmente tra novembre e dicembre, completando appunti, emozioni e riflessioni appuntate nei mesi precedenti, tra un live e l'altro e l’uscita del doppio DVD retrospettivo 'Karma'. Come dicevo ci sono state lunghe sessioni di condivisione tra me e Dick Laurent, a cui sono seguite numerose prove collettive per prepararci alla pre-produzione. Siamo entrati in studio per le registrazioni effettive a maggio 2014 e fino a settembre abbiamo apportato cambiamenti e migliorie. L'album è prodotto interamente da noi, registrato, mixato e masterizzato in tre diversi studi italiani di nostra gestione. Lavoro faticoso ma molto esaltante”.
Gironzolando per internet il termine più usato per inquadrare il sound della band è black metal. A mio avviso il termine è almeno riduttivo visto che siete riusciti a dare vita negli anni ad un sound originale e almeno di difficile catalogazione. Voi, personalmente, vi ritrovate ancora nel termine black metal? Come inquadrereste la vostra proposta sonora?
“Le etichette ci sono sempre andare strette. Forse il termine che più ci rappresenta è horror metal perchè ben si addice a descrivere l’alone notturno che permea testi ed atmosfere.
Nella musica dei Cadaveria sono sempre coesistite le influenze black, death, thrash e gotiche. In particolare in 'Silence' si percepisce da una parte la schiettezza e la potenza dei primi tre generi che ho citato, dall’altra la spettralità del gotico più autentico, quello che in architettura può essere rappresentato dalla cattedrale di Notre-Dame de Paris e dai suoi gargoyle… Siamo consci di avere uno stile personale e ne siamo contenti”.
Ancora una volta l'impressione è che grande peso nel disco lo rivestano le liriche delle canzoni. Volete parlarcene?
“Chi avrà voglia di leggersi bene i testi avrà una chiave di lettura ulteriore per 'Silence'. Entrerà nei miei ragionamenti malati sui temi dell'esistenza, del tempo, della morte e del destino beffardo. E’ il rumore della mia mente analitica; quando scrivo questo rumore si placa e subentra il silenzio. Quando registro le canzoni fisso questi pensieri e raggiungo uno stato di maggior quiete e consapevolezza. Suonandole dal vivo condivido con gli altri questo mio mondo fatto di bei sogni e di incubi”.
C'è una canzone alla quale siete maggiormente legati e che pensate possa inquadrare alla perfezione lo spirito di 'Silence'?
“No, non direi. Gli undici brani di Silence hanno ognuno una loro identità e completezza e allo stesso tempo sono tutti pezzi di uno puzzle che si completa nel disco. 'Carnival of Doom', uscita come singolo su iTunes, è stata scelta perché ha una struttura ordinata, un riffing carnevalesco e malato, e vocalmente contiene i miei due registi, screaming-growl e clean, adeguatamente bilanciati. Il testo e la musica si rifanno all’immaginario drammatico del circo e dei vecchi luna park, quindi visivamente è un brano molto cinematografico e ne può nascere un video… ciononostante questa canzone non può dirsi rappresentativa dell’intero album. Quindi vi tocca ascoltarvelo tutto!”
Nel 2013 avete tenuto un lungo tour in Sud America. Come è stata accolta la band in quei Paesi? Quale è il ricordo più bello che vi portate dietro da quell'esperienza?
“Il tour si è tenuto tra ottobre e novembre. E’ stato bellissimo suonare in Messico a cavallo del Dia de los Muertos: tutto è addobbato con teschi, macabre ghirlande e candele, dalle finestre delle case, ai club, ai ristoranti, alle stazioni di servizio. Queste coreografie cimiteriali e la splendida accoglienza e risposta del pubblico ci ha fatto sentire come a casa! Impressionante la devozione dei fan sudamericani: pensa che uno di loro mi ha omaggiata di una sua opera d’arte, una riproduzione di me in miniatura, in terracotta dipinta a mano, con perfetti dettagli del mio trucco e di uno dei miei abiti di scena. Splendide emozioni e grande orgoglio nell’aver riempito locali come il Teatro Estudio Cavaret di Guadalajara, di solito riservati ai nomi più importanti del metal internazionale”.

Foto: Valentina Mignone Art
www.sogniamatitaartlab.com
Intervista a cura di Fabio Magliano

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