Kari Rueslatten: il dolce canto del nord

Dolce e malinconia come la magia dell’autunno. Potremmo descrivere così la bravissima Kari Rueslatten, artista che si è fatta conoscere nel panorama metal per essere stata la vocalist degli ormai sciolti The Third And The Mortal, band che negli anni ’90 ha dato un notevole contributo alla scena gothic metal europea insieme ad altri gruppi capostipiti del genere, come The Gathering e Theatre Of Tragedy. La bella cantante norvegese, ora ben avviata nel music business con la sua carriera solista, si appresta quest’anno a regalare un altro fantastico disco, “To The North”, una sorta di viaggio che racconta le origini di questa fantastica artista. Vista l'occasione succulenta, MH ha interpellato Kari per una piacevole chiaccherata dove ci presenta il suo nuovissimo platter.

Siamo oggi qui per parlare del tuo nuovo album, “To The North”, che io stessa descriverei come un viaggio musicale alternato da episodi bui, legati alla tipica sensazione malinconica ad altri più ariosi, raggianti, il tuo ovviamente dato dalla tua voce che dona ancora più profondità e spessore ai brani. Io stessa ho tuttora i brividi…
Oh, ti ringrazio!
Tu come descriveresti questa release?
Credo che “To The North” sia un album malinconico, un po’ cupo e ambient, troviamo persino qualche elemento folk che fa capolino e forse è persino meno heavy rispetto a “Time To Tell”, il mio penultimo album. Mantiene ancora quel feeling acustico ma ha un sound lievemente più marcato, se così si può dire.
Perché hai scelto proprio questo titolo per questa tua nuova release?
A dire il vero, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente! Ho scelto il titolo dell’album ancor prima di scrivere i testi per questo disco, volevo qualcosa che esplorasse maggiormente le mie radici e la mia forte ispirazione per la musica folk norvegese, la natura e il folklore. Volevo che l’atmosfera di questo disco fosse ancora più malinconia e cupa perché io stessa mi sento così. Per me si è trattato di scrivere la colonna sonora delle mie emozioni!
Da un primo ascolto, ho notato subito che l'album ha anche un’atmosfera molto live, ha un sound molto organico. Cosa ci puoi dire del processo di registrazione?
Mi piace il fatto che tu abbia usato volutamente la parola “organico” e abbia detto che il disco ha un’atmosfera live, perché quando ho registrato il disco, volevo che fosse registrato proprio in questo modo. Volevo far sì che questo fosse un disco da poter suonare dal vivo, insieme alla band, perché sai, a volte ti capita di aggiungere uno strumento alla volta, ma io stessa ho voluto che tutti gli strumenti fossero legati… Sai, la magia sta anche in questo, riuscire a trasmettere questa sensazione anche nel momento in cui ti esibisci di fronte alle persone; proprio per questo motivo ho voluto registrare il disco così, per dare alla gente, al mio pubblico questa sensazione. Credo che, poi, ci sia una dinamica ‘extra’ legata alle canzoni, c’è una maggior concentrazione, per me è una cosa speciale vedere questa sinergia, vedere che tutti quanti sono in grado di suonare insieme a te. Devi essere in grado di rimanere concentrato quando ti esibisci e questa è una cosa importante per la realizzazione di un disco.

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C'è qualcosa che ti ha particolarmente ispirata per questo album?
Credo che l’ispirazione sia un po’ scaturita dai miei viaggi fatti in Brasile, Chile e Messico. Sai, ho viaggiato praticamente in lungo e in largo per tutto il pianeta e quando sono arrivata in quei posti, mi sono sentita a casa. È una sensazione strana ma è come se avessi incontrato nuovi amici, è stato un momento molto, molto speciale! Ho avuto questa sensazione, è come se fossi tornata a casa. “To The North” per me rappresenta anche questo, una sorta di ritorno a casa, si tratta perlopiù di uno stato mentale. Ho avuto lo stesso feeling anche quando ho iniziato a comporre le tracce del disco.
Sai Kari, io stessa sono molto affascinata dalla cultura scandinava, in particolar modo quella norvegese e durante l'ascolto nella mia mente si son intercorse tantissime immagini mentali, ho chiuso gli occhi e mi son immaginata di trovarmi di fronte all'aurora boreale, ai tipici paesaggi che solo la Norvegia può offrire. Queste immagini mentali sono scaturite durante l'ascolto di “What We Have Lost” e “Dance With The King”. Sarebbe assurdo affermare che quest'album potrebbe essere una specie di colonna sonora dedicata appunto alla Norvegia, alla sua cultura, ai suoi scenari?
Sì, sono molto lusingata di tutto ciò! Sotto molti punti di vista, credo che questo disco sia una sorta di colonna sonora di questi scenari ai quali mi sono ispirata, in particolar modo i paesaggi norvegesi… è tutto così bello, verde, ma allo stesso tempo può essere pericoloso… Sì, mi piace questa definizione che hai detto a “To The North”.
Molti artisti, tra cui i Midnattsol e la bellissima Liv Kristine, della quale parleremo tra poco, spesso traggono ispirazione dalla propria cultura, dalla mitologia norrena, dalla propria storia. Tempo fa ho avuto di parlarne con Liv, ma non mi dispiacerebbe avere anche un tuo punto di vista. Quanto è importante la tua cultura per te?
Lo è molto! Quando ero piccina, mio padre mi ha insegnato e mi ha introdotta nella musica folk, narrandomi anche la storia e ricordo che mi divertivo molto ad ascoltare i suoi racconti. Quella è stata senza dubbio una grosse fonte di ispirazione e mi ha permesso di creare qualcosa di veramente speciale. Ricordo anche di essermi appassionata di questa musica e di queste favole etniche legate ad altri paesi, soprattutto perché raccontavano episodi storici particolari, venuti prima della nostra attuale epoca. Era una sorta di viaggio in epoche medievali…
Sono stata colpita da una frase che hai detto: “I´m interested in creating emotions in the listener, and mental resting places that allow people to close their eyes and transcend to a different environment”. Potrebbe sembrare scontato ma qual è l'esperienza che desidereresti regalare ai fan con questa pubblicazione?
Mi piace molto ascoltare la musica quando sono in viaggio, non mi piace pensare alla musica come una sorta di “background”. Credo che questo discorso possa applicarsi anche a tutte quelle persone che ascoltano la mia musica, cercano di trovare quel posto nel quale rifugiarsi, cercano di vivere nel loro mondo. Questo è quello che piace fare a me, è quello che sento.

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L'album è stato anticipato da due brani, “Turn, Turn, Turn”, celebre cover dei The Byrds e “Battle Forevermore”. Cosa puoi dirci di questi due specifici brani?
Posso dirti che il brano “Turn, Turn, Turn” era stato inizialmente scelto per un festival che si tiene ogni anno qui in Norvegia. Sai, questo festival ogni anno propone un tema diverso, il tema di quest’anno era il tempo e avevo scelto questo pezzo specifico proprio perché ha a che fare con il tempo. Il tempo di fare qualsiasi cosa, il tempo di vivere, il tempo di morire… Mi era stato chiesto se volessi partecipare e presentare una mia versione di questo brano per la cerimonia iniziale di questo festival. Ovviamente per me si è trattato di un grande onore, ero lusingata di poter realizzare una cosa simile, però il tutto accadeva durante la realizzazione di “To The North” e ho pensato che il brano si adattasse bene al mood, all’atmosfera del disco e delle tematiche affrontate, quindi ho deciso di includerla nel disco. Quando poi ho riascoltato tutti i brani nella loro interezza, ho pensato che si adattasse molto bene. Per quel che riguarda “Battle Forevermore”, è uno dei primi brani che ho composto per il disco. È un brano che potremmo definire “notturno” sotto tanti punti di vista. Non lo definirei necessariamente cupo, ma… come posso dirti… beh ecco, è un pezzo che mi piace! Ehehe. Proprio perché mi piace così tanto, l’ho scelto come singolo!
Forse è presto per dirlo, ma stai già programmando un tour volto alla promozione di “To The North”? Non ti nascondo che mi piacerebbe tantissimo vederti in sede live!
Mi piacerebbe tantissimo poter venire in Italia! Non abbiamo ancora dei piani concreti in merito ad un tour, ci saranno alcune date programmate in Germania, Olanda e Norvegia ma non c’è ancora nulla di programmato per l’Italia. Mi piacerebbe veramente tanto poter suonare lì, sono stata nel vostro paese solo una volta ed è stato molto bello!
Se ne è già parlato in passato ma mi piacerebbe chiederti qualcosa in merito alla tua collaborazione con Tuomas Holopainen in “Why So Lonely”. Lo stesso Holopainen ha più volte affermato che i The 3rd and the Mortal lo hanno ispirato a fondare i Nightwish. Cosa ci puoi dire di questo strabiliante artista e dell’annessa collaborazione avuta in “Time To Tell”? Se non sbaglio, proprio recentemente avete condiviso il palcoscenico con i Nightwish...
Sì, credo che Tuomas abbia dichiarato più volte che i The Third And The Mortal lo abbiano ispirato a fondare i Nightwish, ma c’è da dire anche che lui ha giocato un ruolo fondamentale per quel che riguarda il mio ritorno sulle scene. È stato lui ad ispirarmi e a far sì che tornassi! Quando l’ho incontrato circa due anni fa per la prima volta, non avevo in mente di tornare a calcare le scene e comporre, quindi, nuova musica. Quando ci siamo incontrati, lui stesso mi ha chiesto il perché non volessi più creare nuove cose e, lì per lì, ho accampato un po’ di scuse, ma proprio da lì è nato lo spunto per creare i brani di “Time To Tell”. È stata una cosa naturale per lui aiutarmi nella composizione al pianoforte del brano “Why So Lonely?”.
Ora vorrei chiederti qualcosa relativo al progetto The Sirens che vanta la partecipazione di Anneke e Liv Kristine. Ti andrebbe di raccontarci qualcosa di questo progetto?
Certo, il progetto The Sirens è nato come un progetto dal vivo, una band live. Volevamo riproporre alcuni brani delle nostre vecchie band, ovvero i The Third And The Mortal, i The Gathering e i Theatre Of Tragedy, senza disdegnare ovviamente alcuni brani relativi alle nostre carriere soliste. Una volta ritrovate, abbiamo messo assieme questo primo show dal vivo e da subito abbiamo ottenuto dei feedback, dei riscontri molto buoni! Il primo tour si è trasformato poi in un altro tour e siamo arrivate anche a partecipare ad alcuni festival estivi. Per me si tratta di un’esperienza incredibile, poiché condivido il palcoscenico con due artiste favolose, sono persone dolcissime. Ci divertiamo moltissimo e far parte di questo progetto è un’esperienza incredibile. È fantastico essere riuscite a realizzare questa cosa insieme! Al momento non ci sono progetti concreti in merito ad altri concerti o alla registrazione di un disco vero e proprio, ma se tutto andrà come previsto, succederà qualcosa. Tutte quante noi ora abbiamo alle spalle un nuovo disco solista, non so quando e se succederà ma se tutto andrà bene, ci inventeremo qualcosa!

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Sostanzialmente sarà un progetto musicale volto solo per i live show o ci sarà anche l'intenzione di realizzare un album in studio?
A noi piace molto cantare tutte quante assieme, non sono però sicura del fatto di poter realizzare un disco in studio, ma chi lo sa? Chissà cosa potrebbe mai succedere in futuro… A noi certamente piace calcare il palcoscenico, è una bella esperienza!
Presumo sarà piuttosto difficile avere le mitiche tre del panorama gothic metal in Italia, perché so che durante l'anno partecipate a pochi show, molto selezionati se così possiamo dire...
No, infatti! C’è un programma molto intenso per quanto riguarda noi tre. Sarebbe bello, però, poter venire in Italia, decisamente!
Ok Kari, nella speranza di vederti presto in Italia in veste solista o accompagnata dalla Sirens ti auguro tutto il meglio, o meglio: lykke till! Come la tradizione vuole, ti lascio le parole finali da condividere con i nostri lettori!
Tusen takk! Grazie mille! Innanzitutto, vorrei salutare tutti quanti, spero che possiate trovare il tempo per dare un ascolto ai miei nuovi brani in quanto l’ho realizzato con il mio cuore per il vostro!
Intervista a cura di Arianna G.

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