“Course Of Events”, uscito un mesetto fa, non ci ha lasciati indifferenti. Abbiamo avuto l’occasione di scambiare due parole con Kristoffer Jessen, chitarrista dei Cold Night For Alligators per approfondire alcuni aspetti della loro musica. Buona lettura!
Ciao Kristoffer e benvenuto sul Metalhammer.it! Parlaci un po’ dei Cold Night For Alligators: come vi siete conosciuti e come avete iniziato a scrivere musica?
Io, Niklas e Roar ci siamo conosciuti durante le scuole superiori e abbiamo formato la band nel 2008. Già allora iniziammo a comporre qualcosa. Più tardi, con l’arrivo di Christian e Johan, il progetto si è concretizzato definitivamente.
Come definireste la vostra musica?
Per noi si tratta di technical/progressive metal. Non ci interessa molto parlare di generi ma se dovessi etichettare i Cold Night For Alligators potresti definirli così.
Il vostro nome, secondo me, è fighissimo: da dove viene?
Beh grazie di cuore! A dire il vero qualcuno di noi l’ha scoperto per sbaglio sul web. Non ricordo chi sia stato ma quando è stato presentato a tutta la band abbiamo pensato che funzionasse. “Cold Night For Alligators” non suggerisce hip-hop, jazz, rock, metal o pop: questo è il motivo per cui ci è piaciuto.
So che avete suonato in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia: dov’è più apprezzata la vostra musica?
Direi in Gran Bretagna. Non che non siamo stati apprezzati in altri posti, anzi, però l’accoglienza ricevuta nel Regno Unito è impressionante.
Avete vinto il premio come “Best Metal Act” ai Danish Underground Music Awards del 2011: come ci si sente?
Quel riconoscimento per noi è stato fondamentale, ci ha dato molta più visibilità come metal band in Danimarca. Avevamo già fatto tour importanti ma quel premio ha decisamente “smosso” qualcosa qui a casa nostra.
Non capita spesso di avere a che fare con band danesi: cosa potete dirci della scena metal nella vostra nazione?
Qui da noi la scena metal moderna è davvero florida! Band come The Interbeing, Vola, Evra e Ghost Iris stanno davvero spingendo la Danimarca verso nuove vette artistiche. Detto questo, nonostante la crescita degli ultimi 10-15 anni, le band metal sono ancora poche.
Quello che ho apprezzato di più ascoltando “Course Of Events” è la vostra capacità di scrivere canzoni brevi, cosa poco comune per le band a voi assimilabili: è stato deciso a tavolino o è semplicemente “accaduto”?
A dire il vero questa cosa non è stata decisa a priori. Scriviamo la musica che ci piace suonare. Ad esempio nessuno sapeva che un brano come “Querencia” sarebbe durato più di nove minuti! Ci sembrava ok ed è il motivo per cui l’abbiamo fatto. Non proviamo a essere come i Between The Buried And Me o i Dream Theater, il range delle nostre canzoni va dai tre minuti di “Daydream” ai nove di “Querencia”. Scriviamo quello che ci sembra funzionare.
Passerete in Italia per promuovere il disco?
Sfortunatamente al momento non è previsto ma AMIAMO l’Italia. Personalmente il vostro paese è uno di quelli che preferisco al mondo.
Grazie per l’intervista! Volete lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Grazie a voi e a tutti i nostri sostenitori italiani. “Course Of Events” è uscito a gennaio, dategli un ascolto e fateci sapere cosa ne pensate, grazie!
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