Southern Empire: l'impero della mente

Info

Il debutto dei “Southern Empire” è stato una gran bella sorpresa. Sean Timms (ex-Unitopia nonché mastermind del progetto) ci parla della sua nuova creatura che farà la gioia dei tanti amanti del prog rock di classe più genuino.

Ciao Sean e benvenuto sul Metal.it! Sei soddisfatto dei riscontri dell’album finora?
Come potrei non esserlo? Il feedback è stato strepitoso e abbiamo ricevuto recensioni eccellenti, oltre a una montagna di messaggi su Facebook. Sapere di aver prodotto qualcosa di apprezzato da così tanta gente da’ grandi soddisfazioni.
Quali sono gli artisti a cui ti ispiri per le tue composizioni?
Sono tantissimi! Ovviamente I “classici” del prog come Yes, Genesis, Pink Floyd ma anche i più recenti tipo Spock’s Beard, IQ, Transatlantic, Moon Safari e in parte anche i Dream Theater. Mi piacciono anche i Prefab Sprout (credo che Paddy McAloon sia un compositore fenomenale) e cantautori come James Taylor e Shawn Colvin. Come vedi ho gusti molto eterogenei! Mi piacciono il jazz funk, i Toto, i Supertramp, Thomas Dolby, Paul Buchanan and The Blue Nile, Nicolette Larson… e potrei andare avanti a lungo (ride, ndr)!
Come hai conosciuto gli altri membri della band?
Conosco Danny da molti anni. Anche se non avevamo mai suonato insieme dal vivo l’avevo coinvolto regolarmente come turnista nelle mie produzioni per pubblicità televisive e radiofoniche. L’avevo visto esibirsi dal vivo con la sua band Clearway molte volte ed è stata la mia prima scelta quando stavo cercando un cantante per i Southern Empire. Di Cam avevo sentito parlare molto anche se non lo conoscevo personalmente. Un paio di anni fa aveva partecipato all’Adelaide International Guitar Festival e quando l’ho sentito suonare mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta! Gli ho chiesto se avrebbe potuto interessargli far parte della band e mi ha risposto mandandomi un breve filmato di lui che suona un assolo fantastico su “How Long”. Jex e Brody sono stati scelti attraverso delle audizioni e sono eccezionali sia come musicisti che come persone.
La vostra proposta è fatta di prog rock, parti più heavy, interludi jazz e world music, ma rimane sempre molto accessibile: dove sta il segreto?
Questa è una domanda difficile! Il mio lavoro quotidiano in TV/Radio consiste nell’attirare l’attenzione della gente in pochi secondi e forse è per questo che ho imparato a scrivere melodie efficaci. Detto questo, penso che le canzoni debbano funzionare a prescindere dai fronzoli o dagli abbellimenti che si possono aggiungere. Spero che le mie funzionino (ride, ndr)!
Ti piace il progressive rock italiano?
Apprezzo tutto il prog rock se ben fatto e il prog italiano non fa eccezione. Se è ben suonato, ben prodotto e ben scritto sono sicuro che mi piacerà (ride, ndr)!
Da dove viene il nome “Southern Empire”?
Non è stato per niente facile trovare un nome alla band. Ho chiesto ai miei compagni di pensare autonomamente a delle alternative. Volevo qualcosa che dicesse “Australia” senza scadere nella banalità di cose tipo “Down Under” o simili. Danny mi ha mostrato un lungo elenco di possibilità sul suo telefono e “Southern Empire” è stata quella che mi ha impressionato di più. Suona “epico” e allo stesso tempo coerente con le nostre vite, dato che veniamo tutti dal Sud dell’Australia.
Devo ammettere che per il sottoscritto Sean Timms significa Unitopia: posso chiederti cosa vi ha portato allo scioglimento?
Ti capisco, siamo stati insieme a lungo e abbiamo avuto anche un certo successo. Senza entrare troppo nel dettaglio, Marco Trueack (cantante degli Unitopia, ndr) e io siamo semplicemente due persone molto diverse. Lui ha un certo modo di fare le cose che non sempre mi vede d’accordo. Sono successe alcuni avvenimenti che non mi sono piaciuti e ho deciso che ne avevo abbastanza e che non ne volevo più sapere. Detto questo, io e Mark siamo ancora in contatto e gli auguro ogni bene con i suoi progetti.
L’etichetta GEP sta mettendo sotto contratto alcuni dei nomi più apprezzati del prog mondiale (Big Big Train, IQ, Purposeful Poropoise…): com’è avvenuto il contatto con questa label?
Devo tutto a Thomas Waber della InsideOut. Attraverso una lunga Skype call con Thomas e Michael Holmes della GEP ho capito che si sarebbero presi cura dei Southern Empire nel migliore dei modi. Finora è andato tutto molto bene!
Penso che il mix fatto da Gabs Agostino sia davvero pregevole: come hai capito che sarebbe stato l’uomo giusto con cui lavorare?
Per ogni aspetto legato all’album volevo fare le cose in maniera differente rispetto a come le avevo sempre fatte con gli Unitopia. Prima ero io a registrare tutti gli strumenti separatamente e a mixare gli album. Questa volta volevo registrare la band dal vivo e avere un’altra persona che si dedicasse al mix in modo da potermi concentrare esclusivamente sulla produzione. Gabs ha un’enorme esperienza maturata negli anni e avevo lavorato con lui in precedenza per degli spot pubblicitari con reciproca soddisfazione.
Suoni vari strumenti in questo disco: puoi dirci qualcosa rispetto alla tua formazione musicale?
Ho iniziato a suonare il pianoforte all’età di 10 anni per poi prendere in mano il sassofono durante la scuola superiore. In quegli anni mi sono anche avvicinato alla chitarra “tradizionale” e alla chitarra lap steel. Le tastiere sono comunque il mio strumento principale, quello con cui mi trovo più a mio agio. Non mi considero affatto un polistrumentista (ride, ndr)!
L’Australia ha sfornato molte band valide negli ultimi anni (penso agli Arcane, ai Caligula’s Horse, ai Voyager…): c’è qualche artista che apprezzi particolarmente che consiglieresti?
A dire il vero, anche se quelle che hai citato sono tutte ottime band, non sono il tipo di musica che ascolto di solito, quindi in un certo senso non ho “l’autorità” per risponderti (ride, ndr)! Detto questo attualmente i Toehider sono la mia band australiana preferita. Il loro leader Mike Mills è un compositore molto dotato e un cantante pazzesco!
Quale pensi che sia la traccia più rappresentativa di “Southern Empire”? Perché?
Direi “The Bridge That Binds”. Dato che tutto il materiale è stato scritto prima che la band esistesse, credo che il prossimo album sarà molto più rappresentativo di quello che siamo. Le canzoni di “Southern Empire” erano state scritte per il nuovo capitolo Unitopia ma poi sai come è andata a finire. Ora che so con chi ho a che fare nella band ci saranno sicuramente dei cambiamenti sulle modalità di scrittura. I miei compagni per primi stanno facendo molte proposte per il prossimo album per cui la collaborazione sarà sicuramente maggiore.
Arriva l’estate: parteciperete a qualche festival per promuovere il disco?
Suoneremo in Gran Bretagna e in Europa a metà/fine del 2017.
Puoi già darci qualche anticipazione sul prossimo album?
Abbiamo metà del nuovo materiale pronto da registrare. Comunque in questa fase siamo concentrati sul lancio ufficiale del disco di debutto che avverrà il 22 maggio.
Grazie Sean per il tuo tempo, sentiti libero di lasciare un messaggio ai nostri lettori.
É stato davvero un piacere. Grazie per averci ascoltato e per aver apprezzato il nostro lavoro. Significa molto sapere che così tanta gente in giro per il mondo ama ciò che facciamo. I Southern Empire fanno un bel “CIAO!” a tutti i fan sparsi in Europa e in particolare in Italia. Anche se sono sicuro che Danny con il suo italiano sarebbe stato molto più eloquente di me (ride, ndr)!
Intervista a cura di Gabriele Marangoni

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?