Anathema: ottimisti ma non troppo (Daniel Cavanagh, guitars)

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Doveva essere un'intervista come tante quella con Daniel "Danny" Cavanagh, ma dopo pochi minuti l'incontenibile chitarrista inglese ha iniziato a prendere le redini della chiacchierata e a portarmi dove voleva lui. Abbiate pazienza di arrivare fino in fondo a questa (lunga) pagina e scoprirete delle cose molto interessanti su "The Optimist" ma non solo...

Ciao Daniel, sono davvero onorato di poter parlare con te...
Ciao! Grazie mille! (in italiano, ndr)
Che mi racconti? Come vanno le cose?
Abbastanza bene grazie, c'è molto da fare in questo periodo...
Posso immaginare! Iniziamo parlando del nuovo album "The Optimist": come descriveresti il processo creativo che ha portato alla stesura dell'album?
Direi che questa volta siamo stati molto concentrati sull'obiettivo. C'è voluto tempo per realizzare l'album e per realizzarlo bene, da Aprile a Novembre 2016 circa, ed è nato per lo più in studio a Londra. Ha cominciato ad assumere una forma precisa verso Agosto, almeno per me, quando abbiamo ipotizzato di dare un seguito ad "A Fine Day To Exit". Non so bene come sia venuta fuori questa cosa, ci stavamo lavorando e a un certo punto è come se l'energia sprigionata dalla musica ci avesse guidato verso questa soluzione. Non so bene come spiegare...
So che è sempre difficile parlare di come nascono le canzoni...
Capisco che per un fan la domanda che mi hai posto possa essere molto interessante, ma onestamente non ci penso mai un granché quando ci sono dentro. Però posso assicurarti che abbiamo lavorato sodo per molto tempo per raggiungere questo risultato, è stato oneroso da tutti i punti di vista ma ne sono assolutamente orgoglioso.
Com'è lavorare con Tony Doogan? Avete parlato di registrazioni dal feeling molto "live", è corretto?
Questa cosa è vera a metà. Tutte le batterie sono state registrate suonando con la band (o almeno con buona parte di essa), e per questo le batterie hanno quel groove di cui parli che scaturisce dal guardare negli occhi chi suona con te. Quando poi registri nuovamente le chitarre, le batterie conservano questa energia, e tutta la canzone ne risente positivamente. Questa ad esempio è stata un'idea di Tony, che è un produttore davvero incredibile, tant'è che tutte le volte che riascolto l'album "lo sento" perché ha influito molto sul sound complessivo: è aggressivo, intenso, "maleducato", cattivo. Un critico musicale ha detto che le chitarre sono "devastanti". Le canzoni sono nostre, ma Tony da parte sua ha fatto un lavoro eccezionale, come a suo tempo ha fatto Christer (Christer-André Cederberg, il produttore precedente, ndr). Lavoro ancora con Christer, ci sentiamo regolarmente, ha anche mixato il mio nuovo album solista che dovrebbe uscire presto (il seguito di "Memory And Meaning", auto-prodotto e uscito nel 2015, ndr). Sai, Tony è scozzese, per cui ha un approccio molto "selvaggio" ("wild", cit.) che se ne frega delle regole: è tutto incentrato sull'intenzione e sul risultato che vuole ottenere.
Quindi mi confermi che c'è un collegamento diretto tra "A Fine Day To Exit" e "The Optimist", cosa tra l'altro intuibile dalle copertine "car-related"...
Esatto, la storia di "The Optimist" comincia dalla fine di "A Fine Day To Exit". All'inizio senti il protagonista della storia venir fuori dall'acqua e tornare alla sua macchina. Tutto ruota intorno ai sentimenti che questi prova per le persone attorno a lui, le sue paure, le sue emozioni.
Possiamo ritenere "The Optimist" un concept album?
Non proprio, non lo chiamerei così. Si tratta più di un "narrative/story album", ma anche questa è una mezza verità. L'altra mezza verità è che l'ascoltatore, alla fine, ci sente quello che vuole! Non diciamo chiaramente cosa accade, non diciamo esattamente chi sta parlando e non diciamo con precisione nemmeno chi è "The Optimist". Nemmeno il finale è chiaro, lasciamo all'ascoltatore la facoltà di decidere. Quello che facciamo è prendere le nostre emozioni, i nostri sentimenti, metterli in musica scrivendo canzoni, e "scaricare" queste emozioni su qualcun altro attraverso storie e narrazioni, creando dei continui paralleli. Ad esempio, in "Springfield" il protagonista canta "How did I get here/I don't belong here", e veramente si sente perso senza ricordare cosa ha fatto, o perché, ma quando ho scritto quella canzone io stavo parlando di me stesso, della mia vita, dell'essere in una posizione difficile e triste. Tutte le canzoni sono sempre molto personali come "One Last Goodbye", o quasi, poi noi le attribuiamo a personaggi diversi. E mi piace questa cosa. Per cui non mi sento di definire "The Optimist" un concept album. Ti dirò di più, non mi piacciono neanche un granché i concept album, l'unico che mi piace è "The Wall"...
Dici niente (non sapevo come tradurre "mecojoni" in inglese, ndr)...
È un album grandioso. Poi forse mi piace "Tommy" degli Who, ma sinceramente non sono un grande fan dei concept album, non mi piace quel tipo di progressive rock.
Beh però il progressive rock è pieno di concept album notevoli...
Sì. Ma non me ne piace nessuno.
Ok, non insisto. Ho un'opinione diversa ma non basterebbero altre 24 ore, per cui nel caso ne riparliamo in un'altra intervista o davanti a una birra...
Buona idea, perché se inizio a parlare di questo potrei perdere qualche fan (ride, ndr)!
Chissà, i fan del progressive rock sono molto eterogenei, ce ne sono molti che considerano i concept album vecchi e datati...
Abbiamo stabilito con l'etichetta che nessuno avrebbe descritto "The Optimist" come un concept album, questa parola è proibita (ride ancora, ndr)! Almeno per evitare accostamenti con quei "technical kind of bullshit, progressive rock, you know, kind of mathematic, geek kind of shit albums that are made" (cit.).
Hai parlato di progressive rock , ma... (vengo interrotto, ndr)
L'unica cosa che penso è che sia una schifezza ("crap", cit.; ride, ndr).
Wow (mi riprendo dallo shock, ndr)! Quindi non consideri gli Anathema una band progressive rock?
Non l'ho mai pensato. A quello ci ha pensato l'etichetta. Non fraintendermi, io sono molto grato all'audience e ai fan del progressive rock, sono molto grato alla label, alla stampa, ai media, solo che non voglio aver niente a che fare con tutti i cliché legati alla scena. Ma ho il massimo rispetto per i fan, per la Kscope e per il management, e devo riconoscere che non esiste un "problema" reale, solo che non mi piacciono certi gruppi, non è il mio stile, penso che sia proprio una schifezza (utilizza sempre il termine "crap", ndr).
Se ti può rincuorare, da ascoltatore di progressive rock, io non ho mai considerato gli Anathema appartenenti al genere...
Sono d'accordo, siamo più una band alternative rock. I dischi devono certamente essere venduti e noi non prendiamo decisioni su come questo avviene, ci occupiamo solo di scrivere la miglior musica possibile. Ci sono tanti posti raggiungibili in questo "music world" grazie allo streaming, allo sharing e così via. La Kscope è un'etichetta progressiva e ci ha fortemente voluto, consapevole del fatto che esistono tanti tipi di progressive rock. Se pensi a Kate Bush, ai Radiohead, è pieno di artisti alternative che hanno un pizzico di prog nella loro proposta, pensa solo ai Pink Floyd. E sono un grande fan degli artisti che ti ho appena citato.
Dal mio punto di vista, Kscope è sempre stata una label "borderline" che ha privilegiato quegli artisti che non si sa bene dove posizionare dal punto di vista del genere, proprio come gli Anathema...
Sì, è vero, Steven Wilson e i Porcupine Tree all'inizio proponevano qualcosa di difficile da collocare...
E infatti adesso Wilson ha cambiato etichetta...
Sì, ormai fa completamente parte del mondo progressive rock. E ci sta. Mi piacciono alcuni suoi brani, come la titletrack di "The Raven That Refused To Sing", che considero ottima, ma la maggior parte della sua produzione non fa per me. Ma va bene lo stesso!
Vi aspetta un 2017 molto intenso e pieno di concerti a quanto ho visto...
È vero, ci sono anche alcuni festival confermati ed è bello. Mi piace incontrare gente, provare a dormire in una stanza di hotel senza riuscirci, indossare occhiali (ride, ndr). No, scherzi a parte sono abbastanza timido e cerco di non dare troppa importanza a quello che stiamo facendo, sto nell'ordine di grandezza del "giorno prima" o del "giorno stesso". Suoneremo al Download Festival e mai nella mia vita mi sarei aspettato di farlo, e quando ero più giovane questa cosa mi avrebbe elettrizzato. È ancora elettrizzante, ci mancherebbe, ma cerco di tenere la mente concentrata "sul momento" perché è comunque un tipo di attività stancante. Non mi sto lamentando, è semplicemente un dato di fatto, per preservare le energie preferisco pensare esclusivamente a cosa sta accadendo "oggi". Quando sarò in Spagna al Be Prog! Festival sarò in Spagna, quando sarò in Italia sarò in Italia, e sarà grande. Non penso mai veramente a cosa stiamo facendo finché non lo facciamo, è tutto ciò che posso dirti.
Sei stato chiarissimo...
Sono grato di avere un'audience, e chi non ha questa fortuna starà pensando che "devo" essere grato, e queste persone hanno ragione. Ma la verità è che non ci penso più. Ci sono cose più importanti nella mia vita, più personali, non penso più veramente alla mia carriera. In compenso mi piace ancora molto leggere recensioni, penso di aver letto praticamente tutte quelle del nostro album. E lo faccio anche perché credo che sia un buon album e voglio vedere se chi l'ha ascoltato è d'accordo con me. Sento che "The Optimist" avrà successo, anche la connessione con "A Fine Day To Exit" aiuterà gli ascoltatori a immaginare tutta la vicenda. Se conosci la storia, riconosci i suoni, dovrebbe essere più facile da assimilare, anche per gli ascoltatori di progressive rock tradizionale. Non voglio sembrare arrogante quando dico che odio il prog rock...
Arrogante no, onesto sicuramente...
È che proprio non ci penso più. Ci sono cose più importanti di cui preoccuparsi. Come ti ho già detto non sono più concentrato sul costruirmi una carriera, so che suona presuntuoso, ma ho fiducia nei miei mezzi. A parte la musica, non credo che ci siano altre aree della mia vita in cui sono "grande" ("great", cit.); poi sto invecchiando quindi mi ritengo più bravo e più intelligente di tutti (ride, ndr)! Ora so per certo che siamo bravi a fare musica, amo comporre con la band, amo John, Vincent e tutti i ragazzi. Vincent è il mio miglior amico al mondo, se gli dovesse succedere qualcosa sarei letteralmente devastato perché è la persona a cui tengo di più di tutti. Oltre a mia figlia ovviamente (ride, ndr)!
Ah ah, beh dai era scontato...
Si chiama Ariel, come la canzone (da "Distant Satellites", 2014, ndr), ed è fantastica. Essere padre non è l'attività più semplice del mondo da svolgere e da gestire, a volte è davvero dura, ma sono bravo a scrivere musica e a voler bene a mia figlia, di quello ne sono certo. È come respirare, non potrei farne a meno. E queste sono le cose che adesso nella mia vita ritengo davvero importanti, non la carriera, la band o i concerti. Quello che faccio è solo vivere la mia vita giorno per giorno. Ho lottato, è stato difficile, ho avuto un esaurimento negli ultimi due anni ed è per quello che le canzoni suonano più "dark". Questo è quello a cui penso ogni giorno. Forse dovrei pensare anche ad altro, ma quando arrivi a questo punto non riesci a non pensare esclusivamente a te stesso...
In altre parole mi stai dicendo che di "ottimistico" nel nuovo album c'è davvero poco...
Provo a spiegarmi meglio. Il motivo per cui sono fiducioso per "The Optimist" è che do priorità alle cose che ritengo importanti. Non mi interessa dove suoniamo, cosa faremo domani o cose così, ciò che faccio è solo vivere giorno per giorno al meglio delle mie possibilità, perché ho avuto una vita abbastanza dura e so che non lo è stata solo per me. Questo è ciò che siamo: non è nella musica, nell'essere una band di successo, nell'essere ricchi, nell'essere rockstar. La vita di ogni giorno è quello che ci rappresenta, quella che ci fa "sopravvivere" ogni giorno, che ci porta a essere buoni con la nostra famiglia, i nostri figli. La relazione è tutto, quella relazione che ti porta a supportarti sempre e comunque in ogni situazione. Sai, a parte mia figlia Ariel, che si trova "a un altro livello" in tema di amore, quella con Vincent è la più grande connessione che io abbia mai avuto. Questa è l'essenza del gruppo. Tutte le opinioni che abbiamo rispetto a quello che facciamo, ai concerti, alla produzione, sono secondarie rispetto all'energia della nostra musica o delle relazioni che stabiliamo tra noi o con altre persone. E se la nostra musica trasmette queste priorità unendo le persone allora abbiamo raggiunto il nostro scopo. Tutto il resto non è poi così importante... ora però mi sa che ti devo lasciare, mi è scappata l'ora e ho un'altra intervista da fare (lo comunica con un po' in imbarazzo, ndr)!
Grazie Daniel per il tuo tempo e per i bei messaggi che ci hai comunicato!
Ho parlato molto e mi rendo conto di non aver risposto propriamente a delle domande e di essere andato un po' a ruota libera... ma sono tutte cose che ritengo estremamente importanti.
Niente paura! In bocca al lupo per tutto...
Grazie! Ci si vede in Italia a Ottobre!

Intervista a cura di Gabriele Marangoni

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