Eldritch (Eugene Simone, guitars)

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Gruppo:Eldritch

Con “Portrait of the Abyss Within” gli Eldritch hanno dimostrato ancora una volta di essere uno dei gruppi più capaci e coraggiosi della scena italiana, una band capace di guardare con la dovuta attenzione al proprio passato senza sedersi sugli allori, seguendo una evoluzione stilistica coerente e senza dubbio interessante. Ecco cosa ci ha detto del nuovo disco Eugene Simone, chitarrista e membro fondatore della formazione toscana.

Ciao Eugene! Innanzitutto complimenti per il nuovo disco, è davvero bello!
Ti ringrazio!

Ci vuoi parlare un po' di "Portrait of the Abyss Within"? Quando e dove è stato registrato? Rispetto a "Reverse" avevate già in mente qualche cambiamento dal punto di vista compositivo, o dal punto di vista della registrazione? C'era qualcosa che non vi aveva convinto?
No, semplicemente volevamo fare un disco diverso da “Reverse” ma che ne mantenesse l’impatto, almeno in parte. Dopo varie vicissitudini mi sono chiuso nel mio piccolo studio, più o meno era l’estate scorsa, e ho iniziato a comporre la struttura di tutti i pezzi. Un paio di questi erano già a buon punto da un po’ ma necessitavano di alcune modifiche. Una volta definita la struttura mi sono dedicato agli arrangiamenti e ai soli, dopodiché è entrato in scena Terence che ha trovato tutte le parti vocali, testi compresi. Nel frattempo avevamo ripreso i contatti con Limb, molto interessato a noi in seguito a numerose richieste ricevute da ogni paese. Non abbiamo perso tempo e abbiamo dato il via alla pre-produzione che a Limb è apparsa subito interessantissima. Immediata è stata la firma sul contratto e la registrazione del disco, avvenuta a Dicembre 2003. Fondamentale è stato il fatto di aver prodotto il disco ai nuovi Bigwave Studios qui a Livorno ad un passo da casa e con persone disponibilissime.

Se non ricordo male, la line-up che suona sul nuovo album è la stessa di "Reverse". In quell'occasione il gruppo due componenti importanti (Smirnoff e Dal Canto) avevano lasciato il gruppo. Credi che questa ritrovata "solidità" abbia permesso al nuovo disco di essere più incisivo, più coeso?
Per la verità non è la stessa formazione quella che ha suonato POTAW. Non sono più nella band infatti sia Sean Henderson (tastiere), sia Martin Khyn (basso). Al loro posto nessuno alle tastiere e Lisa Oliviero al basso solo per le registrazioni e il videoclip. La coesione tra i rimanenti è sempre stata forte e il disco è a mio avviso il migliore sia a livello compositivo che esecutivo che gli Eldritch abbiano mai realizzato, nonché il più maturo. La vera coesione l’abbiamo trovata in sede live questa estate col nuovo innesto John Crystal al basso.

Cosa ha portato Martin ad abbandonare la band, e cosa vi ha spinto a scegliere Lisa come sostituto?
Lisa è stata con noi per il periodo della registrazione di POTAW dandoci un grosso aiuto in quanto Martin aveva lasciato la band pochi giorni prima dell’entrata in studio. Martin vive a Firenze da un po’ di tempo e i suoi impegni extra musica non gli permettevano di potersi dedicare agli Eldritch come in passato. Purtroppo, trovando molta fatica nell’affrontare le prove con noi, più tutti gli altri impegni, ha dovuto abbandonare l’attività. Puoi immaginare come sia stato brutto per noi dover incassare questo duro colpo. Lisa è nostra amica da una vita, così come gli Icycore, da sempre la band in cui milita e la ringraziamo di cuore anche per la sua partecipazione al video di “Lonesome Existence”. Purtroppo i suoi impegni con gli Icycore non le hanno permesso di poter entrare a far parte degli Eldritch in modo definitivo, tuttavia si è meritata sicuramente di entrare a far parte della formazione ufficiale di POTAW. Abbiamo conosciuto John per puro caso vedendolo suonare con una storica prog band locale chiamata Inorganica. Non sapevamo neanche chi fosse e quando l’abbiamo visto suonare siamo rimasti subito impressionati dalla sua bravura. Scambiammo due chiacchiere alla fine del concerto e capimmo subito che sarebbe stato l’ideale sostituto di Martin. Nel giro di due mesi aveva già imparato alla grande quasi tutto il repertorio… comprese le varie Incurably Ill e Ghoulish Gift!

Credo che con "Potrait of the Abyss Within" siate riusciti a trovare il giusto compromesso tra le sonorità più moderne e le vostre influenze di inizio carriera. Sei d'accordo con questa affermazione?
Può darsi che il disco risulti un ibrido di tutti i 4 lavori precedenti, non mi meraviglio, in fin dei conti sono tutti dischi nostri. Credo che in effetti a livello strutturale e di arrangiamenti sia molto vicino alle nostre prime cose, allo stesso tempo però mantiene l’impatto aggressivo di “Reverse”, seppur con una produzione più metal/thrash. Inoltre rispetto al passato i pezzi sono più scorrevoli (non più commerciali) e meglio assimilabili. In pochi hanno conosciuto la band prima di “Seeds of Rage” e posso dire che questo è forse un vero ritorno alle origini perché nei primi anni ’90 il nostro sound era più o meno questo... con l’aggiunta di una maggior cura nelle parti vocali e un nuovo ruolo delle chitarre, più sperimentatrici, ora che non ci sono più le tastiere. La scelta non è stata comunque calcolata e mai lo è stata anche per quanto riguarda i dischi vecchi. Le nostre influenze alla fine sono sempre le stesse di allora Annihilator, Coroner, Watchtower, Fates Warning, Queensryche ecc... Non abbiamo mai accettato compromessi per fini commerciali nella nostra carriera e abbiamo sempre fatto di testa nostra… rischiando anche qualcosina (eh, eh)...

La copertina del disco è diversa da quella che aveva il promo. Sicuramente è suggestiva! A cosa si ispira?
Sicuramente all’aria che tira nei testi. Stato d’animo angosciato dilaniato da un male oscuro che toglie la voglia di vivere. I testi sono autobiografici e scritti interamente da Terence. Il demone in copertina è stato realizzato dalla XMD tedesca e raffigura in modo quasi grottesco l’essenza di questo male.

Sono passati quasi tre anni dall'uscita di "Reverse". Cosa hanno fatto gli Eldritch durante questa lunga assenza dalle scene? Vi siete dedicati a qualche progetto parallelo?
Inizialmente tutto ok. Recensioni contrassegnate da giudizi contrastanti come preventivato ma una formazione motivata e con due nuovi inserti sempre presenti nella band, il potentissimo batterista (Dave Simeone) e la chitarra ritmica di Rob “Peck” Proietti. Possiamo tranquillamente affermare che “Reverse” ci ha aperto nuove strade. Sotto contratto con Pick Up per l’Italia e distribuzione affidata alla Metal Blade per l’Europa. Abbiamo suscitato l’interesse anche di alcuni importanti canali televisivi come MTV e Rock TV grazie alla realizzazione del videoclip della cover di “My Sharona”. Su Rock TV in particolare siamo stati molto presenti grazie a trasmissioni come “Sala prove”, “Database” e alla partecipazione al Rock TV tour, in cui facemmo due date. In più c’è stata la presenza sul palco del Gods Of Metal 2001 che ha visto una partecipazione da parte del pubblico incredibilmente calda che forse, dopo la pubblicazione di “Reverse”, non ci aspettavamo. I primi casini sono arrivati dopo la realizzazione del video di “Reverse” e in concomitanza con le date del progetto parallelo di Terence, i Vicious Mary, in cui era presente anche il tastierista Sean Henderson. E’ proprio tra i due appena citati che qualcosa ha cominciato a sgretolarsi e qualche litigio di troppo ne ha raffreddato i rapporti al punto che Terence ha interrotto il mini tour italiano della band. Tutto questo ha avuto ripercussioni negative anche sugli Eldritch che nel frattempo cercavano di trovare un nuovo contratto in Europa a suon di demo, non completamente soddisfatti della promozione svolta all’estero. Le discussioni stavano diventando sempre più frequenti a tal punto che era più il tempo trascorso a litigare di quello dedicato a suonare. La situazione, diventata insostenibile verso metà dell’estate scorsa, ebbe una svolta quando io e Terence ci ricordammo che i fondatori della band eravamo stati noi e che anni di sbattimenti non potevano finire nel cesso in questo modo. Decidemmo così di ripartire da zero chiudendoci in una stanza a comporre nuove canzoni con l’intento di riportare la band dove era stata fino a un po’ di tempo fa. Alla fine ci hanno seguito tutti tranne Sean che ha lasciato la band definitivamente. Nel frattempo rientrammo in contatto con Limb e la Inside Out, entrambi molto interessati al nostro progetto. Alla fine però Limb ci è sembrato avere progetti molto più ambiziosi della Inside Out che negli ultimi anni si è un pò allontanata dal metal e così abbiamo firmato per la LMP. Da li in poi è partita una nuova avventura che ci sta regalando grandi soddisfazioni!

Questo dovrebbe essere il vostro primo disco per Limb. Com'è nata questa collaborazione? Dopo aver lasciato la InsideOut e aver fatto uscire "Reverse" sotto Pick Up, siete stati in trattative con altre label?
Per la verità è il quarto disco (eh eh)! Si, perché i nostri primi tre dischi sono usciti per Inside Out/LMP e fu proprio Limb a scoprirci nel lontano 1992 e a lanciarci in tutta Europa e non solo. E’ strano, non siamo gli ultimi arrivati, eppure non sei il primo in Italia che ci chiede se questo è il nostro primo album con la LMP. Addirittura qualcuno si è meravigliato come se per noi fosse un risultato miracoloso... e questo dispiace un po’... Limb ha sempre creduto in noi e all’estero in particolare siamo sempre molto richiesti. Quindi niente di nuovo, ricominciamo da dove avevamo interrotto sperando che i consensi siano numerosi. E a giudicare dalle prevendite c’è da ben sperare... Abbiamo stabilito risultati di prevendite negli USA come mai era accaduto in passato a nessuna band della LMP. Quindi nessuna trattativa con altre labels.

In una passata intervista, ai tempi di Metal.it, avevi detto che il gruppo aveva ricevuto diverse "pressioni" da parte della vecchia label, affinché il vostro stile non mutasse troppo; è stato facile trovare un'etichetta che fosse disposta a lasciarvi carta bianca?
No, non è stato per niente facile. Infatti ci abbiamo messo un po’ per trovarla, e credimi, l’ultima che pensavamo fosse disposta ad accettare le nostre scelte era proprio la LMP per la sua tradizione conservatrice. Invece sono stati gli unici ad accettarci per come siamo. Tutte le altre volevano un disco fotocopia di “Headquake” o “El Nino”, altrimenti a piedi! La Inside Out aveva già storto la bocca con “El Nino”... le canzoni come “Bleed Mask Bleed” erano troppo metal, quelle come “Scar” erano troppo cattive e moderne ecc. Ci sentivamo effettivamente un po’ frenati artisticamente anche se devo ammettere che non ci hanno mai messo il bastone tra le ruote più di tanto. Confermo tuttora che abbiamo sbagliato a voltare le spalle alla Inside Out ma visto cosa volevamo fare con “Reverse” sapevamo che saremmo andati incontro a discussioni e scelte drastiche da parte nostra. Limb da questo lato non pone freni!

Secondo te quali sono i gruppi che hanno maggiormente influenzato il recente cambiamento di sound negli Eldritch? C'è qualche gruppo che ti ha impressionato in particolare, negli ultimi anni?
Gli Eldritch sono molto influenzati anche da stili abbastanza lontani da quello che viene definito prog metal. Non abbiamo mai nascosto le nostre matrici thrash (Annihilator, Coroner, Watchtower, Metallica, Machine Head) e neanche quelle hard rock, nu-metal, industrial ecc. oltre ai già citati Fates Warning, Queensryche, DT ecc. Tengo però a precisare che agli Eldritch è sempre stato riconosciuto uno stile proprio e lo stesso è avvenuto per questo album. Quando avviene un cambiamento nel sound, e negli Eldritch avviene spesso, è dovuto solo alla nostra volontà di cercare nuove soluzioni ma sempre senza ispirarsi ad una band in particolare. Ultimamente ascolto molto i Rammstein che trovo molto interessanti musicalmente.

Qual è la tua canzone preferita del nuovo disco, e perché? Quale credi che possa invece rappresentare quello che ci possiamo aspettare dal futuro degli Eldritch?
In particolare “This Everlasting Mind Disease”, “Slowmotion 'K' Us”, “The World Apart”, “Dice Rolling”. Le reputo le più in linea con il nostro stile attuale. Per il futuro aspettatevi qualcosa di più tecnico, veloce e incazzato sullo stile proprio di “Slowmotion 'K' Us” con un muro alla Reverse e una vena molto dark… anche se è presto per fare previsioni sul futuro album.

E con questo sono cinque album. Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi di "Seeds of Rage". Come credi che sia cambiato, in tutti questi anni, il vostro approccio alla composizione dei nuovi pezzi?
Acquisendo molta esperienza live ci siamo resi conto dell’importanza che può avere suonare un pezzo dal vivo così come lo è sul disco. All’inizio eravamo tutti prove e studio, o quasi, e davamo molto spazio a soluzioni belle ma difficilmente riproducibili dal vivo e totalmente prive di coinvolgimento. Dopo le prime apparizioni in pubblico ci siamo dedicati maggiormente alla composizione anche in funzione live con ottimi risultati. A parte Reverse che è e resterà il nostro capitolo più controverso, abbiamo sempre avuto come obbiettivo primario quello di creare un equilibrio perfetto tra aggressività, melodia, tecnica e coinvolgimento live. Direi che POTAW rappresenta perfettamente quello di cui ti sto parlando.

Gli Eldritch hanno sicuramente una grande esperienza dal punto di vista live, avendo fatto numerosi concerti in quasi ogni parte d'Italia ed Europa. E' lecito attendersi in un prossimo futuro un live album, o magari un DVD?
Certo! A inizio estate Limb è venuto in vacanza dalle nostre parti e con l’occasione abbiamo parlato dei progetti futuri che comprendono un bel po’ di cose tra cui la realizzazione di un DVD con immagini inedite dall’inizio della carriera ad oggi, le ristampe dei primi tre album con inediti tra cui alcune interessanti coverà e soprattutto… un nuovo album a cui già stiamo lavorando. Quelli di questa estate sono stati tra i concerti più belli della nostra carriera. Mai prima d’ora avevamo suonato così bene dal vivo e siamo stracontenti di questo nuovo assetto. Ovviamente anche queste performance appariranno sul DVD.

Immagino abbiate già suonato alcune canzoni nuove nei vostri recenti show dal vivo. Come giudichi il loro impatto dal vivo? Quali sono, secondo te, quelle che si adattano meglio al contesto live?
I pezzi che vengono meglio sono forse proprio quelli di POTAW, un po’ tutti, in particolare “The World Apart”, This Everlasting Mind Disease”, “See You Down” e “Slowmotion 'K' Us”. Abbiamo notato che l’impatto sul pubblico è superiore a molti vecchi pezzi. Devo dire però che anche i pezzi di Reverse suscitano headbanging, eheh!

Ti ringrazio per la disponibilità e ti do l'opportunità di terminare l'intervista nel modo che preferisci. Hai qualche messaggio particolare per i lettori di EUTK?
Grazie a te! Spero che POTAW vi sia piaciuto e che siate presenti ai nostri concerti! STAY HEAVY!!!!!!!!!

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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