Nel cuore … degli Shadygrove

Info

Area:Other Area
Gruppo:Shadygrove

Gli Shadygrove hanno esordito da poco con "In The Heart Of Scarlet Wood", un album dalle tinte magiche e malinconiche, che pur battendo sentieri lontani dal più classico Heavy Metal è in grado di stregare e coinvolgere l’ascoltatore. Dalla musica del gruppo alle parole di Lisy Stefanoni e Fabio Lethien il passo e breve.. eccoli entrambi con noi:

"In The Heart Of The Scarlet Wood" è uscito da poco ... nessun ripensamento ?
Fabio: AHAH! Assolutamente no  Siamo molto contenti della riuscita del disco! A dire il vero non si sa mai completamente quello che ne esce quando si entra in uno studio di registrazione…ci sono idee che compaiono proprio durante le riprese e che magari danno ai brani una direzione diversa da quella iniziale. Penso che comunque l’idea di partenza fosse proprio quella di fare questo disco proprio così come è venuto.
Come è nata l'idea degli Shadygrove e come si è sviluppata dai primi passi ad oggi? Sono curioso di scoprire come musicisti con così diverse esperienze siano riusciti a trovare il giusto punto d'incontro e soprattutto ad amalgamarsi così bene.
Fabio: L’idea è nata da me e Lisy, da tempo volevamo fare un disco acustico, incentrato su tematiche e musiche folk. Qualche anno fa stavamo collaborando per dei concerti e abbiamo trovato in comune questo desiderio. Non c’è voluto molto a scrivere i primi pezzi ma l’ingresso degli altri ragazzi è stato fondamentale per riuscire a portare a termine gli arrangiamenti delle canzoni. In questo disco abbiamo appunto trovato un grande punto di equilibrio tra le esperienze di tutti.
Come si è sviluppato quindi nel tempo "In The Heart Of The Scarlet Wood"? E in quale misura hanno contribuito i vari componenti che fanno parte del gruppo?
Fabio: Io mi sono occupato delle musiche e delle linee vocali mentre Lisy ha trovato i giusti spunti per dare una direzione tematica ai brani e si è concentrata sulla stesura dei testi. Per gli arrangiamenti abbiamo lavorato tutti assieme, cercando di mantenere una linea guida che fosse molto semplice e diretta.I brani ci sono usciti veramente spontanei, avevamo molto materiale su cui lavorare. Con Lisy abbiamo scoperto come interpretare al meglio le musiche che avevo abbozzato e grazie al lavoro degli altri ragazzi (Matteo - chitarra, Simone - percussioni, Elena – tastiere, Davide – basso) abbiamo cercato di dare un’impronta distinguibile del nostro sound.
Restando sull'album, toccherei un aspetto che ho trascurato nella mia recensione: la copertina. Semplice, pur ricca di dettagli, di impatto e ben realizzata. Nasce da vostre indicazioni oppure l'avete scelta tra "le tante" ?
Fabio: Dici bene, la copertina deve essere subito di impatto, essere semplice, ma allo stesso tempo dare le informazioni necessarie. L a copertina di “In The Heart of Scarlet Wood” l’ha realizzata Angelo Roccagli, un bravissimo illustratore che conosciamo da tempo (e collabora con Fabio negli All my faith lost…). Gli abbiamo dato qualche indicazione sul disco che stavamo registrando e sul fatto che la copertina dovesse raccontare la magia dei nostri brani. In un paio di giorni di lavoro Angelo ci ha mostrato sorprendentemente una copertina magica, in linea col titolo del disco e il nostro primo singolo “Scarlet Wood”, che tratta di un misterioso personaggio tipico del folklore scandinavo, la “huldra”: è una creatura ammaliante che vive nelle foreste nordiche, descritta come una donna bellissima, dai capelli lunghi e la coda di volpe. Talvolta crudele, talvolta gentile, attirerebbe gli uomini di passaggio allo scopo di sedurli per poi deciderne le sorti.
La luna, la foresta, la natura e i personaggi tipici dei racconti antichi e del folklore dimenticato sono gli ingredienti chiave delle nostre tematiche e la copertina riassume a pieno le atmosfere che vogliamo comunicare con la nostra musica.
Che ne dici di entrare nei dettagli del disco? Se ti va, puoi anche descrivere brevemente i pezzi inclusi ? Sotto l'aspetto lirico, quali argomenti avete voluto affrontare?
Lisy : I brani vanno di pari passo con i testi di cui mi sono occupata personalmente: si tratta di un viaggio nel folklore, nelle leggende e nelle tradizioni di diversi paesi europei.
Ad esempio il brano “My Silver Seal” parla delle leggendarie “Selkie”, creature mezze donne mezze foche tipiche del folklore nordico; “Northern Lights” parla invece dell’aurora boreale, considerata tra i popoli del Nord la porta dell’aldilà, questo è un brano particolarmente magico ed evocativo.
Spostandoci verso l’est Europa, abbiamo il brano “Eve of Love”, che parla delle ritualità legate alla notte di Sant’Andrea in Polonia, mentre “This is the night” parla dei riti e delle celebrazioni per il solstizio d’estate in Lettonia ed è un pezzo spiccatamente folk.
Ci sono anche brani dove è stata l’evocatività dei paesaggi e dei luoghi a ispirarmi, come “Port of Lisbon”, brano dal sapore iberico, dove è la grande energia del mare la tematica, o “Cydonia”, dedicata alla splendida Isola di Creta, un pezzo molto melodico e romantico.
“Queen of Amber” è una sorta di filastrocca musicata, una ballata relativa a una fiaba tipica dei paesi Baltici, che parla della Regina delle Sirene e il suo marino costruito con l’ambra, mentre “Let the Candle Burn”, brano dalle influenze tribali riguarda le ritualità delle streghe durante la notte di Samhain.
Le tematiche che mi hanno guidata sono appunto quelle del folklore, delle leggende, delle tradizioni e delle ritualità quasi dimenticate, così come la magia della natura e della Madre Terra: i nostri brani hanno una forte connessione con gli elementi naturali, con la magia del fuoco e dell’acqua, con gli animali totemici.
Nelle recensioni sono spesso presenti anche "improbabili" paragoni, questo è valso anche per voi? Quali sono invece le "vere" influenze che riconoscente al vostro album d'esordio?
Lisy : Per ora non mi è capitato di leggere paragoni strani, sicuramente le influenze derivano dalla musica tradizionale di vari Paesi europei, ma anche italiana, soprattutto per quanto riguarda il violino, le cui melodie sono spesso ispirate alla musica tradizionale friulana. Sicuramente, soprattutto nel cantato, anche la musica celtica e irlandese ci hanno ispirati, così come i ritmi tribali ed etnici per quanto riguarda le percussioni. Amiamo il folk in tutte le sue sfumature ed emerge chiaramente nei nostri brani!
Sul disco ci sono anche degli ospiti?
Fabio: Su questo primo disco non sono presenti ospiti, sicuramente per il secondo lavoro ci sarà spazio anche per qualche special guest. C’è stata però la partecipazione di un coro di giovani ragazze che hanno dato un tocco in più alle armonizzazioni di alcuni brani.
... nemmeno in spirito?
Lisy : Beh, ci sono tanti artisti che portiamo nel cuore e con i quali sarebbe bellissimo collaborare: sicuramente ci sono forti influenze derivanti dalla musica celtica di Loreena Mckennitt, un’artista che ci ha ispirato moltissimo, così come i Blackmore’s Night, i Faun, o gruppi metal come ad esempio gli Eluvetie.
Personalmente anche la musica tradizionale nordica e irlandese, così come quella druidica e tribale hanno svolto un ruolo importante nella stesura di questi brani.

Come sono andate le cose in studio di registrazione, il risultato finale ha rispecchiato ciò che avevate in mente oppure avete dovuto rinunciare a qualcosa?
Fabio: In studio abbiamo lavorato con molta calma e senza alcuno stress. E’ stato molto piacevole trovare il giusto spazio da dedicare per ogni strumento nel disco. Per alcuni musicisti lo studio è sempre uno stress ma per tutti noi è stato invece molto piacevole, soprattutto per il modo in cui ci siamo confrontati a vicenda e abbiamo registrato con tranquillità. Il lavoro è stato fatto con Gabriele Gritti (Zolfostudio, Udine) che si è dimostrato molto professionale e competente, dandoci molti suggerimenti per approcciarci nel migliore dei modi all’attività in studio di registrazione. Non è facile produrre un disco acustico perché ogni strumento deve essere sempre ben pulito e chiaro, deve essere registrato con certe dinamiche e queste dinamiche devono poi essere mantenute anche nel prodotto finale. Per questo, quando diciamo di essere contenti di quello che abbiamo realizzato, intendiamo proprio che il lavoro ci soddisfa moltissimo perché è come l’abbiamo registrato! 
Quali sono allora gli elementi più importanti presenti nella vostra musica? E quelli meno percepibili che magari rischiano di passare inosservati durante l'ascolto del disco?
Fabio: Abbiamo cercato di utilizzare meno effetti possibili nel disco per rendere gli strumenti molto naturali, che è poi anche quello che cerchiamo di fare dal vivo. Tutto ciò rende l’ascolto molto semplice e diretto dei nostri brani. Non ci sono particolari virtuosismi o tecnicismi nelle canzoni, ma i brani sono sati scritti per essere semplici e devono arrivare diretti alla gente.
Non credete però che le possibilità garantite dalle nuove tecnologie, che permettono di registrare con costi tutto sommato contenuti e allo stesso tempo velocemente e con discreti risultati, abbiano portato a un affollamento e appiattimento della scena metal?
Lisy : Sicuramente la tecnologia ha i suoi risvolti positivi e negativi, indubbiamente anche chi ha pochi mezzi oggi può permettersi di registrare un disco: la prova del nove è sempre il live, è sul palco che si dimostra se effettivamente i contenuti sono davvero di qualità e se la preparazione musicale è adeguata.
Sicuramente la tecnologia permette anche a chi ha poche disponibilità di farsi valere, e talvolta emergono realtà sorprendenti magari non supportate da una label e autoprodotte anche con scarsi mezzi, cosa che sarebbe stata impossibile anni fa.
Personalmente la cosa che odio di più e che attualmente percepisco in molti dischi è l’utilizzo spropositato di autotune e ritocchi vari, che rende il tutto impersonale e computerizzato e, credimi, si sente: come dicevo prima, sul palco non si può barare ed è lì che i nodi vengono al pettine!
Come vanno le cose per quanto riguarda l'aspetto live? Ho visto che proprio recentemente avete avuto la possibilità di esibirvi dal vivo in contesti più che interessanti...
Lisy : I primi live a supporto del disco sono appunto programmati per quest’estate, essendo uscito il disco ad inizio aprile non c’è stata possibilità di esibirci indoor, e oltretutto credo che un genere come il nostro si adatti di più a situazioni esterne, e perché no, in contesti naturali.
A maggio abbiamo suonato a 2 festival interessantissimi in provincia di Bergamo, lo Strigarium, festival dedicato al mondo della spiritualità, delle streghe e del paganesimo, in uno splendido parco in riva al Lago d’Iseo, e allo Spirito del Pianeta, festival che si tiene da molti anni ed è dedicato alle realtà tribali di tutto il mondo. Ci siamo però anche inseriti in festival metal, come l’Isola Rock in provincia di Verona: anche se il nostro è un progetto acustico, proveniamo tutti da quell’ambiente e sicuramente la nostra musica può essere apprezzata anche dagli ascoltatori di metal o rock, spesso amanti anche dell’ambiente celtico e folk.
I prossimi live saranno domenica 1 Luglio a Monterenzio Celtica, un festival nel quale calziamo alla perfezione e dove suoneremo alle 17 sul palco del bosco, perfetto quindi per le atmosfere che proponiamo. Mentre domenica 8 Luglio saremo di nuovo su un palco rock, quello del Riff Rock in Franciacorta Festival, in provincia di Brescia.
Quest’autunno cercheremo invece di organizzare qualche mini tour all’estero e sicuramente anche qualche data italiana indoor.
Come siete entrati in contratto con la Rockshots Records? Siete entrambi soddisfatti e riproporrete questa collaborazione anche per il prossimo album? Perchè ci sarò un seguito, vero?
Lisy : Certamente ci sarà un seguito, stiamo già iniziando a ragionare sul prossimo disco.
Con la Rockshots Records ci stiamo trovando molto bene, hanno svolto un ottimo lavoro in sede di promozione e supporto discografico. Conoscevo già alcuni dei ragazzi della Rockshots perché nel 2013 sono stata in tour con Valerio Sbriglione e la sua band Sound Storm in tutta Europa, c’è quindi anche un rapporto di amicizia e musicale, prima che lavorativo. Inoltre Elena Crolle, la nostra tastierista, suona anche nei Sound Storm. Sicuramente si collaborerà ancora insieme.
Che dire ancora, grazie per l'intervista! A voi la conclusione...
Fabio: Grazie a te Sergio per averci dedicato questo spazio!! Noi siamo pieni di energie e stiamo cercando di portare questo disco dal vivo il più possibile…quindi vi invitiamo tutti a passare a trovarci e a sentirci! A presto!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 set 2018 alle 09:47

L'esordio della new wave acousticgoth rock band della gia' conosciuta vocalsgoddess..La Stefanoni e gli Shadygrove: esordiscono con l'abum "In The Heart..." x Rockshots Records.Il 2018 ci regala(mani al portafoglio) un album ke detto molto semplicemente è in sostanza una falsa patacca per attirare atteggiarsi, stupire, turbare le masse e la cosa importante è che sia fashion % trendy ... in realtà è più vasto il discorso:-D Da posers .. mettiamola cosi :O