Il ritorno della Bestia

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Approfittando dell’uscita di “The Advent of Deathless Chaos Beast”, che segna il ritorno sulle scene degli Hellish God, abbiamo raggiunto il batterista Luigi Contenti per farci raccontare un po’ di cose sul loro come back, e non solo…

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Ciao Luigi, benvenuto sulle pagine di Metal.it. Tutti vi davano per spacciati, e invece all’improvviso siete tornati con un altro CD. Dicci un po’ cosa è successo dal momento dello split degli Hellish God al vostro ritorno…
Luigi Contenti: Ciao, e grazie per lo spazio che ci state riservando su Metal.it!
Dal 2019 ad oggi sono successi tantissimi eventi sia dal punto di vista personale che dal punto di vista musicale, con addirittura una pandemia di mezzo! Ma credo che l'importante ora sia focalizzarsi sul presente rimembrando il passato solo come un excursus che è servito a portarci dove siamo ora…
“The Advent of Deathless Chaos Beast” è stato licenziato dalla Dusktone. Come siete arrivati a loro? Siete soddisfatti del lavoro che stanno svolgendo?
Luigi Contenti: Siamo arrivati a Dusktone nel periodo in cui eravamo alla ricerca di un’etichetta che ci pubblicasse il lavoro appena registrato! Tramite consiglio del caro amico Alessio Leocadia dei Guineapig, nonché co-proprietario della Spikerot Records, scrissi ad un allora a me sconosciuto Denis Bonetti. Il resto è storia recente. Penso che entrambi ci stiamo trovando molto bene con questa collaborazione (almeno dai feed che lui mi da) e solo il futuro potrà dirci cosa bolle in pentola tra novità promozionali, vendite, nuovi formati e merchendise!
L’album dura appena 26 minuti, una scelta quanto meno controcorrente, che io ho di contro appoggiato in pieno. Spiegaci cosa vi ha spinto, in un periodo storico in cui gli album durano sempre di più, ad optare per mezz’ora scarsa di musica
Luigi Contenti: Nel nostro caso, anche se alla fine non è solo il nostro, ma di tutte le band che pressappoco suonano la nostra stessa proposta musicale, penso sia fondamentale, se non obbligatorio, mantenersi su un timing che va dai 25 ai 35 minuti massimo. Mi è venuta in mente un’espressione che con noi è stata usata più volte, “dai fan per i fan”… Beh, se io volessi ascoltare un disco del genere, tutto vorrei tranne che fosse prolisso, rischiando di annoiarmi...

Il sound, pur restando ancorato al death metal di stampo americano, ha subito un deciso snellimento rispetto al precedente album. Cosa vi ha portati a questa modifica del vostro stile?
Luigi Contenti: L’esperienza! Eravamo partiti con un chiaro intento nell’EP di esordio, confermato in parte ma arricchito di molto altro in “The Evil Emanations”. Quando siamo tornati ci siamo guardati allo specchio e ci siam detti “Ora noi cosa siamo?”. La risposta è “The Advent Of Deathless Chaos Beast”.
Mi viene, quindi, da pensare, che si tratti di brani composti nel recente passato. Non avete recuperato nulla della vostra “vita precedente”?
Luigi Contenti: Come ho già detto nella risposta precedente, ci siam sentiti in dovere di dar giustizia e sfogo a quello che eravamo in quel determinato momento, che poi era la cosa più vicina all’idea di base di quando fu creata questa band, un richiamo al vecchio sound, ma fatto con il criterio delle esperienze acquisite.
Perché avete optato per registrare tutto tu e Michele invece di mettere su una nuova line up?
Luigi Contenti: Semplicemente perché dato il momento storico, e dovendo collaborare a distanza, Hellish God aveva bisogno di tornare ad essere la sua incarnazione più vera, ed essendone i fondatori non poteva andare diversamente.

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A questo punto è inevitabile chiedervi un chiarimento sulla vostra scelta di non promuovere l’uscita dell’album con date dal vivo. Come mai avete fatto questa scelta quanto meno anomala in ambito metal?
Luigi Contenti: Il fatto in primis di essere un duo e di non voler allargare la lineup. Secondo punto, le nostre posizioni geografiche e vite attuali. Io sono a Campobasso e Michele per questioni riguardanti il lavoro si è trasferito in Toscana da quasi 4 anni. Non abbiamo molto tempo e risorse da dedicare ai live attualmente, magari le cose cambieranno chi lo sa, ma per ora gira così...
Siete ancora in contatto con i vostri vecchi compagni di band? Ci sono stati problemi per quanto riguarda l’utilizzo del nome Hellish God da parte tua e di Michele?
Luigi Contenti: Non più assiduamente come prima, ma siamo sempre in contatto con loro! Problemi? E che tipologia di problemi avremmo dovuto avere? Comunque questa domanda casca a fagiolo, non sei stato il primo a pormela e ti spiego il perché. Non fa altro che confermarmi che in realtà un po’ di confusione e disorientamento il nostro ritorno lo ha creato, forse per una serie di informazioni che potevano risultare corrette all’epoca, ma inesatte ora, o addirittura di cose che sinceramente sto ignorando, ma cercherò di fare chiarezza almeno dal mio punto di vista e da quello degli Hellish God.
Nel 2019 all’epoca del nostro ‘fermo’ e la conseguente fondazione dei Continuum Of Xul, l’intenzione da parte loro era quella di continuare (lo dice il moniker stesso d’altronde) la musica degli Hellish God, ma rivisitata e arricchita dalle loro influenze. Queste divergenze stilistiche giustificarono allora la scissione. Tutto giusto almeno fino a quando siamo riemersi noi, quindi se non volessimo considerare errate alcune dichiarazioni, quantomeno ora nel presente avrebbero bisogno di una rettifica. Anche se condividiamo lo stesso immaginario e una certa estetica a livello musicale, le due band hanno un approccio completamente differente al death metal. Continuum Of Xul sono un identità artistica a se stante con una propria personalità che brilla di luce propria. Solo gli Hellish God possono essere la loro stessa continuazione ed evoluzione!
Io ho concluso, se vuoi lascia un saluto o un messaggio ai lettori di Metal.it
Luigi Contenti: Date un ascolto al nostro nuovo disco e se vi piace acquistatelo e supportateci!!!
ELEVEN SHALL BRING THE END.



Band photo provided by Dusktone Record for free promotional use.
Intervista a cura di Roberto Alfieri

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