Slift: vale sempre la pena correre il rischio (Jean Fossat: chitarra e voce)

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Gruppo:Slift

Band di spicco della scena underground heavy/psych, i francesi Slift hanno da poco pubblicato il nuovo album "Ilion" e si preparano per tornare in Italia a fine anno in occasione di tre show: giovedì 19 dicembre si esibiranno al Monk di Roma, venerdì 20 dicembre al Locomotiv Club di Bologna (ingresso riservato ai tesserati AICS) e sabato 21 dicembre al Circolo Magnolia di Segrate (MI) (ingresso riservato ai soci ARCI).
In apertura a tutte e tre le date del tour gli italici Valerian Swing.
"Ilion" degli Slift è un'opera rock, un disco che parte dal picco più alto e non si ferma mai, con l'obbiettivo di fondere il metal con chitarre psichedeliche e l'epicità del post-rock.
Abbiamo parlato di questo ed altro con la band di Tolosa.

Come si sono formati gli Slift e qual è la storia dietro il nome della band?
Ci siamo incontrati al liceo con Canek, il batterista. Rémi, il bassista, è mio fratello. Nel 2016, dopo aver visto un concerto del Moon Duo, abbiamo deciso di fondare gli Slift. Il nome deriva da un romanzo scritto dall'autore francese Alain Damasio, "La zone du Dehors". È il nome di un personaggio di questo romanzo.
Suonerete tre date italiane, di cui quella di Bologna il 20 dicembre, al Locomotiv: come vivete la preparazione al tour e come la calata italica?
Non vediamo l'ora di suonare in Italia. Alla fine non ci siamo venuti molto, e mi piacerebbe poterci venire più spesso. Ci prepariamo come prima di ciascun tour, con le prove. Durante queste date testeremo anche nuove canzoni.

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Immagine fornita per scopo promozionale ad uso libero e gratuito da parte dell'ufficio stampa degli Slift
Quali sono le vostre principali influenze musicali e come si riflettono nel vostro stile?
Ascoltiamo molte cose diverse, quindi è piuttosto difficile rispondere. E la musica è lungi dall'essere l'unica cosa che ci influenza. Ma ehi, io sono il più grande fan di Hendrix possibile, sfido chiunque a togliermi quel titolo. Hendrix è Dio, morirò con lui nel cuore. Adoriamo i Melvins, Psychic Paramount (newyorkesi), Miles Davis, Fugazi, la Dusseldorf... anche i Neurosis sono importanti per me.
Quali temi esplorate maggiormente nei testi?
Per il nostro ultimo album Ilion ogni canzone è una specie di storia, quindi sono presenti molti temi. Mi piace che le persone una loro visione riguardo ai testi. Mi piace tutto ciò che ha a che fare con il tempo, i labirinti, le città e mi interessa davvero gli specchi in questo momento.
Come descrivi l'evoluzione del vostro suono dal debutto a oggi?
Cerchiamo di non ripeterci e cresciamo come esseri umani, quindi è naturale che la musica che facciamo evolva. Non mi piacciono le etichette che diamo ai generi musicali, penso che abbiamo semplicemente imparato con il tempo e i tour a suonare meglio e ad essere migliori insieme come entità sonora, e grazie a ciò abbiamo aumentato l'intensità della nostra musica.
Com'è stato il processo creativo dell'ultimo lavoro?
Porto lo scheletro di ogni canzone, il concept dell'album. Poi in sala prove ci lavoriamo molto attorno a queste idee e ne troviamo anche altre. Poi proviamo le canzoni dal vivo. È un processo in continua evoluzione. Le canzoni che senti nell'album sono solo una “fotografia” scattata in un dato momento, ma noi già li suoniamo in modo diverso rispetto a un anno fa!
Hai qualche esperienza memorabile da raccontare dei concerti precedenti?
Sì, sul nostro unico spettacolo in Messico, a Città del Messico. Si è tenuto in una stanza sotto il ponte di un'autostrada. Ho visto 400 persone trasformarsi in un movimento magnifico e terrificante! Alla fine del concerto le barriere di sicurezza erano completamente smontate sul pavimento. Grandi ricordi.
Qual è la tua opinione sul ruolo della musica psichedelica nella scena musicale attuale?
Per me la musica psichedelica riguarda l'interazione. Penso che sia già qualcosa che manca da molto tempo. Mi piace quando gli artisti improvvisano, mi piace vederli correre dei rischi, mi piace sentire la connessione tra loro all'interno di una band. La musica psichedelica ha quel ruolo, mantenere vivo lo spirito del gioco.

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Intervista a cura di Bomma

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