Thunderstone (Nino Laurenne, guitars)

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I Thunderstone di Nino Laurenne giungono, dopo pochi anni, al ragguardevole traguardo del terzo disco, il piacevole “Tools of Destruction”. E' proprio il mastermind della band finlandese, chitarrista e producer di notevole esperienza, a parlarci della nuova fatica dei Thunderstone.

Ciao Nino! Come vanno le cose lassù in Finlandia?

Fa freddo, ma le cose stanno migliorando! Oggi è stata una giornata piuttosto calda, si inizia ad avvertire il tepore del sole, e la neve si sta sciogliendo. E' un periodo magnifico! E poi la scorsa settimana sono tornato da un viaggio in Thailandia estremamente bello, e lì sì che faceva caldo!

Avevi bisogno di riposarti, dopo le fatiche dell'ultimo album?

Senza dubbio! Ho lavorato per quattro mesi di fila. Non solo sul nostro disco, ma anche su altri album, perchè lavoro come produttore qui ai Sonic Pump Studios, e siamo costantemente impegnati nella produzione di nuovo dischi Heavy Metal. Avevo decisamente bisogno di questa vacanza!

Ci vuoi parlare un po' del nuovo album dei Thunderstone?

Credo che la composizione dei nuovi pezzi sia iniziata la scorsa estate, più o meno, ma come sempre non abbiamo passato troppo tempo nel songwriting. Per esempio, durante le registrazioni del disco ho anche sistemato alcuni testi... purtroppo le scadenze sono sempre troppo vicine! (ride) Questa volta abbiamo cercato un sound ancora più pesante di quanto avessimo già fatto sul disco precedente. Certo, non è molto Heavy se lo paragoni ai dischi degli Slayer, ma se ascolti i nostri primi due dischi, ti puoi rendere conto dei progressi che abbiamo fatto, della maggiore coesione che abbiamo raggiunto come band. E nonostante avessimo in mente un album più pesante, ci sono anche una manciata di canzoni estremamente melodiche, una ballad, ed una canzone come “I Will Come Again” che è praticamente “pop”! (ride) Questa è una delle cose che preferisco della band: siamo in grado di suonare qualsiasi tipo di canzone Heavy Metal. D'altra parte se ascolti la terza canzone del disco, “Liquid of the Kings”, puoi notare quanto siano aggressivi i versi. E' una cosa bella, perchè nella mia storia di musicista ho sempre suonato Speed e Thrash Metal, e mi viene estremamente naturale tirare fuori riff pesanti sullo stile dei Pantera o dei Metallica. Mi sento molto più a mio agio quando suono canzoni di questo tipo, anche perchè sono una persona un po' pigra, e non passo molto tempo ad esercitarmi sulla tecnica... per questo preferisco le parti ritmiche agli assoli! Ma purtroppo gli assoli sono un elemento essenziale dell'Heavy Metal, e li suono solo perchè ci sono costretto! (ride)

Tra il vostro primo e secondo disco erano passati due anni. Questa volta invece sono passati appena dodici mesi. Qual è la ragione di questa differenza?

Credo che il motivo principale sia dovuto alla scelta che abbiamo ponderato: se fare uscire il nuovo album prima o dopo l'estate. Abbiamo deciso la prima ipotesi, perchè volevamo fortemente suonare nei vari festival estivi finlandesi con un disco nuovo da presentare. In Finlandia i Thunderstone stanno ottenendo ottimi risultati, l'ultimo album è rimasto nelle charts per sette settimane. E oltretutto il nostro nuovo singolo verrà pubblicato domani, e non vediamo l'ora di scoprire come si piazzerà.

Sembra che lo stile vocale di Pasi si sia fatto ancora più aggressivo, su questo disco...

Penso proprio di si, ma allo stesso tempo ci sono molte parti melodiche. Ho aiutato Pasi a trovare questo nuovo tipo di canto quando è entrato nella band, prima cantava in una cover band che suonava un po' di tutto: Elvis, Whitesnake, Robbie Williams! In ogni caso è molto naturale per Pasi cantare in questo modo, non è assolutamente una forzatura. E la sua voce mi piace tantissimo, perchè si integra alla perferzione con il sound del gruppo, è perfetta. Credo che se Pasi non facesse parte della band, i Thunderstone non esisterebbero neanche! Mi piace tantissimo registrare le sue parti vocali, Pasi è un grande perfezionista: spesso proviamo la stessa linea vocale decine di volte, e quando io sono soddisfatto del risultato lui invece non lo è, e viceversa! E' un grande lavoro, ma se ascolti “Tools of Destruction”, capisci che ci siamo davvero spinti ai nostri limiti, sia nella registrazioni delle parti vocali, sia per tutto il resto. Eccetto per i miei assoli di chitarra! (ride)

Nino, qual è la ragione del titolo del nuovo album? C'è qualche riferimento politico?

No, assolutamente. L'unica cosa dell'album che ha dei legami col titolo è la prima canzone, “Tool of the Devil”, così come nel disco precedente “Until We Touch the Burning Sun” dava il titolo “The Burning”. Non volevamo usare il titolo di una canzone per il disco. Poi ad un certo punto, mentre stavamo giocando con le parole, Titus se n'è uscito con questo “Tools of Destruction” e ci è piaciuto. Magari non siamo una band tanto “pesante” quanto questo titolo sembrerebbe indicare, ma lo stesso discorso vale per la copertina del nostro primo disco. Volevamo fare qualcosa che colpisse la gente, e personalmente odio tutti i clichè relativi a titoli e copertine. Quindi questo titolo non ha un significato particolare. Ma se vuoi, puoi pensare che questi “strumenti di distruzione” siano le dieci canzoni del disco. O magari puoi pensare che lo strumento in questione sia quello che ogni uomo ha tra le sue gambe, (ride) che viene costantemente usato in malo modo nelle relazioni che finisco male. Ognuno può farsi la propria opinione su questo titolo, a me basta che suoni “cool”!

E cosa mi puoi dire della particolarissima copertina?

Uh... ecco, non vorrei dirti che siamo “preoccupati” per questa cover, ma in effetti siamo un po' curiosi di sentire quali saranno i commenti. Raffigura una dea, con un volto decisamente cattivo, ma non c'è alcun riferimento religioso, noi non siamo assolutamente una band religiosa. E non vogliamo scherzare su queste cose, perchè sappiamo quanto vengano prese seriamente. Vedi, Titus è un grande appassionato di teologia, ma non ti saprei dire se l'idea di questa cover è venuta a lui o a Tomas Everhart, l'artista che ha disegnato tutti i nostri artwork. E onestamente, dopo due mesi passati a suonare, registrare, mixare, produrre, e tutte queste cose faticosissime, non ero particolarmente interessato alla cover del nuovo album (ride), e così quando me l'hanno mostrata, mi è subito piaciuta. Non è proprio il mio compito nella band, ognuno di noi ha le sue aree di interesse. Mi occupo più della musica!

Anche in questa occasione avete girato un video, quello di “Tool of the Devil”, e dalle immagini che ho visto sul vostro sito, credo che sia venuto molto bene!

Spero proprio di si! Ho avuto quest'oggi la possibilità di vedere il video con uno dei ragazzi dello studio con cui abbiamo lavorato. Nel video di “Until We Touch the Burning Sun” era protagonista una ragazza un po' discinta, questa volta invece volevamo un video che fosse un po' più elegante e “stylish”. E credo che il risultato finale sia estremamente buono. E anche la crew che ha lavorato con noi è stata bravissima. Vedi, qui in Finlandia i budget sono decisamente limitati, e se sei abbastanza fortunato da avere le giuste conoscenze, puoi trovare diverse persone dispose a lavorare gratis, come il regista di questo video, che voleva lavorare con noi perchè apprezza la nostra musica. Ed è venuto fuori un ottimo video Heavy Metal: ragazzi brutti, chitarre distorte, fiamme, acqua, etc. E oltretutto eravamo in condizioni pietose, perchè la sera prima avevamo preso parte ad un “listening party”, e in queste occasioni devi comprare un sacco di birra per i giornalisti – dio, quanto bevono! (ride) – e anche noi abbiamo bevuto un casino. Non so tutto questo si noterà nel video... ma quando lo guardi, pensaci! (ride)

Avete anche omaggiato i Dio, con la cover della classica “Rainbow in the Dark”. Perchè proprio questo pezzo?

Quando tutte le nostre canzoni erano pronte, abbiamo pensato: “Ohh dobbiamo fare di nuovo la solita cover per il Giappone!”. Ma non avevamo voglia di provare nessun pezzo nuovo, e così abbiamo deciso di registrare questa canzone, che avevamo proposto dal vivo già diverse volte. Per me Dio è uno dei migliori cantanti al mondo, quindi è molto pericoloso cimentarsi con una cover di una sua canzone! Ma credo che abbiamo avuto successo, tutte le persone che l'hanno sentita si sono stupite dell'ottimo lavoro svolto da Pasi. Ho mixato questa canzone nel mio studio in un paio d'ore, nello stesso giorno in cui è avvenuto il mastering, ma credo sia venuta davvero bene.

Ti sei mai chiesto cosa sarebbe oggi dei Thunderstone, se invece di firmare a inizio carriera per un'etichetta grande come la Nuclear Blast, aveste deciso di entrare nel roster di una label più piccola?

Uhmm... è una domanda molto interessante. Personalmente credo di non averci mai pensato. Inizialmente i Thunderstone erano un mio progetto solista, non una vera e propria band. Avevamo ricevuto cinque offerte diverse, ma non volevo rovinare tutto subito (ride), e così ho accettato subito la proposta della Nuclear Blast, che è certamente la migliore etichetta per il nostro tipo di musica!

Ci vuoi raccontare qualche evento particolare o divertente che ti è accaduto in questi anni di carriera?

Durante i nostri tour ne sono capitate un sacco... ma credo che il più divertente in assoluto veda protagonista Jens Johansson degli Stratovarius. Eravamo di spalla agli Stratovarius nel loro ultimo tour, più precisamente a San Sebastian in Spagna. Ci trovavamo nel backstage, quando abbiamo sentito un rumore fortissimo. Ad un certo punto arriva Jens con in mano una porta intera, ed il tour manager lo segue chiedendogli “Jens dove stai portando quella porta?”. E lui, col massimo della tranquillità “La sto buttando nella spazzatura”. “E perchè?”. “E' rotta”. Quindi prima l'ha rotta, e poi “oh, si è rotta” e l'ha presa e l'ha portata via. (ride) E noi stavamo tutti morendo dal ridere... quel ragazzo è pazzo. E non è l'unico evento di questo tipo che l'ha visto protagonista, perchè il suo hobby è rompere qualsiasi cosa.

Come il water che salta per aria nel DVD degli Stratovarius?

Esattamente, quella è forse la migliore! Abbiamo suonato nello stesso locale in cui qualche anno prima Jens aveva fatto saltare in aria il water, e quel bagno era ancora chiuso! E sulla porta c'era scritto “Bagno chiuso per colpa di Jens Johansson”! (ride) Ma con noi è normale, i finlandesi sono dei grandissimi bevitori, e questo è il risultato!

A te il microfono, Nino. Cosa vuoi dire ai lettori di EUTK.net?

Onestamente mi aspettavo questa conclusione. Così mi sono preparato. Ecco quello che dico alla fine di ogni intervista... “Bevete birra e girate nudi. E' divertente. Provateci. Lo facciamo sempre in tour!”

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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