Katatonia: il tempo è davvero rivelatore (Daniel Moilanen, drums)

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Passando dal loro doom metal anni novanta con influenze gotiche all'etereo post metal che caratterizza la band oggi, i Katatonia - ancora condotti dal fondatore Jonas Renkse - hanno veicolato emozioni profonde a una miriade di amanti delle atmosfere ombrose. Quattordici album in studio, tra cui l'ultimo "Nightmares as extensions of the waking state", si presenteranno domani venerdì 22 agosto al Wondergate Music Festival di Fermo, nelle Marche.

Una data particolare, in un territorio che non rima con metal a livello nazionale. Prima di loro ci saranno i Primordial. Daniel Moilanen, batterista nella band da 10 anni e attualmente con Runemagick oltreché ex session live con i Bloodbath, ha risposto alle mie domande.

Il 22 agosto suonerete a Fermo: che tipo di scaletta possiamo aspettarci?
Porteremo con noi un bel po' di canzoni, sia classici futuri che successi del passato, per assicurarci che tutti rimangano svegli, attenti ed entusiasti!
È la vostra prima volta nelle Marche: cosa vi aspettate dal pubblico italiano in questa occasione e come vivete il rapporto con i vostri fan qui in Italia?
L'Italia è sempre stata fantastica con noi, così come i fan italiani. Direi che l'unica cosa che “ci aspettiamo” è che tutti si divertano e si godano la serata (anche se un po' malinconica). Spero che il pubblico sia pronto per noi quanto noi lo siamo per loro.

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Foto fornita ad uso libero e gratuito per scopo promozionale da Ilaria Chinelli di Virus Concerti
Il vostro ultimo lavoro rappresenta una nuova direzione nella vostra visione artistica. Come descrivereste questa evoluzione rispetto ai vostri album precedenti?
Vedo l'evoluzione tra tutti gli album come qualcosa di naturale: una navigazione tranquilla su mari agitati, senza bisogno di sforzarci o di stravolgere le cose per adattarle a una narrazione creata da qualcun altro. Detto questo, siamo anche abbastanza soddisfatti di ciò che stiamo facendo attualmente, quindi non lo vedo necessariamente come una nuova direzione, ma solo come un proseguimento del percorso che abbiamo iniziato tempo fa.
Quali sono stati gli elementi principali, sonori o concettuali, che avete voluto esplorare in questo ultimo album e cosa lo rende sostanzialmente diverso dai vostri lavori precedenti?
Ciò che rende il nuovo album sostanzialmente diverso è sicuramente la nuova formazione e la nuova energia che essa porta con sé. Forse non influisce in modo sostanziale sul sound - come ho detto, noi siamo semplicemente qui a fare il nostro lavoro. Ma la nuova energia porta ad affrontare le cose in modo diverso. Ad esempio, il mio approccio nell'eseguire i brani, sia vecchi che nuovi, è cambiato grazie alla collaborazione con Nico e Sebastian.
Sono sicuro che questo vale per tutti noi.
Per quanto riguarda ciò che stiamo esplorando, non è cambiato molto, anche se il nuovo album è più introspettivo rispetto al precedente, sia dal punto di vista musicale che da quello dei testi e, immagino, anche dal punto di vista tematico.
Guardando alla vostra discografia, quali album considerate più rappresentativi della vostra identità e perché?
Risposta ovvia: il primo e l'ultimo. Per capire ciò che stiamo facendo ora, è utile capire ciò che abbiamo fatto allora. Penso sinceramente che i Katatonia abbiano mantenuto lo stesso nucleo centrale nonostante i numerosi cambiamenti, siano essi musicali, artistici o relativi al personale. Per me siamo la stessa entità, solo evoluta. Risposta meno ovvia: forse "City Burials". È qui che penso di aver collegato e interagito con la maggior parte di ciò che considero l'essenza del nostro sound odierno.
State già pensando a dove vi porterà il prossimo viaggio artistico o preferite lasciare che sia il tempo a guidare la vostra evoluzione musicale?
Personalmente cerco di abbracciare entrambi i modi di pensare. Sono entusiasta di vedere dove posso portare il mio modo di suonare e di come posso lasciare che le mie influenze personali e le mie esperienze colorino quel percorso, ma sono altrettanto cauto nel cercare di spingermi troppo oltre. La vita trova sempre una strada, così come l'evoluzione musicale, se glielo permetti.
Per quanto riguarda il percorso dei Katatonia, la storia ci ha dimostrato che il tempo è davvero rivelatore.
Venite dalla Svezia, un paese importante per la musica metal. A quali dei vostri compatrioti vi sentite più legate, sia in termini di sound che semplicemente di relazioni personali?
Musicalmente, credo che i Katatonia siano i ragazzini strani: non abbastanza popolari per frequentare le cheerleader, non abbastanza cool per frequentare le ragazze cattive, ma abbastanza tosti da cavarcela da soli. Ovviamente siamo vicini a band come gli Opeth, con cui abbiamo legami che risalgono a molto tempo fa. Personalmente non mi mescolo molto nella scena in cui mi trovo, è più una cosa del tipo “la mia ragazza va in un'altra scuola”.
Puoi citare cinque album che vorresti avere sempre con te e spiegare perché?
1. Cynic - Focus
Per ispirazione e divertimento senza fine.

2. Abandon - The Dead End
Per quando il divertimento senza fine diventa troppo.

3. Landberk - Riktigt Äkta
Per quando ho nostalgia dei fiordi.

4. Chico Buarque - Chico Buarque
Per quando ho nostalgia.

5. Potrebbe essere qualsiasi cosa, davvero. Oggi:
Renaissance - A Song for All Seasons

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Foto fornita ad uso libero e gratuito per scopo promozionale da Ilaria Chinelli di Virus Concerti
Intervista a cura di Bomma

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