STEEL ATTACK: John Allan (chitarra)

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Gli svedesi Steel Attack via via con gli anni hanno dimostrato di sapersi evolvere, sia nello stile, senza per questo rinnegare il loro attaccamento al Power Metal, sia nei risultati che sono stati in grado di raggiungere. Questa loro progressione è andata avanti a braccetto con continui ritocchi ad una formazione che nel tempo ha mantenuto un solo membro originale, il chitarrista John Allan, che si è concesso a questa chiacchierata, che prende il via proprio dai problemi di formazione.

Dopo l'ultimo album "Predator of the Empire", il primo con l'Arise Records, ci sono stati diversi cambi nella line up. Sono arrivati il nuovo chitarrista Johan Jalonen, il bassista Anden Andersson e sopratutto un nuovo cantante, Ronny Hemlin. Come sono andate le cose?
Tutti questi cambiamenti sono dovuti al fatto che alcuni di quelli che hanno lasciato il gruppo avevano grosse difficoltà nel gestire la cosa, ed inoltre c'erano anche problemi di attitudine. Ma il motivo principale era che coloro che se ne sono andati non riuscivano a trovare il tempo per le varie attività del gruppo, ad esempio per le prove, etc... Eppure quando Dick ha avuto la possibilità di avere più tempo a disposizione per il gruppo, ha poi deciso di andarsene affermando di non sentirsi più così coinvolto. Patrick ha dichiarato di riscontrare la mancanza di progressi da parte della band e di volerci lasciare proprio per questo motivo, ed a questo punto se n'è andato immediatamente pure Dennis, dato che non se la sentiva proprio di riprendere con le audizioni per un nuovo bassista e con tutto quello che sarebbe seguito. Al posto di Dick è arrivato Ronny dai Lack of Faith e dopo un mese, a seguito dell'abbandono di Patrick e Dennis, ci siamo rivolti ad un mio vecchio amico, Johan Jalonen, degli Asperity, con il quale avevo suonato per diversi anni prima degli Steel Attack e che si è unito immediatamente a noi, mentre al basso è poi arrivato Anden Andersson che aveva suonato anni prima con Ronny.

Tra il vostro primo album, "Where Mankind Fails", ed il nuovo album è evidente un cambiamento nel sound proposto...
L'unica ragione per questo, è legata al modo in cui gli Steel Attack lavorano alla propria musica. Vedi, tutti noi siamo coinvolti con il songwriting, perciò è naturale che il sound rifletta il contributo personale e le influenze di ciascuno di noi.

Ed ora come guardi, dopo tutti questi anni, al vostro debutto?
Come ad un album fresco, realizzato con i membri di allora. Certo che è facile guardarsi alle spalle e pensare che le cose sarebbero dovute essere fatte in maniera diversa... hey, scusa, ma questo è ora, e quello era allora!

Potremmo comunque spendere due parole sui vostri precedenti lavori...
Il primo album è stato appunto "Where Mankind Fails", strettamente legato a del power metal melodico abbinato a liriche fantasy, si parlava di draghi e guerrieri. Anche il sound del nostro secondo lavoro, "Fall into Madness" era nuovamente orientato al power metal melodico ed anche le liriche continuavano la linea intrapresa con il precendente album, con titoli come "Holy Swordsmen", "The Beast", "Guardians" etc. Il terzo lavoro mostrava qualche variazione in più, sopratutto sul profilo musicale. Con il nuovo album, "Enslaved", ci sono stati dei cambiamenti più sostanziosi, con un sound arricchito anche di alcuni elementi progressive ma che non cambiano la sostanza: si tratta di un album di puro Heavy Metal! Ma stavolta non sono stati ammessi i Draghi!

Parliamo allora di come avete composto "Enslaved"? Di cosa trattano i testi... il titolo sembra avere un significato piuttosto forte, vero?
Il processo compositivo è stato portato avanti di comune accordo tra tutti noi della band. Vedi abbiamo deciso di rinfrescarci le idee, dato che avevamo una nuova line up. Così abbiamo raccolto tutte le singole idee che ognuno aveva registrato sul proprio computer, registratore digitale e su cassette... parti che avrebbero potuto trasformarsi in un intero brano ed anche semplici riffs che avrebbero funzionato come intro, oppure parti di cori etc... Quando siamo entrati in studio i pezzi non erano ancora ben delineati, addirittura avevamo provato in sale prova le sole "Enslaved" e "Son of a Thousands Souls" complete di testi e musica, il resto era stato solo abbozzato... non avevamo ancora ascoltato le linee vocali ed i testi definitivi, e quindi non avevamo potuto definire le parti di chitarra e gli assoli, questo ha fatto si che le canzoni non finissero mai con l'annoiarci. Lavorarci sopra è stato grande, credo che sia stato possibile ascoltare le canzoni con una mentalità più aperta di quando sarebbe stato possibile se fossero state provate e riprovate in continuazione. I testi sono incentrati sul nostro punto di vista sulle religioni ed argomenti simili. La religione è VERAMENTE pericolosa se tu ne sei schiavo. Tutte queste porcherie che succedono per il mondo, non importa che sia guerra, sequesti, assassinii, terrorismo oppure merda simile... la religione sembra esserne le fondamenta. Ci sono un sacco di domande legate alla condotta religiosa, cose come "...se uccido in nome di Dio mi comporto nel modo giusto", all'inferno, ma quale buon Dio vuole che la gente si uccida l'un l'altro per rendergli onore? E perchè mai alcuni culti religiosi terrorizzano la gente facendogli credere che "... credi oppure brucerai per l'eternità"? etc. etc...

Dove avete inciso "Enslaved"? E' filato tutto per il verso giusto?
Abbiamo registrato l'album ai Black Lounge Studio, di proprietà dell'ex cantante dei Carnal Forge, Jonas Kjellgren. Ci siamo divertiti un sacco durante le fasi di registrazione, anche perchè Jonas è una persona davvero "cool". Assolutamente nessun problema, ci siamo solo divertiti.

Avete supportato l'uscita dell'album con un tour, vero?
Abbiamo appena fatto un tour con gli Exciter ed i Black Abyss, e niente avrebbe potuto andare meglio... un sacco di divertimento e di "pure fucking metal". Ringrazio tutti quelli che sono stati coinvolti nel tour.

La vostra homepage, www.steelattack.com, non è ancora completata, comunque è in continuo sviluppo, ma cosa ne pensi del "file sharing"?
Il file sharing è un qualcosa che è sempre esistito, prima delle possibilità offerte dal net, ci si scambiava la musica tra amici, mentre ora puoi semplicemente copiarti i tuoi CD direttamente dalla rete. La cosa triste è che tutta questa comodità nel mettere le mani sulla musica porta la gente a non ascoltarla, sembra che ci siano un sacco di "collezionisti" che raccolgono sui propri drives tanta di quella musica che però non ascolteranno mai. Ci sono poi i danni alle band dato che sono in ogni caso le vendite che portano ad incidere altri album ed a portarti in tour. Noi abbiamo trovato il nostro album online ben 6 settimane prima della data d'uscita, completo di copertina... e non l'abbiamo di certo fatto noi. Vedi, la situazione è arrivata ad un livello tale che tutti dovrebbero cercare la miglior soluzione possibile.

Ok... lascio a te la responsabilità di concludere l'intervista.
Spero che tutti quelli che ci seguono dagli inizi si siano divertiti all'ascolto del nuovo album. A tutti quello che non ci hanno mai ascoltato prima, o al massimo avevano dato un ascolto ad uno o due pezzi, che possano dare un giudizio all'album ascoltandolo con le proprie orecchie, provando poi a vedere se sono "schiavizzati" oppure no.
Ringrazio tutti!! Fate un salto a visitare il nostro sito: www.steelattack.com

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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