Nile (Dallas Toler-Wade, vocals/guitars)

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Gruppo:Nile

Il ritorno dei Nile con “Annihilation Of The Wicked” è l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con Dallas Toler-Wade cantante e chitarrista della band. Nonostante problemi con la linea telefonica, l’intervista fila via liscia, così Dallas ci racconta un po’ del dsico nuovo e dei cambiamenti avvenuti nella sua band.

Ciao Dallas, io inizierei parlando proprio di “Annihilation Of The Wicked”.
“ Oh bene! È il nostro ultimo lavoro, prodotto da Neil Kernon. Neil è un bravissimo ragazzo ed un gran lavoratore, ha fatto davvero un lavoro eccelso dietro la consolle. Sia chiaro che i nostri lavori, a livello di produzione, mi piacciono tutti, ma questo è sicuramente il migliore, i suoni sono molto più puliti. Le chitarre si sentono benissimo.
Inoltre abbiamo lavorato molto bene con il nuovo batterista George Kollios, è stata una gran bella esperienza lavorare insieme in studio. Ci è stato consigliato da Derek Roddy e quando Derek ti da un consiglio è bene seguirlo. Ogni volta l’esperienza dello studio ti aiuta ad essere un musicista migliore e a scrivere canzoni migliori, imparando molte cose nuove.”
Mi sono chiesto cosa significhi il titolo “Annihilation Of The Wicked”. Sai darmi una risposta?
“ Il titolo riguarda il mitico serpente dalle due teste, il quale nella mitologia egizia è il “portatore della fine”, della fine di ogni cosa. Tutte le songs riprendono un po’ questo tema, cercando di settare questo mood apocalittico. In effetti la migliore definizione per questo disco è proprio ‘apocalittico’.”
Il nuovo album segna un ritorno alla brutalità nuda e cruda dei tempi di “Black Seeds Of Vengeance”. Come mai questo ritorno?
“ Non è stata una vera e propria decisione. Semplicemente noi non cerchiamo mai di fare lo stesso disco due volte, ma allo stesso tempo vogliamo mantenere un sound riconoscibile, un sound 100% Nile. “Black Seeds…” era un disco che sperimentava in fatto di velocità, e il nuovo è un disco molto veloce, perché la velocità si adattava bene alle idee che avevamo in mente. Allo stesso tempo cerchiamo di fare cose sempre differenti e penso che ci siamo riusciti. Il nuovo “Annihilation…” si distacca sia da “Black Seeds…” che da “In Their Darkened Shrines”.”
A proposito di “In Their…”, avete un po’ perso per strada gli interludi di musica egizia, come mai? Non credi che erano un elemento caratterizzante e irrinunciabile della vostra musica?
“ Ci sono migliaia di anni di storia da esplorare e da raccontare, e noi non vogliamo raccontare sempre la stessa storia. L’egittologia è una materia molto vasta, e questa volta evidentemente non avevamo molto bisogno di quegli intermezzi. In studio non stai lì a decidere a tavolino se certe cose vanno bene o meno, le cose vengono spontanee. Tuttavia puoi star certo che prima o poi ritorneranno.”
A me sembra che avete un po’ scisso la parte egizia da quella brutal. La prima l’avete riservata al disco solista di Karl Sanders “Saurian Meditation”, la seconda per i Nile.
“ Io ho partecipato al disco di Karl, scrivendo anche alcune canzoni ed è una cosa che abbiamo fatto nel tempo libero, mentre suonavamo in giro con i Nile. Poi l’etichetta l’ha sentito e ha detto che era roba che si poteva portare su un disco e pubblicare. Ti posso però assicurare che questo non ha influito ne influirà sui Nile e sul nostro songwriting. È stato qualcosa di estemporaneo, anche molto divertente.”
Siete soliti cambiare la line-up, come mai tutti questi cambiamenti? Stavolta assenti sono Tony Laureano e John Vesano.
“ I cambi di line-up sono spesso storiacce molto lunghe, senza tirarla troppo per le lunghe posso dirti che John ha semplicemente deciso di non voler suonare più con noi, voleva qualcosa di più, mentre per quanto riguarda Tony non saprei dirti nulla, perché non ci parliamo da molto tempo. Un giorno mentre l’aspettavamo ci siamo stufati di aspettare, perché non arrivava. Semplicemente non è più venuto, non c’hai mai nemmeno detto che ci lasciava. Tuttavia questi cambi non possono farci perdere tempo, quindi abbiamo reclutato subito George Kollios. George dal vivo è incredibile, è un batterista molto valido che non ha fatto certo rimpiangere Tony.”
Il vostro album è disponibile in una “special collectors edition”. È stata una vostra idea? Non la ritieni un po’ troppo commerciale?
“ La Relapse ha sempre fatto delle cose un po’ speciali, come i picture-disk. A loro piace fare queste cose e alle persone piace altrettanto comprarle. Penso che sia una bella trovata e spero me ne regalino una! A Karl invece non è piaciuto molto, lui la pensa un po’ come te.”
Il vostro contratto con la Relapse si è concluso, siete soddisfatti del vostro lungo rapporto? Avete già idee per la prossima vostra label?
“ Oh, non posso parlarne molto al momento, quello che poso dire è che la Relapse è una label che lavora davvero molto bene, lavorano duro per le bands, per la promozione e sono delle persone simpatiche e amichevoli. Sono stato a contatto con loro per sette anni e non posso che dirne bene dal punto di vista professionale.”
Mi racconti come sei entrato a far parte dei Nile?
“ Avevo sentito parlare dei Nile sin dal primo demo nel 1993, ma abitavo in un’altra città a quel tempo, pur suonando anch’io metal e cercando persone serie per mettere su un progetto serio. Nell’Agosto del ’97 ebbi una cassetta sulla quale c’era registrato il master di “Nephren Ka”, la portai a casa e l’ascoltai, realizzando dalle chitarre che sentivo sulla cassetta che era quello che volevo suonare. Così feci delle prove con Karl e la band e tutto andò liscio da quel momento.”
Ho parlato un paio di volte con Karl Sanders e ogni volta si è dimostrato reticente e seccato nel parlare di Bush e della politica americana, lui avrebbe preferito parlare di porno, così gli ho promesso che l’avremmo fatto. Quindi devo mantenere la promessa e devo chiederti quale è la tua pornostar preferita.
“ Questa è l’intervista ad una band heavy metal, e non ha nulla a che fare con la politica e le mie idee politiche, e penso che le uniche cose che debbano contare siano le questioni riguardanti la band e non la politica. Non siamo bravi a fare politica, altrimenti non saremmo qui al telefono, ma staremmo parlando in televisione alla nazione. La politica è una cosa tremendamente seria, che va lasciata a chi se ne intende. Noi non ce ne intendiamo, noi sappiamo solo suonare heavy metal.”
Ok Dallas, concludi pure.
“ Vorrei ringraziarti per questa intervista e vorrei ringraziare tutte le persone che sono venute a vederci in Italia quando abbiamo suonato, sono davvero dei grandi ragazzi. E spero di tornare presto!”

Intervista a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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