BROWBEAT (M.V., vocals)

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Gruppo:Browbeat

I Browbeat sono ritornati con un freschissimo nuovo deal con a label inglese Casket Music/Copro (e relativo album) a dimostrare che all’estero c’è comunque un buon interesse verso il Metal di casa nostra e non solo verso le sonorità Power e/o derivative…questo combo emiliano ha tantissime frecce al proprio arco ancora da scagliare per colpire ancora più in profondità e lasciare definitivamente il proprio marchio sul groppone dell’Europa metallica!

Quale significato attribuite ad un titolo comunque forte, come ‘Audioviolence’?
Con il titolo ‘Audioviolence’ volevamo esprimere l’idea della relazione tra quello che quotidianamente si “sente” e l’influenza di tutto ciò sui comportamenti in generale e anche, e soprattutto, la passività/impotenza rispetto ad un certo tipo d’informazione troppo spesso negativa.

Da un album all’altro siete passati dall’italianissima label underground Vacation House ad una label sicuramente dal nome più prestigioso come l’inglese Copro: come è avvenuto questo passaggio? Quale è stato l’iter?
Riuscire ad esportare la nostra musica all’estero era un obbiettivo che ci eravamo posti dopo l’esperienza di ‘No Salvation’, un disco per noi fortunato, ma che per questioni di distribuzione non era riuscito ad uscire dall’Italia. Ci siamo mossi così totalmente in quel senso decidendo di lavorare con Chang ed in seguito spedendo il materiale registrato a varie etichette Europee. Abbiamo ricevuto alcune proposte tra le quali quella della Casket Music/Copro Productions. Quest’ultima ci è sembrata la migliore visto il lavoro svolto con gruppi come Earthtone9, ora purtroppo scioltisi, Blueprint, Desecration, Fony, i nostrani GF93. Una volta discusso il contratto abbiamo deciso di firmare.

‘Audioviolence’ prende un pochino le distanze dal vostro debut album, ‘No Salvation’, risultando meno feroce e brutale, ma sicuramente ben più lavorato. Puoi raccontarci come è nata questa esigenza? Qual è stata la causa scatenate questo cambio di direzione?
Non c’è stata una precisa causa scatenante al nostro cambiamento. ‘Audioviolence’ è semplicemente l’evoluzione dei Browbeat. E’ il frutto di una maggiore interazione e collaborazione all’interno del gruppo. Il nostro singolo diverso background pre-Browbeat ci è stato utile per poter inserire nuovi elementi che hanno reso il nostro sound più variegato. ‘Audioviolence’ è sicuramente più ragionato rispetto a ‘No Salvation’, ma penso mantenga una certa “pesantezza” di suoni che caratterizza il nostro modo di fare musica

Quali sono, secondo te, i punti di forza ed i punti deboli di ‘Audioviolence’?
Qualitativamente mi sembra un buon disco, ma ovviamente io sono di parte. Allo stesso tempo penso che ‘Audioviolence’ non sia certo un punto d’arrivo perché di margini di miglioramento ce ne sono ancora e a mio avviso solo vedendola così si riesce a crescere. So che i Browbeat hanno le potenzialità per progredire e fare meglio.

Come mai avete deciso di inserire anche una song in italiano (‘Essere Il Tuo Specchio’)?
‘Essere Il Tuo Specchio’ è frutto di una collaborazione con Robert degli I.H.B. – Non avrebbe avuto senso tradurre il testo in Inglese perché le parole di Robert hanno qualcosa di “magico” che sarebbe stato difficile trasporre in un’altra lingua. Poi l’idea di inserire una song in Italiano nel disco ci piaceva visto che ‘Audioviolenc’e sarà distribuito in molti Paesi all’estero e noi ci teniamo a far notare da dove veniamo.

Quanto ha influito l’esperienza di un produttore come Dave Chang nella scelta stilistica del suono dei Browbeat?
E’ stata determinante. Penso che Chang sia stato molto bravo a capire in che direzione i Browbeat si stavano muovendo e capace poi di creare un suono che fosse il punto d’incontro tra il suo modo di lavorare e quanto era l’esigenza del gruppo. La scelta stilistica è partita da noi, Chang ha capito gli aspetti da valorizzare e le ha dato forma col suono. Non abbiamo scelto un produttore a caso, sapevamo bene che Dave aveva prodotto ottimamente dischi brutali come ‘Carved From Empty Words’ degli Stampin’Ground e che era stato capace, allo stesso modo e con lo stesso risultato, di destreggiarsi tra le melodie di Earthtone9 e Vacant Stare.

C’è qualche episodio della nuova esperienza in studio a cui ti senti particolarmente legato?
Non riesco a pensarne qualcuno in particolare. In generale l’atmosfera che c’era durante le sessions di registrazione nei venti giorni di permanenza al Red House Recordings studio con Chang difficilmente sarà una cosa che dimenticherò. E’ stata un’esperienza davvero unica. Abbiamo imparato molto e Dave non si è solo dimostrato un produttore che sa fare il proprio mestiere, ma umanamente anche una gran persona, professionale e allo stesso tempo umile e disponibile con noi.

So che è in giro il video della track che apre l’album, ovvero ‘Till Death’: quale concept si cela dietro il clip e quale è il messaggio?
Non c’è proprio un vero concept dietro il video di ‘Till Death’. In un primo momento erano state girate alcune scene nell’intento di creare una storia, ma poi di comune accordo con Bloody and Crisis, i registi del clip, abbiamo scelto di tenere solo immagini inerenti al gruppo. Il video rispecchia la nostra attitudine, il messaggio va ricercato non nelle immagini, ma nelle parole stesse della canzone.

Cosa c’è dietro l’angolo per i Browbeat?
Se intendi cosa faremo nel prossimo futuro, spero molti concerti perché la dimensione live è quella che ci piace e appaga di più. Stiamo già lavorando per riuscire ad organizzare il maggior numero di date possibili per promuovere ‘Audioviolenc’e, tra cui un probabile tour in Inghilterra e altri paesi Europei il prossimo autunno.

Ora puoi dire quello che vuoi ai lettori di EUTK.net!
Un semplice saluto a tutti. Grazie davvero a chi ci ha sempre sostenuto e a EUTK.net per lo spazio che ci ha dato.

Intervista a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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