RAISING FEAR: Yorick (chitarra)

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Una altra band italiana al debutto: i Raising Fear dopo un primo ed unico demo, sono riusciti a convincere la Dragonheart Records che gli ha dato la possibilità di debuttare. "Mythos", questo il titolo dell'album, ricalca lo stile e recupera i consensi suscitati al tempo del demo. Un album roccioso, poco prolisso e compatto, anche se con qualche piccolo (e direi veniale) difetto... ne parliamo con uno dei due chitarristi del gruppo, Yorick.

Per prima cosa vorrei sapere cosa si cela dietro al vostro monicker... ai tempi del demo avevo ipotizzato l'album degli Armored Saint, ho visto giusto?
Hai visto giustissimo. Alberto e io siamo due grandi fan di Dave Prichard, e quindi anche in memoria del suo mirabile lavoro abbiamo scelto questo nome per la band, che comunque voleva trovare spunto dal periodo d'oro del metal americano, ovvero gli anni 80.

"Mythos", il vostro album di debutto è appena uscito, come ci si sente nel riuscire a mettere finalmente i propri pezzi sul tanto "agognato" dischetto ottico?
Come sai, non siamo tutti al primo disco... anche se in effetti uscire per Dragonheart è stata ed è tuttora una cosa che ci sta travolgendo dal punto di vista emotivo. C'è un grosso interesse intorno a noi.. e questa è una situazione nuova... ci dobbiamo un po' abituare...

Che differenze ci sono tra il vostro vecchio demo ed il nuovo "Mytohs"? Cosa credete sia cambiato... visto anche il cambio degli studi di registrazione?
In realtà, credo che le differenze siano poche. A livello di pezzi ed arrangiamenti abbiamo cambiato veramente poco. Probabilmente il Promo era più "crudo" a livello sonoro, anche perché non aveva subito la post produzione. Anche la voce è stata un po' più curata soprattutto nei cori che in Mythos suonano molto più amalgamati. Per il resto abbiamo cercato di mantenere un'impostazione molto aggressiva, come nel promo.

Come mai avete lasciato fuori 3 dei 5 pezzi che vi erano inclusi...
Perché i pezzi che avevamo fatto negli ultimi mesi ci sembravano più rappresentativi della band rispetto a quelli del promo, che erano frutto delle prime elucubrazioni tra Alberto e me. Ai pezzi nuovi avevano partecipato un po' tutti e quindi li sentivamo più nostri... più completi. Comunque "Amon Ra" è stata riregistrata ed è in attesa di una buon occasione per essere utilizzata, e gli altri pezzi non è detto che non vengano ripresi un giorno. Comunque dal vivo li presentiamo quasi tutti.

Il vostro nuovo lavoro esce per una label ormai affermata come la DRAGONHEART: Come sei entrato in contatto con loro? Sei soddisfatto del supporto che ti stanno garantendo?
Rispondo subito che il contratto con Dragoheart è la più bella cosa che ci potesse capitare. Non siamo solo contenti, ma credo che se potessimo scegliere rimarremo a vita con Enrico. Sai sono persone eccezionali, e poi il supporto che ci stanno dando è spettacolare... davvero!! Speriamo di far loro raccogliere delle belle soddisfazioni. Il contatto è arrivato attraverso il promo che era stato mandato a un bel po' di etichette. Ma Dragonheart ci è sembrata la scelta migliore, e credo che alla fine abbiamo avuto ragione.

Come musicisti avere trascorsi ed esperienze parecchio diverse tra di voi... questo vale anche per i rispettivi i gusti personali?
Si molto. Al di là del fatto che ci sentiamo tutti spiriti dal cuore di metallo, ma abbiamo gusti per filoni differenti di questa musica. Alberto è un "duro" degli anni '80, amante di Mercyful Fate, King Diamond, Heathen, Exodus, Death Angel e simili; Frana e Cristian invece sono dei classicisti patiti di Metallica, Maiden e Megadeth; Rob è un figlio della NWOBHM e questo dice già tutto; per quanto riguarda il sottoscritto ho dei bei trascorsi nel prog anni '80 e nel metal prog degli anni '90, ma amo moltissimo il power melodico tedesco di Edguy per esempio, dei Masterplan e dei Brainstorm.

Ho appena finito di scrivere che l'album mi piace parecchio ma sono un po' deluso dalla cover. Trovo l'immagine di copertina davvero un po' troppo ingenua, e non mi riferisco all'ambientazione, ma alla sua componente grafica.
Credo che come dici tu il soggetto sia molto interessante, forse sono stati usati dei colori e dei tratti che richiamano altri tipi di grafica e non quello specifico di un disco metal, ma ti dirò la verità a noi piace, anche se a fronte delle critiche ricevute devo ammettere che forse non dai idea di chi siano e cosa facciano i Raising Fear.

La copertina non può che introdurre il concept di "Mithos"... anche se non si tratta di una vera storia ma piuttosto di diverse storie con un comune denominatore...
Diciamo che più che un concept è una metafora, che forse nei prossimi album si trasformerà invece in un ampio concept su più album (ma dobbiamo ancora decidere bene). La metafora è quella di una galleria di museo, che l'ascoltatore virtualmente percorre e al cui interno incontra dei ritratti che sinteticamente con pochi tratti raccontano storie, avventure e psicologie.
Non volevamo raccontare una storia, e nemmeno inventarcene una, quello che volevamo fare, era prendere dei testi antichi e dar loro una vita diversa da quella accademica... per questo alle volte i testi possono sembrare strani, perché spesso sono pezzi di originali antichi...

Alcuni di questi personaggi sono piuttosto noti... altri di più difficile collocazione, ti va di dire due parole per quelli meno noti, come Fenrir, Ocasta e The Goddess?
Certamente. Fenrir è il lupo del crepuscolo degli dei. Gli dei di Asgard subiscono l'attacco finale da parte del serpe e del lupo Fenrir. Ocasta è una divinità delle popolazioni native americana. Figura misteriosa, divisa fra il bene e il male. Conduce la sua vita come figura malvagia portando discordia nei villaggi, ma in punto di morte per riparare al male fatto dona agli uomini conoscenza e saggezza. The Goddess è una dea che non ha nome... ma che è cara nel mio cuore in particolare, è una canzone con dedica... non sono uso a fare queste cose, ma quest'anno per me sarà speciale perché mi sposerò, e quindi la mia dea che tanto ha sopportato in questi innumerevoli anni di musica ogni santo giorno quasi meritava di avere un riconoscimento.

Tu ti riconosci in qualcuno di questi personaggi?
Domanda difficile... direi di no, non in particolare... come sai Yorick è un giullare scanzonato, che trova diletto nel raccontare storie, figura malinconica e comica allo stesso tempo... Forse Yorick è proprio invece quella voce che percorre i secoli e lo spazio e cerca di raccogliere più spunti possibili per raccontare sempre qualcosa di nuovo al suo pubblico.

In chiusura trova posto la cover di "Angel Witch"... rientra in qualche modo nel contesto di "mythos" oppure è solo un tributo ad questa storica band?
Beh, come titolo direi che ci azzecca molto... ma non è stata scelta per questo, ma come omaggio ad una band che sicuramente ha segnato una tappa importante nella nostra crescita artistica.

Hai scritto i testi dopo la composizione della musica o viceversa?
Difficile da dire. Cioè, non c'è un ordine preciso... generalmente viene prima la musica, ma mai senza prima un'idea sul tema del pezzo per lo meno. Molte volte musica e parte vocale nascono assieme, e poi in fase di arrangiamento le sistemiamo assieme a Rob. I testi finali poi li scriviamo sulle linee vocali definitive. E' sicuramente un metodo poco ortodosso, ma questo ci dà grande libertà sulla stesura delle linee vocali... e per noi è molto importante.

Ancora sulle liriche: le pensi prima in italiano e poi le traduci o nascono direttamente in inglese? Hai mai pensato di proporre un brano cantato in italiano?
Ho una formazione scolastica molto particolare, sono laureato in filologia germanica e lingue medievali, ho iniziato a studiare l'inglese da quando avevo 5 anni e ho vissuto per molto tempo in USA. Questa esperienza di vita mi ha favorito da un lato con la lingua inglese, che per certi versi è quasi una seconda madre lingua (anche se in questi ultimi 5 anni passati in Italia si è molto arrugginita), e ad avere un amore per i testi originali e non tradotti, o se non altro per delle traduzioni ufficiali dei testi stessi. Quindi i testi normalmente vengono pensati e scritti direttamene in inglese, ma sempre confrontandomi con le fonti da cui traggo ispirazione. Per esempio, i miti nordici li ho affrontati nella loro lingua, l'antico nordico, e poi recuperati nei pezzi attraverso delle traduzioni ufficiali delle stesse... lo stesso ho cercato di fare per i miti classici... per "Charon" ho voluto permettermi di citare il divin poeta di Firenze... spero che il risultato di questa ricerca alla fine riesca un po' a premiarci... anche se credo di farlo più per motivi personali, che per dare al pubblico un testo che rimarrà in eterno.

Puoi dirmi qualcosa riguardo la vostra attività live? Ci sono progetti di un tour come gruppo spalla di qualche band famosa per farvi conoscere?
Abbiamo un bel tour in Italia per ora, sono otto date che per ora toccano molti punti del nord Italia. Ma stiamo valutando un giro più esteso in Italia innanzitutto, e poi a fronte di una risposta positiva dell'album qualcosa di bello all'estero. Tuttavia è ancora presto per parlare di qualcosa di definitivo.

Ho notato che anche voi avete una vostra homepage, credo che ormai sia un aspetto importante per qualunque band vero?
Si, www.raisingfear.com dopo un bel po' di lavoro, e qualche notte passata nel web, siamo riusciti in questa impresa. Credo che al giorno d'oggi internet sia un canale di grande importanza per qualsiasi tipo di comunicazione. E' veloce, è immediato, è libero e soprattutto e interattivo. Credo che il futuro darà sempre più spazio a questo mezzo, e per questo credo che soprattutto per noi che viviamo di comunicazione, sia utile avere un posto speciale e professionale dove fare la nostra.

Come vedi la scena musicale italiana ed internazionale? Uno su migliaia ce la fa... quanto conta la vera bravura in questo?
Questa è la famosa domanda da 1.000.000 di dollari. Il successo è una cosa così eterea che è difficile afferrarne l'essenza. Fortuna, bravura, compromessi, sacrifici, duro lavoro, sogni e speranze sono tutte componenti che ne fanno parte, ma sono convinto che non esista la ricetta perfetta. Ogni successo ha la sua storia in cui queste componenti interagiscono in maniera e con quantità diversa. L'importante credo per noi ora sia fare del nostro meglio, essere sempre orgogliosi dei risultati ottenuti, e farci trovare sempre pronti ad ogni occasione... ma soprattutto avere i piedi ben piantati per terra.

A proposito... novità per quanto riguarda gli Helreid?
Brevemente. Helreidh sta crescendo nuovamente. Stiamo terminando la composizione di Orfeo (ebbene sì, un altro mito)... presto inizieremo a registrare i primi pezzi. Appena disponibile qualcosa inizieremo a far parlare di noi.

Beh... non posso che farvi i miei complimenti ed augurarvi di poter dimostrare la vostra bravura!!
Grazie a te!!!

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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