Symphony X (Michael Romeo, guitars)

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Gruppo:Symphony X

Con i suoi riffs aggressivi, precisi, il suo solismo ipertecnico, neoclassico ed un suono che sfrutta in pieno la potenza dell'amplificazione Mesa Boogie, Michael Romeo rappresenta uno dei punti cardine della musica dei Symphony X.
Lo sta particolarmente a testimoniare "The Odyssey", recentissima nuova realizzazzione della band, in cui lo stesso chitarrista rivela di aver rivestito un ruolo quanto mai da protagonista sia in fase compositiva che d'arrangiamento, rispetto a tutti gli altri componenti della band. Vediamo un po' cosa ci racconta......

C'era grande attesa sul vostro nuovo album e su come vi sareste presentati musicalmente al vostro pubblico. "The Odyssey" è un album che sicuramente non tradisce le aspettative dei fans più intransigenti della band, ma che presenta anche certe novità in un sound ora ancor più aggressivo. In più, figura tra le tracce questa suite ambiziosa, incentrata sulla saga dell'antico racconto omerico.
Certo. Prima di tutto, c'è da dire che ancor prima di metterci a comporre ed a suonare, abbiamo discusso e pianificato fin dall'inizio che quest'album dovesse avere un orientamento più heavy e chitarristico rispetto al passato. Anche le parti vocali ne hanno risentito in questo senso e ne risultano in linea e molto più aggressive.
Ebbene, nel contesto della stesura dei pezzi ci siamo ritrovati con questa suite che prendeva forma e si sviluppava progressivamente, ma con connotati un po' differenti rispetto al resto: aveva un approccio ben più epico, pomposo, orchestrale e sinfonico.
E' da lì che abbiamo cominciato a pensare a quale fosse l'argomento più opportuno ed adatto da trattare nelle liriche. E' stato Michael (Pinella, nda) a suggerirne l'idea legata all'Odissea. Chiaro che da lì ci sia stato un totale lavoro di lettura e conoscenza dell'opera da parte nostra, non solo per ben informarci bene sull'argomento, ma anche per capire e scegliere quali parti ed episodi fossero più adatti da trattare e da combinare alla musica, rispetto ad altri.
C'è voluto un po' per realizzarla, ma il risultato finale ci soddisfa particolarmente, tanto che è poi venuto spontaneo darne il nome all'album intero.

Chiaro che "The Odyssey" rappresenti una traccia a se stante rispetto alle altre sette dell'album, sia liricamente che musicalmente, anzi, si ha addirittura la sensazione di trovarsi dinanzi due albums in uno. C'è ad ogni modo un legame che potrebbe accomunare i due tronconi in qualche modo?
.....(dopo una buona manciata di secondi di silenzio, nda.) Naaaaaaa, credo di no. In effetti è proprio questa l'impronta che abbiamo voluto dare all'album: da un lato ci sono queste sette composizioni abbastanza amalgamate tra loro, soprattutto per quanto ne riguarda il sound, ma chiaramente dalla trattazione lirica differente; dall'altro c'è questa suite, che ne rappresenta tutta un'altra dimensione.
A quel punto, per certi versi, non siamo più al cospetto dello stesso album che abbiamo ascoltato fino al settimo brano "Awakening".

Focalizzandoci sulla prima metà dell'album, figura nella tracklist le presenza di "Accolade II". E' un brano già composto e pronto dai tempi della prima parte (presente su "The Divine Wings Of Tragedy", nda) oppure adesso per l'occasione?
E' stata composta ora.....ed in effetti la sua realizzazione è avvenuta in maniera piuttosto curiosa e non programmata, credimi.
Un giorno in sala, dopo aver composto già molto del materiale che sarebbe stato incluso sull'album, stavamo discutendo di come ci fossimo particolarmente divertiti a modificare di volta in volta le idee, i giri, le melodie e gli arrangiamenti.
E' stato così che Michael Pinella se n'è venuto suonando la melodia di "The Accolade" improvvisandone delle sostanziali variazioni all'istante. L'idea c'è piaciuta da subito e lo abbiamo prontamente seguito tutti.
Da lì, il passo verso l'elaborazione di liriche che ne continuassero la storia e di parti strumentali integrative per completarne il brano è stato breve, logico e naturale.
E' stato senza dubbio uno dei brani la cui composizione più c'ha divertiti.
Ad ogni modo, se dovessi scegliere le composizioni che per me sono più rappresentative di questa prima parte, direi "Incantations Of The Apprentice" ed "Inferno".
Sono due brani molto potenti e rappresentano in pieno l'identità attuale della band.

Torniamo un attimo a "The Odyssey", tra le tante opere storiche del passato, cosa ha fatto in modo che scegleste proprio questa?
Beh, fin da subito è stata vista da tutti come la trattazione più adatta alla musica che avevamo composto. A mio parere, molti momenti strumentali combaciavano a pennello con gli episodi del racconto.
Ci affascinava inoltre l'idea di un racconto unitario da un lato (il lungo ritorno a casa dell'eroe) e la sua parallela ed imprescindibile caratteristica di esser costellato da una serie di episodi differenti, ma concatenati e complementari fra loro: proprio la stessa caratteristica che aveva assunto la suite durante la composizione.
Tutto combaciava, insomma, sia a livello concettuale che strutturale...ed infatti, una riprova s'è avuta proprio nel momento in cui abbiamo unito musica e testi: tutto fluiva senza particolari intoppi ed in modo ottimale.

A tal proposito, c'è un momento della storia che trovi più interessante rispetto agli altri, sia liricamente che musicalmente?
Sicuramente credo che il sesto movimento, "Scylla and Charybdis", sia quello che più mi entusiasma, anche dal punto di vista musicale.
Sono molto fiero di come si sia sviluppato, sia per la parte orchestrale che per quella più potente e dal sound pesante, che insieme stanno a rappresentare i vari momenti della lotta con questi due mostri. E' proprio ciò che avrei voluto realizzare e che vorrei ascoltare come colonna sonora se ne stessi guardando la scena in un film.

Già abbiamo accennato all'inizio dell'intervista ad un approccio più heavy che avete voluto infondere a questo nuovo album. A tuo parere credi sia tutta qui ravvisabile la differenza con quanto avete realizzato in passato?
Ovvio che non vogliamo ripetere musicalmente sempre le stesse cose all'infinito, ma nemmeno distanziarci troppo da quello che è il nostro sound caratteristico, spezzandone in un certo senso la sua continuità.
Ecco perchè preferiamo di volta in volta introdurre sempre elementi nuovi, ma dosarli, amalgamarli bene e nel modo più indolore possibile, in modo da non snaturare e rendere traumatiche le evoluzioni del nostro percorso musicale.
Sai, per ogni album che abbiamo realizzato c'è stato sempre un particolare orientamento che ci siamo prefissati a tavolino e di comune accordo, all'inizio di ogni processo compositivo.
"Divine Wings..." è risultato più heavy e neoclassico del precedente, "Twilight..." era in un'ottica più progressive ed ancora più classicheggiante, "V" è stato impostato come un concept, quindi con più cura per la struttura dei brani e le orchestrazioni.
Questa volta, invece, ci siamo voluti spingere ancora più in là per quanto riguarda l'impatto sonoro, la potenza. In un certo senso è come se avessimo preso un po' tutte le caratteristiche dei notri lavori precedenti, ma immerse in un sound più pesante ed aggressivo che mai.

Hai accennato ad un certo processo di discussione e pianificazione iniziale che coinvolge tutti gli elementi della band ancor prima che vi cimentiate nel vero e proprio processo compositivo. Questo finisce anche per variarne di volta in volta le vostre modalità di lavorazione sui pezzi??
Non direi.......nel senso che, indipendentemente da tutto, esso varia spessissimo, anche nel contesto di uno stesso album, da brano a brano.
Abbiamo uno studio di registrazione tutto nostro e quello che posso dire è che in sostanza ci riuniamo sempre lì per lavorare intorno ad idee base che ognuno di noi può proporre e cercare di svilupparle con tutti i dovuti aggiustamenti, variazioni, aggiunte sia strutturali, che in fase di arrangiamento vero e proprio.
Tutto ciò che costruiamo, a prescindere da come avvenga, ha per fondamento iniziale ed imprescindibile un'idea base, un fulcro creativo.
Per quest'album posso dire di esser stato probabilmente il più impegnato, forse ho avuto a che fare personalmente con l'impegno più faticoso che abbia musicalmente mai avuto.
Ho dovuto faticare su moltissime parti di chitarra, lavorato in modo puntiglioso su un numero impressionante di riffs......ma (sospira, nda)....chi ci pensa più, tutto è andato per il meglio.

Possiamo, quindi, considerare "Odyssey" come l'album in cui tu sia stato l'elemento investito maggiormente di responsabilità?
Sicuramente, inoltre devo dire di esserne anche particolarmente soddisfatto del risultato finale. Tutto è andato per il meglio ed in modo soddisfacente, dalle composizioni, al sound, al mixaggio. Siamo riusciti ad ottenere esattamente ciò che ci eravamo prefissati fin dall'inizio e di ciò mi sento particolarmente contento. Per me è il miglior album in assoluto che i SX abbiano mai realizzato.
Anche gli altri della band la pensano così, Russel (Allen, nda) è quello che più ne è convinto. E' felicissimo sia del suo personale lavoro sull'album e di come tutti gli strumenti si siano integrati in un interplay davvero senza precedenti rispetto alle nostre passate realizzazioni.
E' un album diretto per certi versi, ma che sicuramente rivela molto altro col passare degli ascolti e del tempo. Fino ad ora l'avrò ascoltato migliaia di volte e più passa il tempo, più cresce in me la soddisfazione per averlo realizzato. Spero veramente che anche tutti i nostri fans la pensino così, sarebbe fantastico!

L'ultima volta che siete venuti a suonare qui da noi in Italia è stato in occasione del Gods Of Metal. Che ricordi hai di quell'esperienza??
Eh, non fu di certo una delle situazioni più facili da affrontare per noi. Abbiamo avuto fin da subito problemi riguardanti la potenza di uscita generale dalle casse, in più ebbi personalmente noie con l'amplificazione della mia chitarra.
Non ci fu concesso molto tempo per il soundcheck e si rivelò tutto a nostro svantaggio. All'inizio dell'esibizione avevamo ancora molti di quei problemi e ci guardavamo tra noi spaesati e nel panico, perchè proprio non capivamo come porre rimedio...tutto così assurdo, che situazione!! In più ci sono stati concessi solo 25 minuti per suonare. Siamo veramente rimasti delusi ed arrabbiati per l'organizzazione. Spero con tutto il cuore di non trovare più una situazione del genere in futuro.
Per fortuna i nostri fans si sono rivelati pazienti e comprensivi di quanto ci stesse accadendo, in più sono stati fantastici nel supportarci. Questo è il motivo per il quale, al di là di tutti gli inconvenienti, ricordiamo con piacere quell'avvenimento.

Qual è, invece, la data che più ricordi con piacere nell'arco di tutta la tua carriera di musicista?
La prima data mai fatta dalla band. Beh, sicuramente non è stata la migliore musicalmente parlando, ma quella che ricordo con maggior piacere.
Era tutto nuovo per noi, una nuova avventura ed eravamo tutti così stralunati: il viaggio in Giappone, l'aereo, era tutta una nuova vita, una nuova esperienza in cui le nostre vite si stavano affacciando per la prima volta.

Oltre al tuo apporto nei Symphony X, hai anche altri progetti in preparazione per il futuro?
Sì, spero di realizzare un nuovo album solista entro l'anno prossimo. Ho parecchio materiale che potrei utilizzare a riguardo. Non so se sarà un album completamente strumentale come "The Dark Chapter" o in parte cantato, ma sicuramente è mia intenzione realizzarlo. Vedremo se in futuro ciò sarà possibile.

Per quanto riguarda date live? Verrete in Italia anche quest'anno?
Sicuramente, abbiamo organizzato un tour verso Marzo/Aprile in compagnia degli Stratovarius, successivamente continueremo a girare per conto nostro in un'altra serie di date verso Giugno/Luglio come headliners e nel contesto più ampio di festivals.

Intervista a cura di Fulvio Bordi

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