Hatesphere (Mikael Ehlert, bass)

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Gruppo:Hatesphere

Dopo l’ottimo ‘Bloodred Hatred’ gli HateSphere si apprestano ad assaltare il mondo. Mio interlocutore per l’occasione è Mikael Ehlert, bassista del combo svedese, ancora una volta in uscita sulla label tricolore Scarlet Records. Quest’intervista ha messo in luce un Mikael molto sicuro di sé e delle potenzialità della sua band…non ci resta che aspettarli in versione live, per vedere quanto le parole di Mr. Ehlert siano state profetiche…spero già adesso poco…o l’odio totale si abbatterà su di noi!

A che cosa è ispirato il vostro ultimo album? Qual è il significato di un titolo come ‘Bloodred Hatred’?
Onestamente è ispirato a nulla, siamo noi e basta. Lo dedichiamo a tutte le persone che hanno la nostra visone di vita…ne più ne meno quello che vuole significare il titolo…non trovi che suoni alla grande!?

‘Bloodred Hatred’ è un album che mostra una vostra intenzione di andare avanti, di guardare avanti…più melodia e più violenza sono i due aspetti fondamentali della vostra ultima fatica, ma secondo te, quali sono le principali differenze in rispetto al vostro debutto?
Alcune variazioni nel suono, come l’utilizzo delle tastiere in alcune songs, cosa nuova per noi. Ci siamo incanalati nella direzione che ci pare la più appropriata, ovvero quella del “Fast and Furious Metal he he”.
È la nostra dimensione giusta, senza ombra di dubbio.

Siete stati definiti come l’anello mancante tra gli Arch Enemy e i The Haunted. Che ne pensi di questa definizione?
È un onore per noi. Le bands che tu hai nominato sono grandi bands, e questa definizione ci dispiace affatto, perché, almeno sembra, la gente che ci ascolta non ci paragona ad una od all’altra, ma ad un qualcosa che giace nel mezzo tra le due…così facendo tante persone ci danno ragione sul fatto che noi facciamo musica nostra, senza scopiazzare in giro.

L’album è ben prodotto, ma lasciami dire che per me è stato strano notare che il produttore è Tommy Hansen, conosciuto soprattutto nell’area Power Metal. Come mai una scelta del genere?
La ragione fondamentale è dovuta al fatto che noi non volevamo lo stesso sound delle altre bands che propongono il “nostro” genere musicale, ma volevamo sperimentare qualcosa di nuovo…un nuovo sound con un nuovo produttore. Volevamo che tutti gli strumenti venissero ben uditi, ma al contempo volevamo un muro di suono che ti prendesse a pugni in faccia, una volta spinto il tasto play dello stereo. Penso che il risultato sia molto soddisfacente.

Okay, ma comunque il vostro sound rimane fondamentalmente radicato nello Swedish Style. Non pensi che tale marcato sia un pochino saturato, e che ci sia il rischio in futuro di un collasso del genere?
Effettivamente ci sono un sacco di bands che ruotano intorno allo Swedish Style, alcune grandi ed alcune meno, ma credo che finché fai buona musica, vi è nulla da temere. Penso che le persone che ascoltano musica possano decidere quello che buono e quello che non lo è.

Voi provenite dalla Danimarca. Com’è l’attuale scena Metal nel vostro Paese?
Ci sono alcune ottime bands in Danimarca, come Illdisposed, Raunchy, Barcode, Human Erupt etc. etc. Dopo alcuni anni di calma, il Metal è tornato presente nei clubs. Vogliamo ancora quella musica maledetta!!!

Con il vostro debutto siete diventati come una delle migliori bands debuttanti nel panorama pesante. Un anno dopo, come la vivi questa situazione?
La vivo bene, non c’è che dire…anche se c’è solo una cosa che mi disturba tuttora un pochino…non siamo stati abbastanza sulla strada dopo il nostro primo album, ma penso che la cosa cambierà con questo nuovo album. Il futuro ci riserverà molto tempo in tour.

Quanto è profondo il vostro odio e quanto è grande la sfera che lo contiene?
Profondo come l’odio covato nel più intimo di ogni giovane. La sfera è ancora piccola, ma presto l’odio verrà rilasciato sul mondo…

Siamo alla fine, ora puoi dire quello che vuoi ai lettori di EUTK.net!
Non assecondate il Diavolo, ma afferratelo per le corna!

AREA 51:
Una domanda sul passato, una sul presente, una sul futuro

Quale è stato il primo album che ti ha cambiato la vita?
Ve ne sono stati tanti, ma quello che più mi ha lasciato il segno è stato ‘Left Hand Path’ degli Entombed. Avevo già ascoltato del Metal prima di allora, ma quando li ho visti dal vivo al Roskilde Festival sono stato rapito ed ho capito.

Ed il nome Scarlet Records?
Una buona etichetta fatta da ragazzi a posto, con cui è bello lavorare e che ci tengono molto a noi. Ci stanno promuovendo bene, non per soldi, ma perché credono veramente in noi e nella musica Metal.

Cosa ci sarà dietro l’angolo per gli HateSphere?
Tanto tempo speso in tour. Con un pochino di fortuna, tanta gente verrà ai nostri shows…e tutti vi renderete conto di che pasta sono fatti gli HateSphere!

Intervista a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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