Edguy: "We're the Hair Force One"!

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Gruppo:Edguy
Posso dirlo chiaro e tondo? Odio le interviste telefoniche! Odio il vivavoce, il fatto che si sente sempre male, che non hai l'interlocutore lì davanti a te, ecc. Per non parlare poi del fatto che una volta su due vieni bidonato impietosamente. Inutile fare un elenco di tutti gli artisti che hanno promesso di chiamare il sottoscritto a una data ora e poi hanno accuratamente evitato di farlo. Dirk Sauer, chitarrista e membro fondatore degli Edguy, è solamente l'ultimo della lista. Ma Dirk ha fatto anche una cosa che non tutti sono stati disposti a fare in questi anni: si è offerto di rischedulare l'intervista. E questa volta ha chiamato davvero. Inutile dire che avrei preferito Tobi Sammet dall'altra parte del filo. Ma il mastermind della band non si concede più tanto spesso ai media, e dopo la chiacchierata di tre anni fa a Milano non sono più riuscito a torchiarlo come si deve.
Ciononostante, il buon Dirk si è rivelato un interlocutore piacevole e alla mano, come del resto la stragrande maggioranza dei musicisti con cui ho avuto occasione di parlare. L'argomento principale di questa oretta scarsa è stato ovviamente l'uscita di "Fucking with fire", primo dvd ufficiale per il quintetto tedesco, nei negozi da pochi giorni e di cui potete leggere abbondantemente nella sezione apposita. Ma si è discusso anche di altro, dal turismo on the road al mercato dei dvd, dal passato del gruppo al presente così ricco di soddisfazioni.

Buona lettura, nell'attesa di vedere gli Edguy sul palco del Gods of Metal...

Allora Dirk, direi di iniziare parlando del vostro dvd “Fucking with fire”. L'ho appena visto e devo dire di essermi divertito molto. Il concerto è fatto veramente bene e trasmette alla perfezione il feeling generale che si respira ad un vostro concerto. Se posso permettermi un appunto però, considerato che si trattava del vostro primo prodotto di questo tipo, mi sarei aspettato qualcosa di più lungo: come mai non avete inserito un numero maggiore di contenuti speciali?
Innanzitutto bisogna ricordare che l'idea di realizzare un dvd ci era già venuta nel 2004, all'epoca di Hellfire Club. Avevamo registrato un concerto in Brasile ma poi ci sono stati dei problemi tecnici e abbiamo perso tutto. In questi anni abbiamo accumulato una quantità enorme di materiale e se avessimo deciso di includere più cose ci sarebbe voluto troppo tempo per visionarle. Così ci siamo decisi a fare uscire quello che avevamo già pronto, senza ulteriori aggiunte. Non so, magari in futuro, in occasione del prossimo disco o di qualche anniversario particolare, potremo pensare ad un packaging un po' più ampio, ma per adesso va bene così. C'è anche da considerare che un prodotto di tre o più dvd sarebbe venuto a costare troppo, non ci sembrava il caso. Ci sono veramente troppi dvd sul mercato che a mio parere sono pieni di stronzate, a volte sembra addirittura che le band facciano a gara tra di loro su chi mette più roba. Noi abbiamo preferito fare un discorso di qualità, piuttosto che di quantità.
Una band più vecchia, con un passato più glorioso alle spalle, può anche permettersi di far uscire un vero e proprio cofanetto pieno di materiale, è un qualcosa che va bene per i collezionisti, oppure per quelli che sono veramente fan di quella band, perché in questo caso vuoi vedere tutto quello che c'è da vedere. Noi però non siamo come i Kiss e abbiamo quindi preferito mettere su il concerto come cosa principale, che è un qualcosa che può essere visto e apprezzato da tutti.
Come ti dicevo prima, c'è in giro davvero tanta roba, è pieno di band che fanno uscire prodotti che, onestamente, sarebbe stato meglio non vedessero mai la luce... per fare una cosa buona hai bisogno di soldi, tempo e tanto lavoro. Se volessimo potremmo far uscire anche due o tre dischi all'anno, ma non è certo questo il punto!

L'hai detto! In effetti a volte fare il writer musicale a volte è proprio frustrante...
Già, io non lo farei mai! Diciotto o più cd da recensire al mese... roba da pazzi (ride)!

Eh, per fortuna ci sono anche i lati positivi, come fare quest'intervista con te, ma ogni tanto ci sono cose che davvero faresti a meno di fare... Senti, dopo il primo tentativo di cinque anni fa, siete andati di nuovo in Brasile per registrare il concerto: che cosa ha di speciale questo paese? Forse l'incredibile calore dei fan?
L'aspetto del pubblico ha sicuramente contato. I fan in Sudamerica sono fantastici, sono dei pazzi scatenati, e noi abbiamo voluto strasportare sul dvd tutto il loro entusiasmo e la loro energia. Da questo punto di vista penso che ci siamo riusciti: ieri sono andato alla presentazione ufficiale in Germania, dove hanno proiettato il concerto all'interno di un cinema. E' stato incredibile vedere le immagini su uno schermo di quelle dimensioni! Alcuni fan sono venuti dopo da me e mi hanno detto che sembrava proprio di essere stati catapultati dentro nel concerto! E molto è senza dubbio merito dell'audience brasiliana! Ma abbiamo preferito il Sudamerica anche per un altro motivo: di solito in Europa noi andiamo in tour durante l'inverno, e in quel periodo è molto facile che qualcuno si becchi un'influenza o qualcosa del genere, e costringa a far annullare tutto. Là invece è estate tutto l'anno e questi problemi non ci sono! C'è il sole, belle ragazze, ottimi drinks (ride)...

Mi ha colpito soprattutto vedere che per i fan brasiliani la vostra presenza è un vero e proprio evento. Voglio dire, vi hanno accolto in un modo assolutamente non paragonabile a quello europeo. Può essere ricondotto al fatto che di solito i gruppi metal hanno meno occasioni di andare a suonare da quelle parti?
Credo che tu abbia ragione: il pubblico europeo è fantastico e in particolare a Milano è stato assolutamente incredibile; in Europa però i fan hanno sempre molte più occasioni di vederci, dato che le distanze sono ridotte: puoi scegliere di fare più date oppure di andare a vedere qualche festival durante l'estate. Certo, ti costa più soldi, ma è una cosa fattibile. In Sudamerica invece la gente può assistere ad un nostro concerto solo una volta ogni tre anni, quando facciamo un nuovo tour e passiamo dalle loro parti. E questo ovviamente rende speciale quel momento: certe situazioni che hai visto nel dvd, come l'accoglienza all'aeroporto o fuori dall'albergo, non sono cose che si verificano in Europa, perché lì la gente è abituata ad avere le band che vengono a suonare e vanno in giro. Poi anche nel nostro continente c'è differenza da paese a paese: voi italiani ad esempio siete diversi dai tedeschi e dai francesi, avete molto più fuoco nelle vene rispetto a loro. Ecco, i brasiliani sono un po' come voi o gli spagnoli: se guardi il dvd lo vedi benissimo, ogni singola persona nella sala è andata fuori di testa mentre suonavamo! E questo non può che ripercuotersi in positivo sui chi sta sul palco, credo che sia la ricompensa più bella che tu possa ottenere per il tuo lavoro!

Grazie al tuo lavoro di musicista hai avuto parecchie possibilità di girare per il mondo: hai tempo di vedere qualcosa di particolare o sei troppo impegnato tra spostamenti e cose del genere? Quali sono i posti che ti hanno colpito di più?
Non mai facile, perché quando sei in tour devi pensare ad un sacco di cose, inoltre mettersi a visitare i posti è costoso se si vuole farlo spesso, perché ci sono anche i membri della crew con te, ci si muove sempre in tanti. Ci sono i day off, ma in genere quelli li passiamo viaggiando, così che quando arrivi sei troppo stanco e non fai altro che andare a riposarti in hotel. Le volte in cui si riesce a visitare qualcosa è però sempre molto interessante, oltre che un'ottima occasione per rilassarsi un po'. Ad esempio, quando siamo stati in Messico siamo andati a vedere le piramidi, oppure quando per la prima volta abbiamo suonato a New York abbiamo deciso di arrivare un paio di giorni prima, in modo da stare un po' in giro per la città. La stessa cosa l'abbiamo fatta a Los Angeles, dove abbiamo chiuso il tour americano: siamo stati là due giorni in più e ci siamo divertiti molto, è stata per noi una sorta di vacanza.
Penso però che il posto più strano in cui sono stato sia l'Australia: abbiamo fatto due tour là, sempre cose molto particolari, a budget ridotto ma molto ben organizzate e di grande soddisfazione. Abbiamo sempre organizzato le cose in modo da avere un'intera settimana libera, per cui ce la siamo spassata molto. La gente là è veramente simpatica, alla mano: direi che sono un po' come gli americani in questo, ma un po' più “onesti”, non saprei dirtelo in altro modo. Ci siamo trovati davvero bene, e dunque quest'anno lo rifaremo: ci andremo a dicembre e suoneremo là a Capodanno. Faremo quattro o cinque show per cui avremo ancora tempo per andare in giro a divertirci!

Parliamo ora di dvd: ultimamente sembra che il mercato per questo prodotto sia enorme, tanto che, come si diceva prima, c'è in giro veramente tanta roba. Tu personalmente che cosa ne pensi? Ti piace guardarli? Ne possiedi parecchi?
In generale mi piacciono. Penso che per vedere un film sia il massimo, soprattutto se hai un buon impianto la qualità è ottima. Per un concerto la cosa è diversa: ovviamente la cosa positiva è che puoi vedere in azione band del passato che non hai mai avuto occasione di vedere di persona: per me è accaduto con gli AC/DC di Bon Scott, ad esempio. In realtà però, guardare un concerto in televisione non ti darà mai le stesse emozioni che essere lì di persona. Posso capire che se hai visto il tuo gruppo preferito in concerto, poi puoi desiderare di comprare il dvd di quel tour per avere un ricordo della serata; in caso contrario, il concerto è tutta un'altra cosa!

Tornando a “Fucking with fire”, mi è piaciuta molto la parte delle interviste perché non avete fatto la solita storia della band ma vi siete limitati a raccontarvi spontaneamente davanti alle telecamere, senza un vero e proprio copione. Mi sono divertito davvero tanto a sentirvi: avete confermato di essere una band vera sotto tutti i punti di vista, totalmente lontana da certe costruzioni del music business. Che ne pensi?
Sono d'accordo con te. Abbiamo sempre fatto quello che ci piaceva di più, quello che sentivamo nostro in quel momento, senza seguire le mode o quant'altro. Questo è il mestiere più bello del mondo e se non altro lo dobbiamo ai nostri fan, che non vorrebbero mai vederci sul palco ostentando atteggiamenti che non sono nostri. Non potremmo mai andare on stage facendo la faccia “cattiva”, ad esempio (ride)! Questa è anche la ragione per cui abbiamo spesso cambiato stile: abbiamo sempre seguito la nostra ispirazione, sarebbe stato frustrante continuare a fare power metal per tutta la vita solo perché il genere “tirava”. Magari all'inizio avrebbe funzionato, ma poi sarebbe stata la nostra morte! Dopotutto la gente ascolta i cd per star bene e divertirsi e la stessa cosa fa con i concerti. Noi ci comportiamo esattamente allo stesso modo quando suoniamo! Se guardi il dvd te ne accorgi, non c'è un solo sorriso finto lì dentro! Ne abbiamo discusso prima, c'è in giro troppa merda ultimamente, noi vogliamo essere solamente noi stessi e fare quello che ci piace, non atteggiarci a “Warriors of the world” o cose simili... (no Joey, metti via l'ascia bipenne, non stava parlando di te... NDA)

L'avevo già chiesto a Felix qualche mese fa e colgo l'occasione per sentire anche il tuo parere: che ne pensi di “Tinnitus Sanctus”, a distanza di qualche mese dalla sua uscita? Personalmente lo ritengo un gran disco, ma non così fondamentale all'interno del vostro repertorio. Come peso avuto sulla vostra crescita musicale, direi che “Rocket Ride” sta qualche spanna sopra...
A me piace tantissimo, ma è anche vero che non potrei dirti altrimenti, è ancora troppo fresco nella mia testa! Abbiamo avuto occasione di testare le canzoni dal vivo e devo dire che funzionano alla grande, il pubblico le ha amate parecchio. Sì, è davvero un ottimo disco e la produzione è fenomenale. E' diverso da “Rocket Ride”, più diretto se vogliamo, senza troppi fronzoli, schiacci “play” e parte, tutto lì! Penso che sia la perfetta dichiarazione d'intenti degli Edguy nel 2009, nulla esclude che nel 2011 faremo qualcosa di diverso, magari torneremo alle sonorità di “Rocket Ride” magari no, non ci abbiamo ancora pensato.
Per ora siamo soddisfatti: il disco sta avendo molto successo e noi abbiamo fatto ancora una volta quello che volevamo fare, senza dare ascolto a nessuno. Ricordo ancora quando uscì il nostro primo disco e tutti ci ridevano dietro perché dicevano che il power metal non era più di moda e che i gruppi del momento erano Nirvana, Pearl Jam, ecc. Ma a noi non ce n'è mai fregato nulla di che cosa era di moda! Alla fine la nostra scelta ha pagato, e allora anche adesso andiamo avanti a fare la nostra musica, fregandocene di quello che la gente vorrebbe che facessimo, fregandocene di quelli che ci dicono: “Questo disco è bello ma io avrei preferito un ritorno a Theater of salvation”. Certo, ma quel disco è di dieci anni fa!

Così a bruciapelo: mi fai una tua personale top 3 all'interno della discografia degli Edguy?
Beh, ovviamente direi che metto al primo posto “Tinnitus Sanctus”. Poi... vediamo... è difficile! In effetti avrei bisogno di più di tre posizioni (ride)! Però vediamo... dunque, mettiamo “Tinnitus Sanctus” al primo posto, al secondo posto a pari merito “Hellfire Club” e “Rocket Ride”... così diventano quattro, però (ride)! E come terzo a questo punto metterei “Vain Glory Opera”. Per noi è stato un disco importante, eravamo giovani, non c'erano problemi di business, di produzione, abbiamo pensato a divertirci e basta, abbiamo fatto un disco a ritmi molto rilassati, pensando solo a divertirci.

A proposito di quel disco: quando uscì scrivevo per una piccola fanzine (“Darkness Attack”, fondata dal chitarrista degli SKW Simone Anaclerio. Magari qualcuno se la ricorda NDA) e ricordo che scrissi una recensione entusiasta. Pochi mesi dopo vi vidi per la prima volta dal vivo in compagnia degli Iron Savior. Fu un concerto bellissimo, e “Vain Glory Opera” divenne uno dei miei dischi preferiti di quell'anno. Ciononostante, nessuno avrebbe potuto immaginare che saremmo stati qui oggi a parlare di voi come di una delle più importanti band heavy metal oggi in circolazione. Se escludiamo leggende viventi come Maiden, Priest e AC/DC, è indubbio che subito dopo ci siate voi... Come ti senti a proposito?
Ovviamente bene (ride)! Quando abbiamo iniziato non ci credeva nessuno che si sarebbe arrivati a questi livelli, nemmeno noi stessi! Eppure, questa è la dimostrazione di quello che dicevamo prima, che col duro lavoro, col sacrificio, e facendo quello che si ama di più, si possono raggiungere traguardi importanti. Se punti sempre a tenere alta la qualità i fan non potranno non apprezzare e questo è successo a noi: abbiamo fatto tanti dischi, tanti tour, ma abbiamo sempre cercato di dare il massimo che potevamo dare. Ovviamente speriamo di poter continuare così per i prossimi trent'anni. Ovviamente le band storiche sono molto più grandi di noi, ma tra un po' saranno vecchie, anche perché sono vecchie già adesso (ride)!
Tanti gruppi in questi anni sono scomparsi, soprattutto quelli legati alla moda del power metal, però quelle veramente validi sono rimasti: quando gli Hammerfall pubblicarono “Glory to the brave” noi avevamo fatto uscire “Vain Glory Opera”. Bene, sia noi che loro siamo ancora qui, mentre tutti quei gruppi che sono nati dopo di noi oggi non ci sono più. Dell'esplosione power degli ultimi anni non è rimasto molto... i Primal Fear e poi...

I Sonata Arctica!
Sì, anche loro ovviamente. E' come dicevamo prima, è solo una questione di qualità, se miri sempre a migliorarti questo alla fine paga sempre.

Un'ultima cosa: hai mai pensato a realizzare un progetto alternativo agli Edguy? Dopotutto è Tobi il principale compositore all'interno del gruppo. Non ti senti limitato nella tua creatività?
Non ho progetti solisti in testa al momento e non sono sicuro che ce ne sarà mai uno. Se mai lo farò, lo farò solo per me stesso, per divertirmi con i miei amici musicisti. Tutti nella band registriamo le nostre idee e le mettiamo da parte, se ci fosse qualcosa di realmente valido non avremmo nessun problema ad utilizzarlo per gli Edguy. Alla fine però è sempre Tobi che arriva con le cose migliori. E' sempre stato così sin dall'inizio e nessuno ha avuto niente da ridire. Dopo tutto se abbiamo avuto così tanti riscontri positivi è soprattutto per la qualità delle sue canzoni! C'è da dire anche che le idee che presenta non sono mai rifinite in tutti particolari: lui ci propone delle canzoni in formato grezzo, sta a noi poi abbellirle e arrangiarle come crediamo meglio. Tobi non è uno di quei musicisti che scrivono tutte le parti di tutti gli strumenti, ti lascia sempre molta libertà d'azione e questa è una cosa molto buona per noi.

Bene, mi sembra che sia abbastanza. Cosa state combinando al momento? Siete ancora in tour o siete in pausa?
Al momento siamo a casa. A maggio inizieremo a girare per i festivals...

Verrete anche al nostro Gods of Metal, se non erro...
Sì, certo.

Bene, allora ci vedremo senz'altro lì! Ciao Dirk, in bocca al lupo per tutto!
Ciao Luca, grazie per l'intervista, a presto!
Intervista a cura di Luca Franceschini

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