Nerve: Hate Campaign!

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Gruppo:Nerve
I nostrani Nerve giungono al loro secondo disco e lo fanno in maniera dirompente, grazie ad un disco - Hate Parade - dove un solido e aggressivo Heavy Metal ben si sposa con un intelligente uso della melodia. In rappresentanza dei Nerve è toccato a Fabio concedersi per le pagine virtuali di Metal.It buona lettura

Benvenuti su Metal.It! Iniziamo da una breve introduzione sulla nascita dei Nerve!
Fabio: Come band, nasciamo circa 5 anni fa, periodo che vede il mio ingresso in formazione all'epoca conosciuta come Dogma. La band era attiva da diversi anni nell'underground genovese e con il mio arrivo abbiamo iniziato a lavorare sul debutto discografico cambiando il nome della band in Nerve. Nel 2007 abbiamo pubblicato Getting Nervous, prodotto (come sempre) sotto la supervisione totale di Tommy Talamanca (Sadist - NadirMusic). Abbiamo suonato il materiale in sede live per quanto ci è stato possibile e dopo varie vicessitudini ci siamo ritrovati in 4 e con questa formazione abbiamo iniziato la composizione del nostro secondo album Hate Parade che ha finalmente visto la luce il 15 Gennaio 2010. In concomitanza con l'uscita del disco ci siamo lanciati in un tour europeo di 16 date di spalla ai polacchi Hate e agli Incantation.

Da cosa deriva il monicker? E’ un nome abbastanza curioso per una band dedita a questo tipo di sonorità.
Fabio: Dici? Noi lo troviamo molto azzeccato perchè descrive appieno la nostra musica e riflette allo stesso tempo il modo in cui viene creata. I nostri brani sono di fatto molto nevrotici, ricchi di cambi di tempo, accelerazioni frenetiche e momenti melodici contrapposti a rari momenti di calma e riflessione. Quando per la prima volta ho visto la fluidità e la velocità con cui avviene l'interazione tra la componente ritmica di Jacopo e Max e la furia cieca di Ermal non ho potuto pensare altro che al sistema nervoso, una cosa così veloce e precisa da poter essere percepita solo come una cosa incontrollabile. Fortunatamente dopo più di 5 anni passati a conoscerci e scoprirci abbiamo anche imparato a controllarci, altrimenti la fase compositiva sarebbe decisamente ingestibile!

Hate Parade è il vostro secondo album, e mi sembra molto più solido rispetto all’esordio. Come si sono svolti i lavori di “assemblaggio”? E’ filato via tutto liscio o ci sono stati degli inconvenienti?
Fabio: Concordo pienamente, il nostro nuovo disco è sicuramente molto più concreto e diretto del suo predecessore, conseguenza dovuta al modo in cui è avvenuto l'approccio alla fase compositiva. Quando abbiamo registrato Getting Nervous è stato come essere colti alla sprovvista da un qualcosa di inaspettato perchè l'interesse di Tommy nel voler curare la produzione e il breve lasso di tempo intercorso tra la creazione dei brani e la fase di produzione in studio non ci ha permesso di scendere adeguatamente nel dettaglio e di avere il tempo necessario per la rifinitura degli arrangiamenti. Fortunatamente l'esperienza del debutto ci ha spinti ad ottenere una consapevolezza e una sicurezza maggiore che ci ha aiutato molto nel metodo con cui abbiamo composto i brani di Hate Parade e credo personalmente che questo disco ci presenti come una band molto più matura e sicura di sè rispetto al passato. Quando abbiamo iniziato a comporre le nuove canzoni abbiamo avuto un momento di crisi che ci ha portato alla separazione dal nostro amico e chitarrista Riky, ma la frustrazione di aver perso uno dei membri fondatori della band ci ha reso più forti e determinati e siamo stati in grado di incanalare questa "forza" nella composizione. La stesura dei brani è durata circa 4 settimane e da lì in avanti non abbiamo fatto altro che lavorare sugli arrangiamenti in modo incessante per quasi un anno, curando nei minimi dettagli ogni particolare ritmico o armonico. A nostro parere la vera forza di Hate Parade risiede proprio in questo approccio maniacale all'arrangiamento dei brani.

Il vostro genere è molto diretto e aggressivo, ma c’è anche della melodia, chi è all’interno dei Nerve quello con un istinto maggiormente melodico, e con quali criteri viene fatto interagire con l’aspetto più violento?
Fabio: Devo dire che tutti chi più chi meno abbiamo una forte tradizione melodica alle spalle e questo non poteva non influire sulla nostra musica. Per fare qualche esempio: le prime esperienze musicali del nostro batterista Massi si sono svolte in ambiti più classic o Power Metal, le mie non sono state troppo diverse e le ho vissute come chitarrista di una band (Ritual Of Rebirth) che è passata dal Classic Metal al Thrash Metal per poi finire nel Death Metal... Ermal è figlio di un tenore professionista, cosa che lo ha avvicinato e facilitato molto nello studio dell'armonia e della teoria musicale mentre Jacopo è tuttora un brillante studente del CPM di Milano. Penso quindi che per noi sia molto difficile non avere un approccio melodico verso le nostre composizioni ma allo stesso tempo vogliamo essere molto aggressivi perchè ciò rispecchia in gran parte i nostri gusti musicali attuali e la nostra personalità artistica, quindi il risultato di questa alchimia da luce al nostro stile musicale che lascia molto spazio alle tessiture melodiche e armoniche dei brani non sacrificando la componente puramente aggressiva e incontrollabile che ha forse origine dal rigetto parziale del nostro background melodico.

Hate Parade gode di una produzione molto azzeccata, dove si sono svolte le sessioni di registrazione? Quali sono gli aspetti che più apprezzate della fase in studio, e quali quelle che proprio non riuscite a digerire?
Fabio: Le registrazioni di Hate Parade si sono svolte nei nuovi Nadir Studio di Tommy Talamanca qui a Genova. La collaborazione pluriennale con Tommy ci ha permesso di instaurare con lui un ottimo feeling lavorativo che è nato dopo anni di lavoro che sono avvenuti quasi sempre sotto la sua supervisione, quindi nessuno meglio di lui poteva occuparsi della produzione di Hate Parade. Il nostro comune intento era quello di realizzare una produzione moderna che fosse competitiva anche fuori dai confini italiani e penso che grazie alla sua esperienza ora supportata da una importante struttura produttiva alle spalle ci abbia permesso di raggiungere questo risultato. In definitiva non c'è nessun aspetto della vita da studio che non apprezziamo. Per realizzare Hate Parade nel corso di un anno e mezzo abbiamo registrato nel mio studio tre pre-produzioni prima di essere convinti del valore del nuovo materiale e quindi possiamo dire di avere una discreta esperienza a riguardo e di esserci abituati così tanto alle dinamiche delle registrazioni da viverle ormai con la massima serenità e concentrazione necessarie al perseguire un ottimo risultato.

Ascoltando la vostra musica non ci vuole molto a capire come dal vivo trovi la sua dimensione ideale, anzi ho visto sul vostro MySpace che state per iniziare un tour con i Decapitated, ma come vi rapportate al concerto? Preferite porre l’attenzione sull’aspetto tecnico oppure vi lasciate guidare dall’istinto più puro?
Fabio: Penso che una buona performance live richieda saper trovare la giusta via di mezzo tra un atteggiamento puramente tecnico e uno più istintivo. Il nostro pubblico, quello Metal, è molto esigente e anche molto selettivo e attento ai dettagli, quindi riteniamo sia molto importante avere una ottima preparazione tecnica, ma è solo il 50% della performance perchè la gente deve poter sentire le nostre emozioni quando suoniamo dal vivo. Da spettatore personalmente sento il bisogno di essere coinvolto dall'artista quando guardo un live quindi riponiamo molta attenzione anche a questo fattore cercando di essere molto emotivi e trasparenti con il nostro pubblico non mettendoli di fronte ad uno spettacolo preconfezionato e finto pur non tralasciando la ricerca individuale e personale della "perfezione" tecnica.

Per quanto riguarda l’Italia invece come siete messi? C’è mercato o bisogna scontrarsi sempre con la solita realtà arretrata? Si sta muovendo qualcosa per voi?
Fabio: Stiamo facendo il possibile perchè ciò accada dal momento che ci consideriamo e siamo considerati una band "esordiente" e essere visti così in Italia equivale ad avere davvero poche possibilità di emergere mentre al contrario la vita live degli artisti più consolidati si svolge con dinamiche molto più vivibili e nei circuiti dove avere visibilità e mantenerla costante è molto più facile. Non saprei dirti se si sta muovendo qualcosa per noi, indubbiamente cerchiamo di investire il più possibile sull'estero dove l'underground ha molto più seguito ma nel nostro paese è sempre tutto poco chiaro e il percorso sempre più ricco di incognite di anno in anno, quindi non posso proprio descrivere una situazione rosea, ma non perdo la speranza che prima o poi si ritorni a vivere il culto dell'underground con la stessa energia con cui si vive la scena più mainstream del nostro paese. Purtroppo devo constatare sempre di più che i giovani metallari italiani sono sempre più vittime di fenomeni come l'esterofilia e hanno perso (solo perchè probabilmente non li conoscono) valori quali il rispetto per l'underground o il supporto per le band emergenti. Devo dire che ciò mi risulta piuttosto incomprensibile perchè il nostro paese è ricco di splendide proposte musicali che a stento riescono ad uscire dalla sala prove e che dopo qualche anno poi finiscono per sciogliersi. Tutto questo sono convinto che non succederebbe se per loro ci fosse più spazio di esposizione e più supporto da parte del pubblico che deve sapere che tutto parte da lì... dal sudore e la puzza di marcio di un club strapieno, dagli sforzi e i sacrifici fatti in sala prove e sui palchi dei locali.

In sede di recensione ho fatto riferimento ai Fear Factory, ma in realtà volevo chiedervi se seguite la scena attuale, oppure se vi rifate ai dischi ormai storici. Insomma c’è qualcosa che vi stuzzica nel 2010 oppure il piatto piange?
Fabio: Personalmente seguo molto la scena attuale e principalmente lo faccio per due motivi: il primo è che sono un fonico, tenermi aggiornato sulle produzioni, sui suoni e sulle proposte musicali è il mio pane quotidiano e poi per passione... sono cresciuto fin da piccolo a pane e Metal e non smetterò di certo adesso. Devo dire però che negli ultimi anni ho sentito la mancanza di uscite di riferimento... sento produzioni stra pompate, band tecnicissime (almeno su disco...) e vedo splendide immagini, foto e video di nuove band ma sono anni che non sento un disco che mi spinga a pensare che ci sia ancora spazio per grandi capolavori. Non ho più ritrovato l'emozione di scoprire dischi come City degli Strapping Young Lad o Demanufacture dei Fear Factory, o ancora Heartwork dei Carcass e così via e non penso che questo sia dovuto solo al fatto che le note sono 7. Tutto è già stato fatto, penso che siano cambiate le prospettive musicali da entrambi i punti di vista, sia quello dei musicisti che quello degli ascoltatori; i primi pensano più all'immagine e al packaging globale del prodotto (intendo sonorità specifiche, suoni, look etc.) piuttosto che ai contenuti musicali, gli altri glielo lasciano fare e si accontentano di poco, mentre invece pretendono troppo dalle band emergenti. Ad ogni modo ci sono delle eccezioni, apprezzo molto band quali Decapitated (Organic Hallucinosis per me è la sintesi del Death Metal moderno), Opeth, gli ultimi due dischi dei Dillinger Escape Plan, l'ultimo Behemoth i Devildriver o i Machine Head più recenti ma purtroppo poca altra roba. Ovvio però che non vedo l'ora che qualcosa mi stravolga l'esistenza proprio come mi succedeva da ragazzino e magari il mio punto di vista attuale è falsato proprio perchè ormai faccio parte di una generazione musicale passata!

Oltre al tour promozionale che state per affrontare ci sono altre novità per i lettori di Metal.It? Bolle qualcosa in pentola per un prossimo disco, o è troppo presto ancora?
Fabio: Direi che è ancora molto presto per pensare a nuove uscite. Ora stiamo veramente dando l'anima per la promozione di questo disco che ridendo e scherzando si è preso quasi due anni della nostra esistenza e quindi pretendiamo qualcosa in cambio!!! Quanto ai live, stiamo facendo il possibile per suonare in Italia e stiamo programmando qualche rapida calata in alcuni paesi europei in attesa di ritrovare i nostri amici Hate e i grandissimi Decapitated nel tour del prossimo Ottobre!!!

Ok, siamo alla fine, a te i saluti…!
Fabio: Grazie a te e Metal.it per il supporto e la costante dedizione e professionalità con cui portate avanti il vostro bellissimo portale e grazie a tutte le Metal Heads là fuori che ci hanno supportato finora e a quelle che lo faranno in futuro!!!!
Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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