Jeff Scott Soto: la mia voce è naturale come il sole che sorge ogni mattina!

In occasione dell’uscita del doppio CD Live at Firefest 2008, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare qualche parola con uno dei più incredibili singer del globo, Mr. Jeff Scott Soto. L’artista statunitense ci ha parlato del presente, del passato e del futuro con disponibilità e loquacità. Ecco quello che ci ha detto.

Ciao Jeff, benvenuto sulle pagine di metal.it! Iniziamo parlando un po’ di questo nuovo live album. Come mai hai deciso di pubblicare questo concerto del 2008?
Ci sono due ragioni. La prima è contrattuale, dato che avevo un accordo con Frontiers per il proseguo del rapporto dopo il DVD di Madrid. Loro detenevano i diritti sull’esibizione al Firefest e hanno deciso di pubblicare il live. La seconda ragione è che comunque si è trattato di uno show speciale, dato che è stato l’ultimo con la line-up originale della JSS Band.
Devo dire che i suoni sono davvero buoni. Come è stato registrato e prodotto?
Beh, devo essere sincero: la registrazione era davvero povera, tanto che eravamo fortemente in dubbio sull’opportunità di far uscire il disco. Ma poi il mio grande amico e professionista, che si è praticamente sempre occupato dei miei dischi, John Ellis, è stato capace di compiere il miracolo e di riportare le canzoni alla vita…è stato davvero bravo!
I tuoi dischi solisti sono stati sempre carichi di influenze funky. Cosa ci puoi dire a riguardo? Ascolti molta musica di questo tipo? Ci sono dei musicisti che ami in particolare?
Sono davvero parecchio influenzato dal soul, dall’R&B e dal funk. Questi erano i generi che ascoltavo prima che il rock entrasse nella mia vita. Oggi cerco di non essere scontato, senza forzare le mie influenze. Nel mio primo solo album, Love Parade, ho fatto questi errori. Mentre nell’ultimo, Beautiful Mess, tutto era più definito, carico di influenze ma comunque pieno di picchi rock e pop. I miei musicisti preferiti, invece, sono sempre stati quelli capaci di adattarsi ai molti colori che la musica ha da offrire.
Il prossimo anno sarà il terzo senza tuoi nuovi dischi solisti. Puoi dirci qualcosa a riguardo? Stai componendo nuovo materiale?
Mi sto prendendo il mio tempo, principalmente perchè sono stato molto impegnato con gli altri progetti e con la Trans Siberian Orchestra. Ho fatto molte apparizioni e session e, sinceramente, non so ancora dove voglio andare con il mio prossimo album. Voglio dire: l’ultimo disco era molto vicino al pop, l’album dei WET era AOR melodico con un’anima heavy, come sarà il prossimo? Ora come ora ho in mente qualcosa di abbastanza duro, più di Lost In The Translation: parlo di qualcosa con le palle, “in your face”. Ho alcune idee in testa…
Cosa ci dici dei WET? Il primo album era fantastico, registrerete presto altro? Quali sono i piani per il futuro?
Stiamo programmando con attenzione le tappe per il nuovo album. Nessuno di noi ha intenzione di buttare via l’opportunità: siamo tutti d’accordo sul fatto che dovrà essere forte almeno quanto il primo, se non di più! Spero possa comunque essere pronto entro la prossima estate
Infine, ovviamente, è giusto parlare anche dei Talisman. Ci sono novità?
Per adesso, i Talisman sono finiti insieme a Marcel. Mi sarebbe piaciuto fare un tour d’addio in suo onore ma sembra che gli altri al momento siano troppo impegnati per programmare questa cosa. Forse ci sarà bisogno di un agente o un manager capace di rimetterci insieme, non so. Ma sia io che gli altri ragazzi non faremo mai altri album con il nome Talisman, comunque. Non c’è bisogno di cercare di ricreare la magia che Marcel ha portato nelle nostre vite 20 anni fa.
Molte persone ti conoscono soprattutto come cantante metal. Qual è (se pensi ce ne sia una) la principale differenza tra cantare pezzi metal e pezzi di altri generi?
Questa è una delle ragioni principali per cui ho sempre cercato di fare tante cose diverse nella mia carriere, per mostrare lati diversi, per mostrare che non sono solo un cantante di genere ma un singer in grado di muoversi tra diversi stili. Freddie Mercury è stato il mio mentore, ha mostrato a me e al mondo intero che non è necessario fare una sola cosa, ma anche facendone diverse è sempre possibile essere sé stessi ed essere pienamente riconoscibili.
Come hai imparato a cantare? Hai fatto dei corsi o cose del genere? Raccontaci la storia della tua voce!
E’ naturale come il sole che sorge ogni mattina, non ho mai fatto nulla di più che emulare la musica e i cantanti che amavo da ragazzino. La radio è stata la mia insegnante e il palco il mio parco giochi. Sono davvero fortunato a vivere di una cosa che amo fare e non ho mai dovuto andare a lezione per farlo. Penso sia una sorta di dono da un’entita superiore e cercherò di conservarlo almeno finchè la gente sarà interessata ad ascoltarmi.
La lista delle tue collaborazioni e amicizie musicali è davvero lunga e piena di grandi nomi. Quindi la tua conoscenza della musica è davvero approfondita e arriva da esperienze di grande qualità. Hai trovato qualcosa di interessante nelle nuove band degli ultimi anni? Quali sono le tue preferite?
Ho qualche preferenza, ma non come quando ero più giovane. Attualmente mi affido molto di più alla radio, alle canzoni che ascoltano la mia famiglia e i miei amici. La mia formazione è stata piena di band e artisti che mi hanno influenzato, mi hanno dato struttura e sostanza. Ora ascolto cose molto più casualmente, difficilmente mi metto a sentire un intero album, preferisco prenderne piccoli assaggi. Certo, mi piacerebbe che si tornasse all’epoca in cui le band realizzavano album magici dall’inizio alla fine, ma questa è stata l’evoluzione del music business e ha comunque permesso che nuovi artisti e nuove band si facessero conoscere. Preferisco comunque non farti alcun nome in particolare, perché come ti ho appena detto conosco solo poche canzoni e non ho una panoramica a tutto tondo di queste band.
E se invece guardi al passato? C’è qualcosa che apprezzi e ricordi in particolare?
Amo molto gli ultimi 10 anni della mia vita: il mio ultimo disco, l’album dei WET, l’ultimo Talisman e Soul Sircus. Ho trovato una maturità diversa nel comporre e nel cantare, che non conoscevo prima.
Il tuo paese sta vivendo un’epoca di grandi cambiamenti. L’elezione di Obama, la crisi finanziaria, la riforma sanitaria e un sacco di altri avvenimenti importanti. Ti va di parlarci un po’ degli States? Qui in Europa arrivano ovviamente molte notizie, ma come sta vivendo davvero la gente questi mesi particolari?
E’ un periodo di grande paura per tutti, ovunque. Le persone hanno paura di spendere soldi, molte non hanno soldi, ma l’America è così orgogliosa da evitare di mostrarlo. Amiamo ancora l’intrattenimento e lo usiamo per sfuggire dalla merda di tutti i giorni. Film, musica, sport, qualsiasi cosa attira sempre grandi masse di persone perché la gente vuole vivere ancora e cerca di fare qualcosa per godersi il più possibile la vita senza nascondersi, cerca di uscire dall’immensa voragine in cui ci siamo cacciati. La situazione è davvero preoccupante, sia per le generazioni future che per la nostra.
Grazie mille Jeff, abbiamo finito. A te lo spazio per salutare i lettori!
Grazie mille a voi. “Mille grazie….ciao!”
Intervista a cura di Alessandro Quero

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