Speed Limit: hard rock, entusiasmo ed edonismi dell’Europa Danubiana.

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Sergio li aveva “strapazzati” in sede di recensione, ed ecco che tocca al sottoscritto, nelle vesti di “vendicatore delle ingiustizie musicali” (bello … chissà come starei con una calzamaglia adeguata al ruolo … vabbè, lasciamo stare và …), fornire, in qualche modo, un “secondo parere” (richiesto dagli interessati … è gente che se ne intende …) su un gruppo di buon livello e su un disco piuttosto gradevole, entrambi degni di una certa considerazione, almeno se si è appassionati di hard n’ heavy melodico di stampo ottantiano.
La procedura di “riabilitazione” degli Speed Limit e del loro “Moneyshot” prevede altresì un approfondimento della questione effettuato tramite le parole di Chris Angerer, valente, simpatico, loquace ed infervorato chitarrista della navigata band austriaca.

P.S. tanto per essere chiari, il tutto è avvenuto con “l’approvazione” e la supervisione del nostro Ermo (niente atti “d’insubordinazione”, quindi …), a dimostrazione dell’armonia che regna sovrana a metal.it e dell’atteggiamento ”democratico” e “maturo” del nostro metallico Vice-Caporedattore (ehm, … e con questo spero di essermi messo al riparo da ogni eventuale forma di rappresaglia!), in nome del pluralismo dell’informazione …

Ciao Chris, benvenuto su metal.it e un caloroso bentornato agli Speed Limit nel “folle” circo del rock! Presenta la tua band ai nostri lettori, che magari conoscono poco della vostra “storia”!
OK, allora: gli Speed Limit sono una band austriaca di melodic hard-rock che ha da poco rilasciato la sua prima fatica discografica dal titolo “Moneyshot” ed è incredibilmente elettrizzata da come essa è stata accolta dal mondo dell’hard n’ heavy. In realtà questa è solo una parte della verità. Ti assicuro, però, che è esattamente come ci sentiamo. Ed è così che abbiamo deciso di vedere le cose. Com’è noto, ci sono stati grandi cambiamenti negli ultimi 15/20 anni, soprattutto nel mondo della musica, ed è per questo che non guardiamo troppo al passato, ma per chi è interessato ai racconti del “secolo scorso”, cercherò di riassumere per sommi capi una vicenda piuttosto lunga: gli Speed Limit sono nati nei primi anni 80, hanno pubblicato due dischi in vinile (“Unchained” dell’86 e “The Prophecy” dell’88) e un Cd (“Perfect Inspiration” del ‘92). Nel 1988 abbiamo avuto la soddisfazione di entrare nelle classifiche di sette paesi europei con il singolo “Lady”. Dal 1994 al 2008 ci siamo presi una specie di vacanza – ma ognuno di noi, come sappiamo ora, ha continuato a scrivere canzoni, solo per se stesso e per il piacere di farlo. In quel periodo nessuno poteva immaginare che gli Speed Limit avrebbero potuto riunirsi. Nel 2008 abbiamo riavviato il “motore”, andando in tour con Nazareth, Uriah Heep e Manfred Mann´s Earthband (in Germania e Austria) e al momento siamo veramente grati ai ragazzi della Pure-Rock / Pure-Steel per averci concesso la possibilità di pubblicare il nostro nuovo lavoro su scala mondiale.
Ora è il turno di una domanda un po’ “delicata”, per la quale ti chiedo la massima “onestà” … qual è stata la vera “molla” che vi ha spinto a tornare nel business discografico proprio adesso, dopo tutto questo tempo? “Magari” c’entra anche una certa propensione della scena musicale attuale ai suoni che propugnate già da tempo?

Ti assicuro che tutto si è svolto molto naturalmente: ci siamo semplicemente rincontrati per caso e abbiamo pensato che sarebbe stato bello suonare assieme qualche canzone per puro diletto, ricordando i bei tempi. Dopo aver suonato il primo pezzo – credo fosse “Dead eyes”, l’opener di “Prophecy” – ci siamo guardati in faccia ed era chiaro che tutti stavano pensando “questa roba funziona davvero!”. In seguito le cose sono venute da sole, il primo concerto (con i Nazareth), la prima nuova composizione, il primo tour, un altro paio di pezzi nuovi e poi, soprattutto, un sacco di divertimento. Abbiamo capito immediatamente che non avevamo perso né la capacità nello scrivere belle canzoni e né nel conferire loro quell’energia necessaria a “spaccare”. Come vedi, non c’è stata nessuna particolare “strategia” – è bastato uno “shot” (un moneyshot, ovviamente!)
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda la faccenda potrebbe sembrare un po’ più complicata, ma non per noi che come ti ho detto non abbiamo proprio pensato alle opportunità di mercato o a cose di questo tipo. Adoriamo le belle melodie, i cori e i ritornelli adescanti e la vera “avanguardia” del rock che consiste in riff e assoli memorabili. E’ l’unica musica che potremmo fare, scaturisce dai nostri cuori e dalle nostre anime. Sono fermamente convinto che la gente che ascolta hard & heavy – non importa di quale tipo – non sia stupida. Sanno esattamente quello che vogliono ascoltare e sono in grado di decidere chi gli piace e chi no, chi è vero e chi no … e questo per noi è sufficiente.
Parliamo, finalmente, di "Moneyshot". Dove l’avete registrato? Quanto tempo avete impiegato per la sua stesura? Il suo processo creativo si è svolto in maniera differente da quello che utilizzavate in passato?
Devi sapere che possiamo contare su una posizione piuttosto “confortevole”: il nostro batterista Wolf (Krug) gestisce uno studio di registrazione vicino a Salisburgo (Sägewerk 13) e così abbiamo probabilmente più tempo per registrare e sperimentare quello che vogliamo di tanti altri colleghi. Ed è anche per questa ragione che il processo creativo di questo disco si è sviluppato in maniera leggermente differente. Come sai negli anni ottanta gli studi erano molto costosi e nessuna casa discografica poteva permettersi di concedere alle sue band più di due o tre settimane per la fase di registrazione. Così, dovevi entrare in studio con tutto il materiale già pronto in modo da completare la procedura il più velocemente possibile. Questa volta, invece, abbiamo avuto la possibilità di sperimentare molto in studio. Credo che abbiamo testato ogni chitarra, ogni amplificatore e ogni microfono su cui siamo riusciti a mettere le mani. Abbiamo curato le linee armoniche, quelle vocali e abbiamo anche avuto l’occasione di dedicarci adeguatamente ad un altro aspetto molto importante: avevamo bisogno di imparare di nuovo a “conoscerci”, dal momento che certe attitudini e certe abilità tecniche sono cambiate e si sono incrementate nel corso degli anni. Alla fine abbiamo lavorato su questo disco per circa un anno, tra composizione, prove, registrazione e mixaggio. Speriamo di essere più veloci la prossima volta …
Da cosa deriva il titolo "Moneyshot"? Qual è il suo significato, cosa ci puoi dire sull’artwork del disco e sui testi delle vostre canzoni

La spiegazione è abbastanza semplice e non ha attinenza con il fatto che improvvisamente pensiamo solo ai “soldi”, ma bensì con la consapevolezza, maturata nel corso di tutto lo scorso anno, che questo sarà un album capace di riportarci all’attenzione e alla “vista” della scena metal mondiale. Il termine “moneyshot” è utilizzato nell’industria del porno. E’ il momento in cui l’uomo fa quello per cui è pagato – e tutti devono vederlo. Funziona meglio se è esattamente come la nostra musica, “in your face!” o come si presenta la prima fila di spettatori ad un concerto degli Speed Limit, “a bocca aperta!” … il resto lo lascio alla vostra immaginazione.
Le foto del booklet ci ritraggono mentre ci rilassiamo con un drink, un sigaro o cose del genere (speriamo non vengano censurate negli USA!). Devi capire che siamo un branco di edonisti, non siamo più dei giovincelli stressati e agitati in ogni minuto della loro esistenza. Ci prendiamo il tempo giusto per godere di ogni cosa che facciamo. Siamo sopravvissuti alla “lacca” degli anni ottanta e siamo riusciti a non morire di fame negli anni novanta. Ora è giunto il momento di divertirci DAVVERO.
Per quanto riguarda i testi, la faccenda sarebbe veramente molto lunga. Ogni canzone racconta una storia, cercando di pescare dalle nostre esperienze. Potremmo metterla in questo modo: molto di quello che Steven canta è stato scritto con lo spirito entusiasta di chi ritorna a suonare assieme, si sente come se fosse in “cima al mondo” ed è finalmente tornato ad aspirare la conquista delle “stelle”. In ogni caso, i testi sono inclusi nel libretto, così non vi resta che comprare il Cd, leggerli e comprendere pienamente di cosa stiamo parlando.
Personalmente ritengo che il vostro sia un album assai piacevole, in cui il “nobile” approccio ottantiano (con il contributo di un pizzico di NWOBHM, tra Praying Mantis e Saxon) è sostenuto da un sufficiente apporto creativo. Ti va di descrivere brevemente i pezzi dell’albo, indicando quelli che consideri più rappresentativi?
Come avrai senz’altro notato "Moneyshot” offre un grande assortimento di canzoni. La scelta dei brani migliori, dipende, così, molto dallo stato d’animo contingente dell’ascoltatore. Un giorno il preferito può essere il rocker d’apertura “Broken mirror”, un altro la pesantezza “morbida” di “Don´t fear the dark lanes”. Dal punto di vista emotivo credo che “On the TOP”, con i suoi contenuti anti-droga e i suoi continui alti e bassi possa essere una buona alternativa e tuttavia credo che il pezzo in assoluto più rappresentativo sia probabilmente “Done with dreamin´”, poiché è heavy e catchy, ha dei solos micidiali e la prestazione di Steven è semplicemente superba.
Adoro, comunque, anche “Lost & found” per il suo essere misuratamente “commerciale” o il ficcante rock´n´roll “To old to dye young”, che “quasi” tutti sembrano apprezzare, proprio come “Fly like an eagle”, un pezzo influenzato dalla NWOBHM. Ti confiderò un “segreto”: quest’ultima l’abbiamo scritta proprio durante i tempi d’oro di quel suono, ma non dirlo a nessuno!
Le ragazze, poi, forse apprezzeranno maggiormente la romantica “Heartbreakin´ Valentine” (offrendo, nel frattempo, l’occasione ai loro boyfriend di farsi una birra durante il pezzo!).
Una canzone che si ama o si odia è invece “I came, I saw …”, una bizzarra e cazzuta ballata, ma io amo le ballate strane e cazzute, specialmente quando sono ben fatte come questa … direi che è tutto!
Beh, quasi tutto … mancherebbe ancora un dovuto “commentino” sull’eccellente remake del vostro antico hit single “Lady” … Ritenete, inoltre, che ci sia altro materiale risalente al vostro passato, adatto ad essere riproposto anche al pubblico attuale?
Ah, già! Quasi la dimenticavo! Ti piace la versione di “Lady” targata 2010? Anche a me! Ad essere sincero, sono proprio contento che tu conosca il brano. Talvolta succede che si suoni la canzone e che il pubblico (soprattutto quello più giovane) non la conosca, ed è per questa ragione che l’abbiamo inclusa nell’albo. “Lady” fu una sorta di “fattore accelerante” per la popolarità degli Speed Limit – ci aprì un sacco di porte, ai tempi. Per il brano realizzammo anche un promo-video piuttosto costoso, che si poteva vedere su quasi tutte le stazioni TV europee nei tardi anni ottanta. E non fu solo una “faccenda” europea, dal momento che fu inclusa in molte compilations in tutto il mondo. E’ stato divertente scoprire in quanti “Best Of Rock” sampler è stata inserita senza che noi lo sapessimo (“divertente” non significa “galvanizzante” o “remunerante”, dal momento che non abbiamo visto un soldo per questa roba!).
Per quanto concerne il materiale degli 80ies, possiamo annunciare a tutti i lettori di metal.it che la nostra etichetta (la sub-label Karthago Records) ha l’intenzione a breve di ristampare il nostro vecchio catalogo (o parte di esso). Così quando decideranno che vale la pena di incoraggiare la riscoperta di questi “tesori del secolo scorso”, non potremo che essere soddisfatti.
Durante i nostri concerti, specialmente da headliner, siamo soliti includere almeno un paio di canzoni da “Prophecy” e da “Unchained”, e anche qualcosa da “Perfect Inspiration”. Nel caso i vostri lettori fossero interessati a queste cose, abbiamo pubblicato parecchi live-videos sul nostro canale YouTube (www.youtube.com/speedlimitrocks). I prossimi live shows saranno maggiormente focalizzati sul programma di “Moneyshot”, ma abbiamo intenzione di mantenere perlomeno due “classici” in scaletta.
"Moneyshot" è la prima proposta uscita con il marchio della Pure Rock Records, una sussidiaria della Pure Steel Records. Come avete ottenuto il contratto e cosa ne pensate del loro lavoro?
Stanno facendo un lavoro assolutamente impressionante – sono dei grandi!
La storia è andata così … probabilmente sapete che si sono recentemente alleati con la Karthago Records. Entrammo in contatto con Stefan Riermayer della Karthago nei primi mesi del 2010, il quale, come anticipato, ci propose di ristampare i nostri vecchi dischi “Unchained” e “The prophecy”, ormai diventati nel corso degli anni rari articoli per collezionisti. In quel periodo eravamo impegnati nella stesura di “Moneyshot” e quando fummo pronti alla sua pubblicazione tutte le persone coinvolte nel progetto pensarono che fosse una buona idea farlo tramite la neonata Pure-Rock Records. Ed è così che ci siamo trovati nell’agevole situazione di essere i primi a realizzare un disco per questa dinamica nuova etichetta a cui va tutta la nostra stima.
Ci hai trasmesso il vostro entusiasmo da “debuttanti”, ma ci hai descritto anche le caratteristiche di una band con “trascorsi” importanti … Allora ti chiedo, se avessi l’opportunità di cambiare qualcosa nell’ambito del passato della tua band, quale sarebbe?

Il parrucchiere, forse?! No, a parte gli scherzi, tendiamo tutti a dimenticare le situazioni spiacevoli e a ricordare solamente i “giorni di gloria”, specialmente se quel periodo è sufficientemente lontano nel tempo, e qui stiamo parlando di circa trent’anni! Preferiamo sinceramente tenere gli occhi sulla strada che gli Speed Limit hanno davanti a loro. Naturalmente abbiamo avuto problemi e fatto degli errori, ma alla fine il nostro lungo cammino ci ha portati dove siamo adesso, e siamo felici. Quindi, perché cambiare qualcosa?
Conosci il film "Butterfly effect", dove il protagonista è in grado di viaggiare nel passato e anche se cambia delle piccolezze con l’intenzione di migliorare le cose per la sua famiglia e i suoi amici, ottiene effetti dirompenti completamente diversi da quelli che si prefiggeva?
Chissà dove saremmo se avessimo fatto qualcosa di diverso in passato, magari saremmo nelle classifiche specializzate in musica folk austriaca e andremmo in tour con i Kastelruther Spatzen invece di suonare musica rock. Un’immagine davvero terribile!!
Cosa ne pensi dei cosiddetti “talent” shows come “X-factor” e “American Idol”, che sembrano essere diventati il mezzo più veloce (se non l’unico!) per emergere dall’underground? Pensi che siano un mezzo efficace a scoprire le nuove “Superstars” della musica?
A mio parere si tratta delle classiche “due facce della stessa medaglia”. L’aspetto positivo è che così pubblico e addetti ai lavori si possono concentrare sui talenti del proprio paese. Specialmente in stati piccoli come l’Austria l’industria musicale sostiene più facilmente gruppi che possono già contare su una carriera affermata in paesi come gli USA o la Germania, per esempio. Grazie a questo tipo di show, invece, sono “costretti” a rischiare denaro con i giovani talenti nazionali. E questo vale anche per le radio.
Dall’altro lato però questi artisti “emergenti” devono sopportare una pressione davvero straordinaria. Devi essere una persona molto equilibrata per affrontare quel tipo di popolarità, ottenuta in un tempo così breve. E questo riguarda solo quelli di “successo”, mentre per gli altri diventa ancora più difficile … ma la mia è un’osservazione effettuata dall’esterno, quel mondo non ha nulla a che spartire con la nostra musica – è un pianeta completamente differente …
Cosa ci puoi dire sulla scena austriaca di hard rock/melodic metal? C’è qualche band che consideri particolarmente meritevole e che ti senti di suggerire agli appassionati italiani del genere?
Credo che l’Austria non sia tanto diversa dagli altri paesi europei. Abbiamo un sacco di gruppi locali di talento che possono tranquillamente giocarsi le loro possibilità nell’ambito del “campionato nazionale”. Probabilmente, però, non sono la persona più adatta a rispondere a questo tipo di domanda. Non sono particolarmente coinvolto nella scena locale. Forse conoscete quelle bands che sono riuscite ad uscire dai nostri confini e ad affacciarsi alla ribalta internazionale come Belphegor, Stygma 4 (un peccato che si siano sciolti!), Crimson Cult, Mastic Scum, Juvaliant, Crystallion, o gruppi che l’hanno fatto in maniera ancora più importante come Peltskin, Norian, Cyring, Edgedown. Gli ascoltatori che preferiscono formazioni come Deep Purple, primi Whitesnake o Uriah Heep, dovrebbero prestare attenzione al nuovo Cd di Klaus Schubert´s Rock Bunnies! Klaus era il chitarrista dei No Bros e ha formato un’ottima band quasi tutta al femminile, con la voce mozzafiato di Tici Westreicher … è così dolce!
Avete intenzione di promuovere il disco tramite un tour? Vi vedremo anche in Italia?
Stiamo valutando i passi da effettuare da questo punto di vista. Prenderemo parte a qualche piccolo festival nei mesi di maggio e giugno, mentre per quanto riguarda la possibilità di suonare in Italia, al momento non ci sono date confermate. Non si può mai dire, però, quindi tenete d’occhio il nostro sito! Abbiamo suonato con gli Skanners alla fine degli anni ottanta (ciao ragazzi – il vostro nuovo “Factory of steel”, spacca alla grande!) e quindi staremo a vedere!
Siamo alla fine … grazie di tutto … Congedatevi dai nostri lettori con un messaggio pubblicitario … Convinceteli a comprare il vostro album …
Nessuno “dovrebbe” comprare il nostro album, ma se vi piace l’hard-rock fatto di melodie ficcanti, con una voce stentorea e un guitar-work di livello, dategli una possibilità. E’ esattamente quello che siamo capaci di fare e siamo anche convinti di essere piuttosto bravi nel nostro campo d’azione … ma attenzione, potrà succedere di non riuscire più a liberarsi da uno dei nostri chorus!
Intervista a cura di Marco Aimasso

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