The Poodles: let music and love be your guide!

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A pochi giorni dall’uscita del nuovo, controverso, Performocracy, i The Poodles ci hanno raccontato come è nato questo album, come hanno accolto le critiche e gli elogi e come si preparano ad affrontare le prossime tappe del loro incredibile viaggio. Una band giovane, fresca e molto disponibile, sicuramente da tenere d’occhio sia per quanto fatto finora che per quanto sarà in grado di dare in futuro. Ecco cosa ci hanno detto.

Ciao ragazzi e benvenuti su metal.it! Parliamo un po’ del nuovo album Peformocracy?
Ciao! Ok, facciamolo!
Il vostro stile è ormai riconoscibile, anche in quest’ultimo disco, ma ci ho trovato parecchie differenze rispetto ai lavori precedenti. Avete cambiato qualcosa nel processo di songwriting? Avete preso una precisa decisione orientata al cambiamento oppure ciò che sentiamo è lo sviluppo naturale del vostro sound?
Beh, innanzitutto siamo una cosa completamente diversa da quella che eravamo nei primi due album. E’ arrivato Henrik e Pontus è fuori, poi Mats Valentin è uno di noi ormai e Performocracy è stato creato lavorando a stretto contatto con lui. A parte questo, la musica segue la sua strada e noi siamo andati nella direzione in cui ci stava portando. Credo che ognuno scriva musica in maniera differente, ma non è possibile rimanere sempre ancorati alle stesse cose, dovevamo evolverci in qualche modo e quello che sentite è esattamente il punto a cui siamo giunti ora come ora.
Ci sono canzoni a cui siete particolarmente legati in Performocracy?
Hanno trovato spazio sul disco, il che significa che hanno “vinto”, dato che sono state scelte tra oltre 20 altre tracce. Se una squadra vince la Coppa del Mondo, ami tutto il team, giusto? Non puoi scegliere i tuoi favoriti tra i figli, mi spiace.
Ritengo il nuovo album meno diretto rispetto ai precedenti. Credo ci sia bisogno di almeno 2 o 3 ascolti prima di iniziare a capire le canzoni e ad apprezzarle. Pensate che per una band sia un segnale positivo che mostri come il songwriting sia ormai maturo e articolato?
Concordiamo in parte. Sul disco ci sono pezzi in grado di colpirti al primo ascolto e altri che necessitano di più passaggi. Su ogni disco ci dovrebbero essere entrambe le tipologie di canzone e mi fa piacere sentirti dire che ci sono tracce che crescono dopo i primi ascolti. Un disco deve essere assolutamente in grado di vivere oltre la prima settimana.
Questo però potrebbe essere stato anche un limite per voi. Ho letto diverse opinioni su Performocracy e non tutte sono positive. Anche diversi dei vostri fan non hanno apprezzato il nuovo disco a confronto dei predecessori. Qual è la ragione, secondo voi? C’è qualcosa che vorreste dire a queste persone?
L’evoluzione non può essere limitata. Ci fa piacere essere apprezzati, ma dobbiamo compiacere prima di tutto noi stessi. Un disco non viene fuori senza un intento comune e non è possibile scrivere un disco pensando a come sarà accolto da pubblico e critica, sarebbe catastrofico! Noi diamo tutti noi stessi per crescere come musicisti e compositori e tiriamo fuori tutto ogni volta, te lo posso assicurare. A quelli a cui non piace il nuovo album posso dire: ok, ascoltatevi quelli vecchi, vi conquisteremo di nuovo la prossima volta!
Il vostro sound è un incredibile mix di hard rock, metal, AOR, glam e buon pop. Quali sono le vostre influenze principali?
Quanto tempo abbiamo? A parte gli scherzi, devo dire che le influenze sono diverse e, come avrai capito, arrivano da più generi. Judas Priest, Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, David Bowie, Journey, Rush, Kiss, Thin Lizzy, Frank Sinatra, Queen e diversi altri. Semplicemente, amiamo la buona musica, proprio come voi se state leggendo queste pagine.
Qualche mese fa ho recensito il vostro live album, era davvero buono! Come mai avete deciso di fare uscire un live?
La componente live è la parte più importante di quello che facciamo, così pensavamo avesse senso farci un disco. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con un ragazzo incredibile e di grande talento come Steve Ravic e la sua bellissima partner, Vesna Trockter, che hanno prodotto e registrato il DVD. Il CD deriva invece dal video. Pensavamo che fosse giunto il momento di far uscire un prodotto del genere e la Frontiers la pensava come noi, quindi tutto è stato pubblicato.
Parliamo adesso di ciò che significa andare in tour per voi. Come è giusto che sia, partirei parlando di donne…ormai sappiamo tutti cosa significava suonare in una band famosa negli anni ’70 e ’80, è ancora così?
Ti dirò, sembra che piacciamo alle donne, cosa evidente per chi è venuto a qualcuno dei nostri show. Ma ci piace suonare per qualsiasi pubblico, davvero. In più siamo tutti felicemente sposati, quindi non c’è davvero molto da dire su questo. Vediamo i fan dopo qualsiasi show e autografiamo qualsiasi cosa vogliano farsi autografare, ma questo è tutto. Ci piace vedere tutti, davvero.
E la vita insieme tra membri della band com’è? Voglio dire, è difficile vivere mesi e mesi on the road sempre con le stesse persone? Litigate spesso oppure regnano armonia e divertimento?
I fratelli a volte litigano, ma poi si riuniscono sempre. Solitamente, comunque, tendiamo a non stare in tour mesi e mesi di fila, ma cerchiamo di concentrare i concerti in periodi ristretti, per poi prenderci un periodo di riposo. In più, quando siamo in Svezia cerchiamo di tornare a casa dopo ogni show, se ci riusciamo. Comunque stare tra di noi è veramente divertente e su questo non ci sono dubbi. Ci piace stare insieme, fare casino e suonare, ci è sempre piaciuto e ci piacerà sempre.
Infine, parliamo dei fan. Come vi fa sentire vedere le persone cantare le vostre canzoni, amare la vostra musica? Quando siete in tour preferite vivere a stretto contatto coi fan oppure prendervi i vostri spazi e incontrare la gente solo ai concerti?
Oh, questa è la ricompensa per il duro lavoro: sentire le tue canzoni alla radio o vedere gente cantarle. Questo ci gratifica davvero. In tour, comunque, cerchiamo di incontrare tutti quelli che vogliono vederci, per cui non abbiate paura di avvicinarvi a noi, ci piace incontrarvi!
Pensi ci siano differenze tra i fan sparsi per il mondo? Ci sono paesi in cui è più bello suonare?
In questo momento, per ovvie ragioni, mi viene in mente l’Italia :)
Le persone sono diverse, è vero, ma in fondo si somigliano dappertutto. Ci piace suonare in posti diversi, finora devo dire che ci siamo davvero trovati bene ovunque.
Quando partirà il tour di supporto al nuovo album? Verrete in Italia?
Il tour europeo sarà tra Ottobre e Novembre 2011 e credo andremo un po’ dappertutto. Sicuramente l’Italia ci sarà, ma per essere sempre aggiornati vi consiglio di dare un’occhiata al nostro sito.
Gli anni 2000 sono un’età dell’oro per le band svedesi. Ci sono davvero ottimi gruppi, e praticamente ogni mese arrivano dischi degni di nota. A mio parere un buon 80%-90% delle migliori band del momento arriva dalla Svezia. Che succede? Quali sono i motivi di questa esplosione?
La Svezia è un piccolo paese, quindi conosciamo direttamente la maggior parte delle band che hai in mente. Non so perché, ma sicuramente la tradizione in Svezia è solida: Europe, Treat, Great King Rat, Reptile Smile, Hardcore Superstar, Gemini Five, Dynatzy, Heat, giusto per citarne alcuni. Ci sono davvero grandi band al momento e siamo contenti di sapere che veniamo apprezzati in Italia e nel resto d’Europa! Long live rock and roll!!
Grazie mille ragazzi, a voi il saluto ai nostri lettori
Grazie per tutto il supporto che ci date, speriamo di vedervi presto sulle strade d’Europa. Let music and love be your guide and refuse to go quietly into the night! All the best.
Intervista a cura di Alessandro Quero

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