Luca Turilli: il cuore grande dei Rhapsody

Ravenna, 20 giugno 2012, ore 15. Fuori, 40 gradi. Dentro, lo sbranf-condizionatore fa il suo porco lavoro, cercando di farmi sopravvivere. Mi aspetto da un momento all’altro la telefonata di Luca Turilli, storico chitarrista dei Rhapsody, in occasione dell’uscita di “Ascending to Infinity”, primo capitolo della nuova era. Quello che non mi aspetto, invece, è di ricevere la telefonata di un amico. Ecco cosa è venuto fuori da 45 minuti al telefono con Luca…

Pronto?
- Salve, sono Luca dei Rhapsody!
Ciao Luca, sono Sbranf, benvenuto! Oh, ma che caldo fa!
- Ommadonna, guarda! Io in questo momento mi trovo in Francia, dalle parti di Lione, però fa caldo anche qui!
Eheh, ci tocca sopportare…
- Ah guarda, io preferisco nettamente l’inverno, sono un tipo da stagione invernale!
Vabbè, dai, dobbiamo parlare di lavoro!
- Eh, mi sa di sì, ahahah! Guarda, non sai come sono contento di poter fare un’intervista in italiano dopo tante in inglese…
Ah, caschi bene, io sono un insegnante di inglese, se vuoi la facciamo in English!
- Ahahah, anche no! Posso esprimere qualche concetto più profondo in italiano!
Allora Luca, parliamo di un certo disco???
- Mah, se ci tocca proprio, ahahah!
Eheh, ok! Allora, esce in questi giorni il primo disco dei nuovi Rhapsody, o meglio, l’undicesimo disco dei Rhapsody…
- Assolutamente sì, è importantissimo. Noi abbiamo comunicato attraverso una news ufficiale che questo era l’undicesimo album dei Rhapsody solo per un motivo: io ho dovuto aggiungere il nomignolo ‘Luca Turilli’ per i soliti motivi di copyright, e non ero un gran fan di questa scelta. Ma tanta gente potrebbe aver pensato che questo è un mio album solista, o un progetto personale, e invece questo è il nuovo album dei Rhapsody e basta. Prima componevo i miei solisti come complemento a quanto potevo fare nella band, perché i Rhapsody parlavano di un argomento solo, quindi usavo i solisti per sbizzarrirmi in suoni e tematiche differenti. Ma adesso quel problema non c’è più, e quindi tutto quel che compongo può tranquillamente essere usato per i Rhapsody.
Entriamo nel vivo, allora! Ho ascoltato il disco soprattutto di notte… e di notte fa uno strano effetto!
- Oh mio dio, non ti sarai spaventato, ahahah!!!
Eheh, no! Mi sono gasato, che è diverso!
- Meno male, temevo di dover fare tutta l’intervista in difesa!
Ahah, rilassati pure! Ma sappi che noi di Metal.it siamo conosciuti come ‘il Bar Sport della Gloria’, per cui qui si dice quel che si pensa senza leccaculismi!
- Ahahah!!!
Torniamo in argomento: che disco che hai fatto! È veramente complicato, pieno di sottolivelli, con dei testi interessantissimi… la mia prima sensazione è stata proprio che tu ti fossi finalmente liberato da un sacco di vincoli…
- Eh, tu prova a pensare: quindici anni, quindici anni della tua vita a parlare solo di un unico argomento! A un certo punto senti l’amore, ma anche l’odio per le cose che stai facendo: l’amore perché con Alex e Fabio siamo consci di aver creato qualcosa che nella storia della musica ha pochissimi precedenti… al di là del fatto che piaccia o meno, non so se esiste una band al mondo (non solo nel metal) che abbia incentrato dieci releases diverse nel corso di 15 anni su un unico argomento! È stato anche incredibile l’essere riusciti a mantenere la stessa line-up creativa (noi tre) per tanti anni, vent’anni insieme… E’ stata un’opera magna, che ha fatto però il suo tempo, dandoci soddisfazioni incredibili. Però adesso sentivo il bisogno di cambiare.
Assolutamente giustificato.
- Anche da voi, nelle testate giornalistiche, c’è sempre movimento, chi passa di qua e di là… anche voi avete mantenuto i capisaldi per tanti anni, eheheh!
Eheh si, noi siamo i Rhapsody delle webzines, ahahah!
- Esatto, ahahahh!!!
Cos’è, un’intervista di Turilli a Metal.it??? Fammi fare il mio dovere! Dimmi due parole su Alessandro Conti, il vostro nuovo cantante… che voce!
- Alessandro è fantastico… ci trovavamo in tour l’anno scorso, e da una casa discografica mi era stato proposto un progetto in stile Avantasia, con tanti cantanti famosi, ecc. In quel momento, io e Alex [Staropoli, ndr] sapevamo che lo split sarebbe avvenuto, già da parecchio tempo, però era importantissimo finire la saga. Ma io non sapevo ancora se avrei continuato come Rhapsody, perché la modalità dello split è stata decisa verso la fine, lo stesso Fabio l’ha saputo poco prima che avvenisse. In quel momento, dunque, avevo sto progetto in ballo, oppure si pensava di cominciare a scrivere proprio delle colonne sonore. Allora, cercavo un cantante per vedere se riuscissi a trovare una voce che potesse dar corpo alle mie idee, stimolarmi per quel progetto alla Avantasia. È stato proprio Fabio Lione a indicarmi il nome di Alessandro, che io onestamente non conoscevo. Ho visionato qualche video su Youtube e sono rimasto subito colpito, mi ricordava molto il Kiske dei tempi d’oro degli Helloween. Non so se lo sai, ma io ho cominciato ad ascoltare il metal proprio da loro, sono passato da Duran Duran e Spandau Ballet agli Europe, e poi a loro! Sai il famoso assolo di “The Final Coutdown”, lo ascoltavo e pensavo “ma cos’è sta roba!”
Ahahah, ho fatto lo stesso identico percorso! Tutto il mondo è paese! In fondo, tutti quelli che hanno la nostra età ed ascoltano il metal, sono passati da quelle cose!
- Eheh verissimo! Pensa, in quegli anni a Trieste c’erano in giro più magliette di “I Want Out” che di altre bands! Comunque, tornando ad Alessandro, mi è piaciuto un sacco il suo timbro, ma non era abbastanza… Avevo bisogno di capire se avevo di fronte un cantante che mi consentisse di usare vari registri vocali, e allora l’ho contattato e gli ho chiesto di registrare delle prove vocali su vari tipi di canzoni, ma centinaia! Da Renga a Celie Dion, Al Bano, Massimo Ranieri, tanti grandissimi cantanti italiani, l’ho tartassato! Ovviamente tanto metal, Queensryche, Helloween… Poi lui con i Trick or Treat canta con questo timbro particolare, insomma, volevo capire dove poteva arrivare. Poi ho pure scoperto che aveva studiato in una delle scuole di canto lirico più famose, a Modena, dove ha studiato anche Pavarotti… Dopo aver ascoltato tutto, ho immediatamente deciso di non andare avanti con quel progetto ‘Avantasia’, anche perché ho letto tante interviste di Tobias Sammet e sapevo che sarebbe stato molto stressante! A vent’anni potevo anche farlo, ma a quaranta non me la sentivo, ahahah! Ho quindi deciso di andare avanti con i Rhapsody, ispirato dalla voce di Alessandro, così gli ho telefonato e gli ho detto ‘adesso tu sei il nuovo cantante dei Rhapsody’!!! Lui era felicissimo, era già un fan della band, è stato proprio un matrimonio perfetto.
Infatti, il brano “Luna” sembra fatto apposta per lui, per mettere in mostra le sue doti.
- Infatti, ma è una cover! E’ un brano di Alessandro Safina, un tenore bravissimo che ha cantato questo pezzo anche da Costanzo… Pensa che qui in Francia lo passavano in continuazione, la gente andava matta per questo brano! Così ho pensato di riarrangiarlo in chiave un po’ più metal e proporlo come bonus track, insieme alla cover di “March of Time” e a una song chiamata “Fantasia Gotica”, che però non siamo riusciti a finire in tempo. Ma poi alla fine, con la label abbiamo deciso di inserirlo a pieno titolo nell’album. Per questo può suonare diversa dalle altre, ma mette perfettamente in mostra le doti di Alessandro.
Ok, adesso parliamo di batteristi. Alex Holzwarth alla fine non è rimasto, e avete reclutato Alex Landenburg. Spiegaci un po’ com’è andata.
- È una cosa che abbiamo deciso tutti insieme. C’era una bella energia positiva in questi nuovi Rhapsody, e Alex H. era parte integrante del progetto. Ma appena abbiamo capito le potenzialità di questo gruppo, e abbiamo visto che c’era la possibilità di stare quattro mesi di fila in tour, abbiamo subito realizzato che per lui non sarebbe stato possibile venire con noi, perché questo avrebbe significato lasciare l’altra band ferma per troppo tempo. In questo momento per entrambi è importantissimo essere totalmente indipendenti, e quindi è stato naturale che Alex H. restasse con i Rhapsody of Fire, visto anche che adesso il bassista è suo fratello. È stato grazie al nostro nuovo ingegnere del suono, Sebastian Roeder (che è anche il sound engineer live dei Kreator), che ho scoperto Alex Landenburg, che già aveva suonato con Annihilator, Stratovarius e altri. Alex H. aveva già registrato le parti per l’album, e volevamo aspettare per vedere se era possibile averlo con noi, ma poi abbiamo deciso di trovare un nuovo batterista e presentarlo addirittura prima dell’uscita del disco, in modo da poterlo avere con noi per tutta la fase di promozione ecc. Poi abbiamo anche scoperto che Alex L. è una persona fantastica anche dal punto di vista umano, cosa che per noi è fondamentale, soprattutto in vista dei tanti mesi che passeremo in tour insieme. E la stessa cosa è con Alessandro… sempre sti Alex, Alessandro, ce li ho dappertutto!
Ahahah! Luca, ti sento molto positivo… penso che per un gruppo come il vostro sia una cosa fondamentale…
- Assolutamente sì. Ti dico la verità, con i Rhapsody non abbiamo mai ricevuto tanti consensi dalla stampa, ti giuro. Sai, c’è sempre la questione amore/odio per noi, ma questa volta sono tutte recensioni ed opinioni positive, a parte la tua che non ho ancora letto, eheheh!
Appunto, non l’hai ancora letta, ahahah!! Dipende dal bonifico che mi fai, ahahahah!!!
- Ahahah! Allora diciamo PER ORA va tutto bene! Sai, per noi è una cosa ancora più bella perché ci sentiamo un po’ di rappresentare l’Italia nel nostro ambito, insieme ai Rhapsody of Fire e ai Lacuna Coil, siamo le band più conosciute all’estero. Oltre, ovviamente, alla soddisfazione personale, che c’è eccome.
D’accordissimo: i Rhapsody si possono amare o detestare, ma quel che avete fatto voi a livello mondiale in ambito metal, in Italia non lo ha fatto nessuno.
- Per quanto in Italia ci siano tantissime bands meravigliose, ma che non hanno avuto la nostra stessa fortuna, ad esempio gli Eldritch, che io adoro. Loro esistevano prima di noi, sono fantastici, eppure non hanno fatto il grande salto… Purtroppo l’Italia è sempre stata vista come ‘terzo mondo’ del metal.
Se vuoi è in fondo colpa nostra: chi ci governa non ha mai investito più di tanto nella nostra musica, ritenendola al massimo ‘roba da drogati’… E secondo me anche la chiesa non ha aiutato, ma lasciamo stare, che se no mi innervosisco, eheh!
- Vero, guarda cosa succede in Finlandia, dove una band come i Sonata Artica dà i brani ai programmi come Pop Idol e robe simili, oppure i Nightwish che ricevono sovvenzioni dal governo per fare il loro film su “Imaginearum”.
Ok, cambiamo decisamente argomento: chi sono le voci femminili del nuovo album che duettano con Alessandro?
- Una è una nostra vecchia conoscenza, ossia Bridget Fogle[Luca, l’ho scritto giusto??? Ndr] che già tante volte ha collaborato con noi. L’altra è una nuova scoperta, Sassy Bernard, un’insegnante di canto tedesca che ho scoperto mentre registravamo l’album.
E dal punto di vista live? Questo è un album che ha una marea di orchestrazioni, tastiere, ecc. Come pensate di gestire il tutto?
- Siccome io sono anche il tastierista di questi nuovi Rhapsody, all’inizio avevamo avuto l’idea un po’ pazza di me che mi alternavo agli strumenti sul palco. Ma siccome stiamo preparando uno show incredibile, anche a livello visuale, abbiamo deciso di gestire il tutto in maniera più facile da controllare. Ti dirò, anche con i video sarà tutta un’altra cosa: ho un brutto rapporto con i vecchi video della band, che venivano affidati ad altri e sui quali avevamo pochissimo controllo. Adesso tutto sarà gestito in maniera cinematografica, grazie anche ad una società, la Dream Day Media, una compagnia svedese, che ha già curato il video di “Dark Fate of Atlantis”.
Sapete già le date del nuovo tour? Verrete in Italia, spero…
- L’annuncio ufficiale arriverà tra pochi giorni, ma ti posso già dire in anteprima che saremo in Italia per quattro date, Roma, Bologna, Milano e Treviso. La parte europea del tour avrà ben 30 date.
Ottimo, così ti verrò a trovare! È un piacere parlare con una persona così loquace e rilassata, non sai che brutte interviste mi sono capitate…
- Ma dai, non ci credo, eheheh!
Guarda, ho avuto bruttissime esperienze con gente come i D****n, tutte riposte secche, ‘yes’, ‘no’… che tristezza!!! [Vendetta!!! Ndr]
- Ahahah!
Ok, prima di finire ti devo fare la domandina ‘scomoda’, se no non saremmo il Bar Sport… Avete litigato, vero? Tu e Staropoli, o con Lione… Dai, dimmi la verità! Non si smonta così un gruppo della vostra portata se non ci sono cose irreversibili! Confessa!
- Assolutamente no! Semplicemente non c’era più divertimento…
Mmm, quindi non vi siete mandati affanculo!
- Ahahah, ma no! Io conosco Alex da 5 anni prima di fondare i Rhapsody, sono vent’anni, e in vent’anni la gente cambia. La saga, in un certo senso, era un compromesso artistico fra tutti noi; finita la prima parte, ossia la “Emerald Sword Saga”, volevamo dar vita ad una seconda parte speculare, che toccasse i cinque albums. E nonostante tutti i problemi, le difficoltà, proprio grazie all’impegno ed al legame reciproco, siamo riusciti a mantenere la nostra promessa, ed a concludere anche il decimo album. Già quando avevamo avuto problemi legali, intorno al settimo album, sapevo che saremmo arrivati al decimo, anche se già allora si cominciava a parlare di split, più o meno seriamente. Ma quando abbiamo trovato la Nuclear Blast, che è stata l’unica a credere veramente in noi e a darci l’opportunità di andare avanti, ci siamo guardati negli occhi e ci siam detti “Alex, Luca, Fabio, uniamoci alla grande e portiamo a termine questa saga”. Immaginala dal punto di vista artistico: tu sei uno scrittore, e cominci a scrivere un’opera che per te è l’opera della vita, la scrivi per dodici anni, e a un certo punto ti ritrovi senza i soldi, o senza la voglia. Ovviamente a quel punto ti dai uno sprone da solo, l’ultimo scatto di energia per arrivare fino alla fine. Sentivo come un obbligo artistico, tutti noi l’abbiamo sentito così. Nonostante la band avesse potuto sciogliersi 4 o 5 anni fa, tutti noi abbiamo sentito il dovere di portare l’opera a compimento, nonostante gli enormi investimenti economici e tutti i problemi. E adesso che tutto è finito? Io ho 40 anni, Alex pure, Fabio altrettanti, tutti noi abbiamo sviluppato le nostre visioni artistiche. Adesso non so cosa faranno i ragazzi, ma con Alex in amicizia ci siamo detti: basta! Dopo gli ultimi tre anni di lavorare, andare in tour, svegliarsi e riaddormentarsi praticamente sempre assieme, abbiamo bisogno di un po’ d’aria! Parliamo di tutto, ma non dei Rhapsody!
Eheh, magari vi vedete e vi fate una bella grigliata insieme, ma basta parlare dei Rhapsody!
- Esatto, ahah! Ognuno può fare quello che vuole, speriamo di avere tanti fans. Ma la gente deve capire quanto sono venti anni quasi ogni giorno insieme, ore e ore davanti a un computer, sempre nella stessa saga… Ma sappiamo che nessuno può dirci niente, perché abbiamo portato l’opera fino alla fine, e concluso il ciclo. Adesso finalmente c’è un’atmosfera bellissima, in cui tutti fanno quello che vogliono…
Quindi alla domanda “c’è la possibilità di vedere in tour insieme LT’s Rhapsody e Rhapsody of Fire”, la risposta sarà…
- Ma per favore, ahahah! Prendiamoci un attimo di respiro! La gente è convinta che bisogna per forza litigare; ma io ho scritto con i ragazzi dieci dischi in cui tutto è incentrato sul rispetto, sull’amore e la fratellanza, come potrei aver parlato di questo per venti anni e poi mettermi a far battaglia con i miei compagni di viaggio??? Se qualcuno la pensa così, è perché non conosce veramente il messaggio dei Rhapsody. Io non ho una mia pagina facebook personale, quelle che esistono sono tutte false, ma tramite quella della band mi arrivano dai fans tantissimi attestati di stima, che ogni volta è commovente… C’è gente che ha attraversato anche problemi personali, e che è stata aiutata dalla nostra musica, questa è una cosa incredibile. Adesso non fai più musica per il mercato, per fare soldi, perché i guadagni sono appena sufficienti a portare avanti il tutto. Fai la musica per passione, ed è questo che voglio fare. Adesso potrò fare tutto quello che voglio, e anche Alex con i Rhapsody of Fire potrà fare tutto quello che lui e Fabio vogliono fare; la saga è finita e adesso possiamo sbizzarrirci a livello artistico, e andare in qualsiasi direzione. Speriamo ovviamente che a qualcuno piaccia la nostra nuova visione, ma per me un artista deve sempre prima fare l’album per se stesso, per soddisfare la propria passione artistica.
Non posso che essere d’accordo, la penso esattamente come te. Non puoi trasmettere nessuna emozione, se prima non le provi tu.
- Esattamente. E ricevere tanti attestati di stima per me è sempre una cosa incredibile, mi fa vivere la mia esperienza artistica come una missione spirituale, ma sempre restando umile. A me non piacciono i complimenti, non avrei neanche voluto mettere il mio nome sul monicker, mi dà fastidio vederlo lì. Ogni volta che nominano la band e dicono “Luca Turilli’s Rhapsody” e sento che il mio nome è ancora più lungo del nome della band ci resto male!
Ahahah!
- Ripeto, per me sono solo i Rhapsody, non bado al mio nome messo lì. Infatti anche la Nuclear Blast promuove la band solo come Rhapsody, com’è giusto che sia.
Ok, Luca, penso di avere abbastanza materiale per scrivere un libro, altro che intervista!
- Ahahah!
Avere la possibilità di parlare con delle persone appassionate come te è sempre un piacere. Spero di incontrarti presto.
- Lo spero anch’io, a presto e grazie mille!!!
Intervista a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 30 giu 2012 alle 21:54

Turilli ha dimostrato non solo con questi disco, ma anche con i suoi solisti di poter camminare con le proprie gambe, ora resta da vedere se anche i ROF sapranno farlo

Inserito il 26 giu 2012 alle 10:37

grande luca, spero di vederlo dal vivo

Inserito il 23 giu 2012 alle 01:15

Bella intervista! Io però gli avrei chiesto che ne pensa dei Nanowar of Steel :D