Thunderstone (Titus, bass)

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Di tutti i gruppi Power Metal nati negli ultimi anni, i Thunderstone sono sicuramente uno dei migliori. L'ultimo “The Burning” ha testimoniato ancora una volta le qualità dei cinque ragazzi finlandesi, ed è davvero un peccato che sia saltato all'ultimo momento il tour in compagnia di Iced Earth e Primal Fear. Abbiamo intervistato il bassista del gruppo, Titus Hjelm, ed ecco cosa ci ha detto sull'ultimo disco dei Thunderstone.

Ciao Titus! Come va? Tutto bene lassù in Finlandia?
Oh beh... fa un freddo incredibile, fa sempre buio, però tutto sommato va bene!

Dopotutto è inverno... Tra pochi giorni uscirà il vostro nuovo album, “The Burning”. Ci vuoi parlare brevemente di questo nuovo disco? Cosa è cambiato rispetto al vostro debut album?
Certamente. Credo che questo disco sia molto diverso dal precedente, sia per il modo in cui è stato registrato, sia per l'atmosfera generale del disco stesso. Questo è dovuto al fatto che nel primo disco era stato Nino (Laurenne, il chitarrista NdR) a scrivere quasi tutte le canzoni, mentre per questo disco abbiamo scritto diverse canzoni sia io, sia il tastierista (Kari Tomack NdR), e questo ha portato una certa diversità nel songwriting. Inoltre anche il suono delle chitarre è più pesante, e forse la differenza più evidente è che il nostro singer Pasi canta in maniera decisamente più aggressiva.

Quindi questo disco è più “Thunderstone” e meno “Nino”?
Sicuramente, anche se ovviamente ti puoi accorgere della mano di Nino in tutte le canzoni, dal momento che si è occupato anche della produzione, e alla fine ha avuto l'ultima parola su quali track sarebbero finite nel disco. Ma sotto questo punto di vista hai ragione, credo che le canzoni siano più frutto del lavoro di tutta la band, rispetto a “Thunderstone”. Inoltre suoni anche con uno stato d'animo diverso, quando ti rendi conto che quel passaggio l'hai scritto tu.

I Thunderstone sono un gruppo relativamente nuovo sulla scena. Ci vuoi parlare un po' della band?
Come ho già detto in quasi tutte le interviste, la nascita dei Thunderstone è un evento casuale. Inizialmente io e Nino suonavamo in una band Thrash, gli Antidote, un gruppo decisamente più heavy, e quel gruppo si è sciolto, Nino ha iniziato a scrivere canzoni completamente diverse da quelle che suonavamo con gli Antidote. Per registrare questi nuovi demo Nino ha chiamato diversi suoi amici a suonare, tra cui me, e quando ci siamo resi conto che le canzoni erano venute bene, abbiamo inciso un nuovo demo, ancora migliore del precedente. A questo punto abbiamo pensato che fosse venuto il momento di mandarlo alle etichette, e quando la Nuclear Blast ci ha proposto un contratto, siamo divenuti una band a tutti gli effetti. E questa è, in breve, la storia del gruppo. Ma noi tutti suonavamo già con diversi gruppi della scena di Helsinki, e lo abbiamo fatto per quasi quindici anni.

Quindi siete un gruppo giovane, ma con una buona esperienza alle spalle...
Sì, sotto questo punto di vista non siamo esattamente i primi venuti (ride)

Perchè avete scelto “The Burning” come titolo del disco, e che relazione c'è con la copertina?
Vedi, per il primo disco non avevamo assolutamente idea di che titolo usare, ma visto che per un debut album si può anche non mettere nessun titolo, l'abbiamo semplicemente chiamato “Thunderstone”. Invece per questo disco la scelta è stata difficile, dal momento che nessuna canzone è in primo piano rispetto alle altre, nessun singolo o nessuna “hit-song”. E così ognuno di noi aveva la sua preferita, e non eravamo in grado di trovarne un titolo che ci mettesse tutti d'accordo. E visto che quasi ogni canzone ha a che fare col fuoco, col bruciare, abbiamo pensato di chiamarlo semplicemente “The Burning”.

E il simbolo invece cosa rappresenta?
Noi siamo grandi appassionati del Metal anni ottanta, e quando eravamo a scuola di solito disegnavamo i nomi di questi vecchi gruppi sui nostri diari. Abbiamo deciso che volevamo qualcosa del genere. E così abbiamo dato carta bianca all'artista che ha disegnato la copertina, e lui se n'è venuto fuori con questo simbolo, che è legato ai simboli che in alchimia indicano la pietra e il tuono. Non è assolutamente niente di serio, però visto che ci è piaciuto, abbiamo deciso di tenerlo.

Di cosa parlano invece i testi del disco?
Come nel primo disco, trattano della vita di tutti i giorni. Di quello che senti quando sei felice, quando sei triste, delle relazioni della tua vita. Non vogliamo parlare specificatamente di un singolo argomento, sono episodi della nostra vita, e anche eventi immaginari. Quello che conta, alla fine, è che se volete etichettarci come gruppo “Power Metal”, i nostri testi sono abbastanza diversi dalle classiche tematiche fantasy.

Quindi “The Burning” non è un concept album. Ti piacerebbe scriverne uno, in futuro?
Non ti saprei davvero rispondere. Da una parte molti dei nostri artisti preferiti degli anni ottanta, come Ronnie James Dio, hanno scritto diversi concept album, ma per noi è un po' diverso, perché non lavoriamo come un'unità. Nino scrive le sue canzoni e i suoi testi, io faccio lo stesso con le mie, quindi per noi sarebbe un po' difficile scrivere un concept album.

Qual è la tua canzone preferita di “The Burning”?
Uhh... questa domanda è impegnativa! Me ne piacciono molte, perché sono piuttosto diverse tra di loro. Però mi piace molto “Forth Into the Black”, la nona canzone del disco, perché mi ricorda molto i Queensryche, uno dei miei gruppi preferiti di sempre.

A me è piaciuta molto “Tin Star Man” e la sua carica...
Oh, questa è veramente un'ottima notizia, perché tra l'altro l'ho scritta io!

Perfetto! Di cosa parla?
“Tin Star Man” è l'unica canzone a sfondo politico che i Thunderstone abbiano mai scritto, e che mai scriveranno... ho buttato giù il testo in una decina di minuti, dopo aver sentito che Bush aveva attaccato l'Iraq. E questo “Uomo dalla stella di latta” è una metafora per uno sceriffo mondiale, come c'erano gli sceriffi nel vecchio, selvaggio West. Si basa su uno di quei riff che ho sempre avuto in testa in questi anni, e quando l'ho proposto in sala prove, ci siamo resi conto che era perfetto per lo stile del gruppo.

Un'altra canzone molto bella è l'ottava, “Drawn to the Flame”...
Anche quella è mia! (risate generali) E' bello sentirtelo dire, anche quello è uno di quei riff che ho avuto da parte per molto tempo, e dopo averci lavorato un po', l'ho portato in sala prove. Anche questo ci è piaciuto subito, e penso che su questa canzone Pasi faccia davvero un ottimo lavoro.

Questa canzone vede come ospite Michael Romeo, con un assolo veramente pregevole. Come è nata questa collaborazione?
Eravamo in tour con i Symphony X e gli Stratovarius, questa primavera, e dividevamo con i Symphony X il tour bus. E siamo diventati ottimi amici, sono dei ragazzi fantastici e degli straordinari musicisti, oltretutto. E visto che sul primo disco avevamo Timo Tolkki come ospite, abbiamo pensato di chiedere a Michael se volesse suonare un assolo per il disco. Lui ci aveva detto di sì, però siamo rimasti in dubbio fino all'ultimo giorno delle registrazioni, visto che Michael era molto occupato in America, e ci aveva promesso che ci avrebbe mandato l'assolo. E' arrivato proprio l'ultimo giorno, e fortunatamente siamo stati in grado di metterlo sul disco, visto che è davvero uno splendido solo.

Siete stati anche qui a Milano in occasione di quel tour. Cosa ti ricordi di quella data?
Quel tour è stato probabilmente il miglior tour che una formazione nuova potesse mai desiderare! Noi siamo grandi amici degli Stratovarius, e quindi potevamo risolvere insieme qualsiasi problema, e poi i Symphony X si sono rivelati dei ragazzi fortissimi, e non abbiamo avuto davvero nessun problema nel dividere il tour bus con loro. Ti ripeto, penso davvero che quel tour fosse il migliore possibile per una band nuova! E la data di Milano è stata letteralmente incredibile. Non aveva ancora fatto scuro quando siamo saliti sul palco, ma la cosa non sembrava aver davvero peso, visto che il pubblico era già caldissimo nei nostri confronti. E' stato davvero uno dei migliori concerti dei Thunderstone.

Ero lì, e mi ricordo che c'era davvero tantissima gente quel giorno!
E' stato bellissimo, e abbiamo anche suonato “World's Cry” dal primo cd, ed era bello vedere tutti quei ragazzi che facevano headbanging, come se a suonare sul palco ci fosse un gruppo famosissimo, erano davvero scatenati... un'esperienza fortissima!

Titus, ora permettimi di farti una domanda un po' personale. Recentemente gli Stratovarius hanno cambiato line-up, con l'abbandono di Timo Kotipelto e Jorg Michael. Durante il tour, c'è mai stata tra di loro qualche discussione accesa, qualche litigio, o un qualsiasi indizio che facesse intuire il recente split?
No, credo davvero di no. Ovviamente non ero con loro 24 ore su 24 per vedere quello che succedeva, ma penso che si stessero divertendo insieme, durante quel tour, così come ci siamo divertiti molto anche noi. Penso davvero di no.

Quali sono le tue principali ispirazioni come musicista, e come compositore?
Le mie influenze maggiori sono nel rock degli anni settanta, e tra i miei gruppi preferiti di quegli anni devo ovviamente citare i Deep Purple, i Kiss, i Led Zeppelin, i Black Sabbath, gli Uriah Heep, gruppi decisamente vecchi, e onestamente spero che nelle mie canzoni si possano sentire queste influenze. La cosa divertente è che spesso veniamo paragonati a tantissimi gruppi Power Metal che, ogni tanto, non ho mai neanche sentito nominare... se sono gruppi buoni, allora ok! il paragone ci sta bene! Se invece non sono un granché, è meglio lasciar perdere (ride)! Voglio citare anche i primi anni ottanta, il primo heavy metal vero, Dio, Judas Priest, Queensryche, Rainbow, sono tutti gruppi che ci hanno influenzato notevolmente.

Quando è iniziata la tua carriera di musicista?
E' difficile da dire, visto che suono la chitarra da così tanti anni... anche in origine avevo iniziato a suonare la batteria, per poi spostarmi sulla chitarra, per poi finire col basso. Si può dire che ho provato un po' di cose, prima di essere soddisfatto (ride). Ho iniziato a suonare in un gruppo vero e proprio all'età di dodici anni, e abbiamo anche registrato qualche demo, suonando anche diversi concerti da queste parti. Ma se intendi come musicista professionista... beh, a dirti la verità, non so neanche se posso definirmi tale adesso! (ride) E' veramente dura tirare avanti solamente suonando metal, e per questo non posso considerarmi un “professionista”. D'altra parte, ho suonato molti generi diversi in questi vent'anni, ed è quello che conta.

Ora voglio farti una domanda riguardante il processo compositivo nei Thunderstone. Entrate in studio con le idee già ben definite, o lasciate un po' di spazio all'improvvisazione?
Nei Thunderstone le cose stanno così: se a casa ho un'idea, un riff che mi piace, e ho in mente una parte di basso o di batteria adatta, porto queste idee in sala prove e ci lavoriamo insieme, e ognuno è libero di dire come la pensa, di portare le sue influenze nel pezzo. Ognuno porta le sue idee, ma poi è il gruppo intero che le elabora.

Titus, hai qualche sogno nel cassetto che speri di realizzare?
Oh beh... non mi dispiacerebbe affatto vendere una milionata di dischi! (ride) O anche guidare una Porsche, o divertirmi con tutte le ragazze che questo comporterebbe. Ma rimanendo coi piedi per terra, e guardando al futuro prossimo (anche perché ci vorrà un bel po' per realizzare quegli obiettivi), speriamo di riuscire a fare dei buoni concerti, di vendere un po' di dischi, e di tornare a scrivere le canzoni per un nuovo disco.

C'è qualche posto in cui ti piacerebbe portare in tour i Thunderstone?
Ohh, ho sentito delle cose fantastiche sul Sud America: donne stupende, pubblico caldissimo... non mi spiacerebbe davvero poterci andare! Ma alla fine è sempre una questione di business, e quindi speriamo di poterci andare un giorno o l'altro. Lo stesso discorso vale per gli Stati Uniti: i ragazzi dei Symphony X ci hanno detto che le cose sono migliorate un po' per i gruppi metal negli ultimi anni, e nonostante andare in tour possa essere stancante, è sempre bello vedere nuovi posti e conoscere nuove persone.

Titus, sei stato davvero gentilissimo. C'è qualcosa che vuoi dire ai lettori di EUTK?!
Un gigantesco GRAZIE per il calore con cui ci avete accolto durante l'ultimo tour, spero di rivedervi presto... vi prometto un grandissimo show, e sono certo che vi divertirete quanto ci divertiamo noi sul palco!

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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