Gruppo metalcore (questa nuova corrente che spero si esaurisca in fretta e che, fortunatamente, sembra già scemare...) più che nella media questo dei
Many Things Untold, formato da cinque ragazzini britannici imberbi, col viso pulitino, le felpine col cappuccio, manco un pelo di barba, capelli lisci con la frangetta sulla fronte in pieno emo-style, scarpette da ginnastica basse e pollici nelle tasche dei jeans stretti ed attillati: praticamente dei
Tokio Hotel del "metal", e le virgolette sono d'obbligo perchè, sound a parte, di attitudine e caratteristiche metal qua dentro non ce n'è traccia.
A prescindere da queste deprecabili caratteristiche, capisco bene i tizi della
Rising Records che cercano di sfruttare il filone il più possibile prima che questo si esaurisca e la mossa di mettere sotto contratto i Many Things Untold in quest'ottica non si rivela affatto sbagliata, dato che questi ragazzini sanno suonare decentemente, compongono dei pezzi semplicissimi ma in ogni caso orecchiabili e di facile presa, basati sull'ovvia alternanza di strofe martellanti in growl e chorus bambineschi fatti di voci bianche: in sostanza, sappiamo tutti che alla fin fine il metalcore è diventato (o è sempre stato?) questo.
E "questo" i Many Things Untold lo sanno fare: inoltre la produzione è ottima (ma ottima davvero...ma che budget hanno avuto???), il packaging perfetto, il booklet degno di una major. O la Rising ha un sacco di soldi, o puntano sul "botto" di questi ragazzini oppure i genitori dei Many Things Untold hanno un sacco di soldi da regalare ai loro figlioli.
Se volete regalarglieli anche voi, potete far vostro questo "
Atlantic", un perfetto ed ottimamente realizzato concentrato di metalcore, ovvero la plastica fatta musica.
Ma perlomeno nel loro caso fatta bene.
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