Trap Them! Solo il monicker incute un certo timore... Chi già conosce questi quattro depravati di Seattle sa che il materiale in esame è piuttosto pericoloso. Per gli ignari che si avvicinano incautamente a questo dischetto cito le influenze del gruppo così come si leggono sul loro Space:
“Entombed, Tragedy, Dismember, Black Flag, Nasum, Swans, Disfear, Terrorizer, Comecon”. Roba pesa quindi: crustcore, sferragliate grind, voce urlata, feedback e ritmiche groovy si distribuiscono agilmente all'interno di questo disco. Dieci brani per un totale di venticinque minuti...e il decimo ne dura più di sette. L'inizio è affidato a
“Fucking Viva”: lenta, ossessiva, dominata dai feedback della chitarra dell'ex December Wolves
Brian Izzi e dalle urla dell'agghiacciante
Ryan McKenney. Dopo meno di due minuti il tutto risolve su
“Targets”, brano sparatissimo, dove groove di basso (a cura dell'ottimo
Steve Lacour) e ritmiche impazzite crust/grind alternate a parti meno veloci la fanno da padrone. E via così: nei primi due brani sono già racchiusi i principali ingredienti di questo disco, che potrà fare la gioia dei maniaci
depravati amanti di tali sonorità (l'album sta raccogliendo ottimi riscontri un po' dappertutto) e, come sempre in questi casi, non lascerà vie di scampo a tutti gli altri. Dischi così o si amano senza riserve o si rifiutano in blocco. Io, personalmente, mi sento di sottolineare l'ottima prova del gruppo, veramente devastante, soprattutto nelle parti veloci. Tuttavia, se non si è degli adepti del
chaos sonoro, si rischia di accusare il colpo e
per fortuna in questo caso interviene la ridotta durata dei brani. Un piccolo appunto si potrebbe farlo proprio a proposito del minutaggio del disco: nove brani in meno di diciotto minuti! Perfetta scuola Hardcore! Il decimo brano,
“Mission Convincers”, occupa da solo quasi un terzo dell'opera, con i suoi sette minuti e rotti (ed è anche quello che, personalmente, mi convince meno)... ecco, forse qualche brano in più per arrivare almeno a superare la mezz'ora potevano inserirlo.
Nota di merito anche riguardo all'artwork del disco: ermetico, inquietante, oscuro, iconoclasta...suona proprio come lo si può vedere.
Insomma: un disco estremo per un pubblico che mangia musica estrema tutti i giorni. Tutti quelli che cercano ancora qualcosa di simile ad una melodia o ad un'armonia si tengano pure alla larga da questi quattro ceffi.
Corrosivo.
Ok, adesso vado a prendere un Moment...
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