I
Phenium vanno ad accrescere la già ricca scena capitolina con il loro demo di esordio, omonimo. Il genere proposto dai nostri è una sorta di metal sporcato dal thrash, dalle sonorità decisamente moderne. Niente cavalcate tupa-tupa e riff a motosega, quindi, quanto, piuttosto, brani ricchi di groove e di ritornelli melodici, per lo più assestati sui mid tempo. Per essere un esordio il livello è già più che accettabile, anche se per ovvi motivi non ci sono brani che fanno gridare al miracolo. Ciò nonostante il demo scorre via senza particolari intoppi e dimostra comunque che il quintetto ha le carte in regola per poter cercare di proporre qualcosa di più incisivo con il prossimo lavoro. Pur non avendo ancora maturato un proprio stile ben definito, i Phenium riescono in ogni caso a non risultare derivativi, riuscendo a mescolare bene le carte in tavola, lasciando trasparire, come è ovvio che sia, le proprie influenze, che vanno dai Metallica ai Pantera al metal più classico dei Judas Priest, ma senza cadere nel plagio o nel riproporre in maniera sterile riff già sentiti mille volte. Altro piccolo pregio del demo è quello di contenere brani snelli, mai inutilmente lunghi, in modo da tenere sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore. Qualcosa in più, invece, si sarebbe potuto fare in fase di registrazione, in quanto il suono appare un po’ troppo ovattato e confuso, soprattutto per quanto riguarda le chitarre, oltre al fatto che ogni brano suona diverso dall’altro, come se si fosse fatto un collage di varie sedute di registrazione, e questa è una cosa quanto meno anomala. I brani migliori presenti in questo esordio sono senza dubbio la granitica opener “Still life” e “Till the end”, più moderna ma anche più ricca di arrangiamenti e di idee. Tirando le somme direi che per essere un esordio “Phenium” non è male. Certo è che se i nostri riescono a personalizzare un po’ più il proprio stile con il prossimo cd, c’è solo da guadagnarci. Gli ultimi consigli che mi sento di dare, in conclusione, sono di curare meglio il sound e, magari, di incattivirlo un po’, spingendo più sul lato thrash. Per ora va bene così, ma con il prossimo demo è doveroso osare di più…
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