Parallel or 90 Degrees - A Can of Worms - The best of Po90

Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2009
Durata:158 min.
Etichetta:Prog Records

Tracklist

  1. A MAN OF THIN AIR
  2. THE SINGLE
  3. UNBRANDED
  4. MODERN
  5. THE MEDIA PIRATES
  6. PROMISES OF LIFE
  7. BLUES FOR LEAR
  8. SPACE JUNK
  9. PETROLEUM ADDICTS
  10. AFTERLIFECYCLE
  11. EMBALMED IN ACID
  12. FOUR EGOS ONE WAR
  13. FADGE PT. 1
  14. A KICK IN THE TEETH
  15. UNFORGIVING SKIES

Line up

  • Andy Tillison: vocals, keyboards
  • Sam Baine: keyboards
  • Ken Senior: bass
  • Alex King: drums
  • Dan Watts: guitar

Voto medio utenti

La Prog Rock Records ci dà l'opportunità di (ri)scoprire una di quelle bands talmente di nicchia, da divenire oggetto di un vero e proprio culto da parte dei suoi non moltissimi fans. Trattasi degli americani Parallel or 90 Degrees, nome curioso di una prog rock band dalla storia decennale, che, per un verso o per l'altro, non ha mai superato lo scoglio della notorietà, rimanendo a navigare in un mare sautro di bands dal nome più blasonato ma, spesso, dalle qualità non altrettanto raffinate.

Il prodotto in nostro possesso, in parole povere, pur essendo un greatest hits può tranquillamente essere considerato una summa di quanto i Po90° hanno realizzato nel corso della loro carriera. E ci troviamo decisamente di fronte a composizioni lunghe, molto articolate, che richiedono assolutamente ascolti ripetuti ed approfonditi, per poter essere fruite come meritano. L'inserimento di tre brani inediti, più una nuova versione di "Blues for Lear" con Roine Stolt (Flower Kings) alla voce e alla chitarra, rende inoltre l'acquisto più succoso anche per chi conoscesse già la band.

Brani evocativi, in cui l'apporto tastieristico si dimostra centrale, vista anche la doppia performance del singer Andi Tillison e del "titolato" keyboardist Sam Baine, che poi tra l'altro sono i fondatori di questo progetto.

Avrei da consigliarvi di fare vostro questo doppio cd che, in effetti, contiene due ore e mezza di ottima musica; le coordinate stilistiche sono poi difficili da definire, avendo la band una personalità molto ben definita, ma navigando tranquillamente nel prog rock più raffinato ed elaborato. Qui l'acceleratore non viene mai spinto più di tanto, e si preferiscono piuttosto le soluzioni in grado di garantire un sostanzioso apporto all'atmosfera generale del pezzo, più che alla potenza.

Una nota a margine, dui cui a volte l'ascoltatore sembra dimenticarsi troppo spesso, la meritano i testi, che sono davvero interessanti e poeticamente ispirati.

Insomma, se vi piacciono i Flower Kings, gli Asia, Neal Morse e tutto quello che c'è sopra, sotto ed intorno, l'acquisto di questo "A Can of Worms" è caldamente consigliato. La produzione è più che buona, la musica è tanta e suonata egregiamente, la classe è cristallina, e si sente. La notizia dell'ultim'ora è che, grazie al successo di codesto doppio album, la band ha deciso di riformarsi, per continuare un discorso interrotto già da un pò. Buon per noi, e per chi ama il progressive rock ben suonato, ben composto, ben articolato.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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