I Perversity arrivano dall'est europa (precisamente dalla Slovacchia) e suonano death metal. Le analogie con i polacchi Vader non si fermano qui, perchè anche la musica è debitrice nei confronti di questi ultimi. Come avrete già capito, insomma, "In The Garment Of Lust" è uno di quei lavori canonici che non aggiungono nulla a quanto è già stato detto in passato... tuttavia questo non è necessariamente un difetto se la qualità della musica è tale da compensare la mancanza di originalità e innovazione. In questo caso si può dire che il risultato è più o meno riuscito: le canzoni si fanno ascoltare abbastanza piacevolmente, la tecnica singola e d'insieme dei cinque componenti è onesta e la feroce brutalità della musica mi ha in qualche punto convinto a non bocciare questo lavoro. Si tratta pur sempre di un album death metal, quindi a comandare troviamo le solite chitarre basse e aggressive, i veloci blast-beat di batteria e anche qualche rallentamento al limite del doom. Mi è piaciuto molto il suono secco del rullante, e in più di un punto mi è sembrato che i riff di chitarra della band si facessero più leggeri appunto per lasciare spazio e predominanza alla batteria. Dal punto di vista della varietà non siamo proprio a livelli storici, visto che le canzoni si assomigliano più o meno tutte e sarebbero potute anche rimanere attaccate, tanto poco ci si accorge degli stacchi tra una e l'altra! Un piccolo tentativo di renderle più dinamiche è rappresentato dall'inserimento di qualche synth in chiusura di un paio di pezzi, ma è troppo poco per definirlo un carattere distintivo della band. "In The Garment Of Lust" è un album da sottofondo, uno di quelli che ascoltate volentieri quando fate i compiti o mentre guidate... ma non è detto che dopo un migliaio di ascolti non arriviate a considerarlo un ottimo album. Purtroppo le prime impressioni sono queste, di un album che a stento ha raggiunto l'agognata sufficienza.
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