Il Re dello Shock Rock dell'ultimo decennio è tornato con un platter sopra le righe, qualitativamente eccellente, a dir poco profondo ed espressivo, ricco di spunti e di intimismo, accattivante e poliedrico come da tempo non si ascoltava: per chi scrive, 'The Golden Age Of Grotesque' supera di gran lunga i precedenti due album di casa Manson, raggiungendo (ed a tratti superando) il grandissimo e ultra blasonato 'Antichrist Superstar'. Addentrandosi più in profondità in questa ultima fatica, il buon Brian Warner stupisce per la freschezza del songwriting, molto diretto ma non smaccatamente scontato, lasciando molto più spazio all'elettronica che in passato, arrivando a copulare con atmosfere molto cupe e scariche di pura energia electro-glitterata, quasi a voler riassumere in un unico platter le precedenti visioni musicali. Dopo un breve intro, subito arriva il nuovo inno di ‘This Is The New Shit’, song che si sviluppa su una strofa elettronica tutto groove (molto vicina al Pop/D&B da chart americana) prima di sfociare in un chorus molto fisico, tutto muscoli e urla. ‘Mobscene’ segue semplice e diretta in pieno Electro Glam Style (classica track in stile MM, ma con l’aggiunta di un inquietante ed agghiacciante ritornello cantato da un coro di innocenti(?) bimbe), mentre ‘Doll-Dagga Buzz-Buzz Ziggety-Zag’ (fondamentalmente una fun song) esplora lidi più Rock’N Roll (ad un passo dallo Swing!); ‘Use Your Fist And Not Your Mouth’, song politically (un)corret, riporta l’atmosfera su partiture più filtrate, decadenti ed industriali (molto accentuato il classico mood sullo stampo White/Rob Zombie), mentre la titletrack ‘The Golden Age Of Grotesque’ ci mostra un Manson criptico ed ossessivo, teatrale e fangoso come poche volte lo è stato in passato…una canzone cantilena, profondamente decadente,plumbea ed, appunto, grottesca…come dire, un maligno carillon usurato dal tempo. ‘(F)Aint’ ricalca il classico MM trademark e la seguente ‘Ka-Boom Ka-Boom’ fa tremare le casse dello stereo per la cattiveria calibrata su un mid tempo lugubre, pericolosamente feroce e malsano. Fantastica è ‘Slutgarden’ ove il Nostro rispolvera come non mai le proprie radici Wave ’80…una song velatamente Goth, ove il refrain grintoso apre su una struttura molto chiusa e minimale; altro capolavoro è ‘Spades’, ove sono le sonorità dilatate ed oscure a farla da padrone ed ove la melodrammaticità ed il pathos della bellissima strofa vengono sostituite dalla trascinante melodia del ritornello (volutamente sbiadito, strozzato ed avvolgente): una song fantastica, umida, inquietante…in poche parole un must assoluto! ‘Para-Noir’ stupisce per la sua subdola melodia post noisy e per il chorus cadenzato (quasi marziale) che sfocia poi in un finale di sperimentazione rumoristica fatta di note dissonanti e feedback di chitarra, mentre ‘The Bright Young Things’ è un’altra song in puro classic MM style, molto groovie e molto filtrata, dal ritornello molto catchy. ‘Better OF Two Evils’, canzone molto lavorata e ritmata, esplora sonorità di derivazione Drum & Bass/Soft Jungle, contrapponendosi alle conclusive ‘Vodevil’ e ‘Obsequy (The Death Of Art)’ che riprendono il discorso di pura cattiveria fisica ed irriverente (la prima) e di inquietudine soffusa, di decadenza e di marciume (la seconda). Marilyn Manson è dunque ancora in fase di evoluzione, di deciso cambiamento album dopo album, non lasciando mai la vetta: il buon Brian Warner è ancora la Rock Star numero uno per eccellenza e questo ‘The Golden Age Of Grotesque’ lo dimostra in pieno. Volenti o nolenti. Un album dal grandissimo spessore, sicuramente fra le top release dell’anno!
Ps. Per chi optasse per la soluzione digipack, posso dirvi che, oltre al platter in questione (in cui è inclusa anche la bonus track della cover dei Soft Cell ‘Tainted Love’ – che oramai tutti conoscete), vi è anche un secondo dischetto, contenete, in formato DVD, un cortometraggio di circa mezzora ideato e girato dallo stesso Manson, ove visioni acide ed incubi sfuocati si impadroniranno di voi!
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