Copertina 8

Info

Anno di uscita:2009
Durata:55 min.
Etichetta:My Kingdom Music
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. TEMPLE OF GUILT
  2. UNEXPECTED
  3. SWALLOW: PRIDE
  4. FAILURE
  5. BLEEDING SUN

Line up

  • Jacobo Cordova: vocals, guitars & bass
  • Pastas: keyboards
  • Porncho: drums

Voto medio utenti

Majestic Downfall è il progetto solista di Jacobo Cordova, musicista messicano già all’opera con gli, a me sconosciuti, Antiqua, Firestart e Ticket To Hell.
In questo caso Jacobo si dedica al Doom Metal, debitore della scena inglese degli anni ’90, tra My Dying Bride e Katatonia, mettendoci di suo una vena compositiva ispirata, che mitiga il senso di deja-vù tele canzoni.
Il disco si compone di 5 canzoni, tutte molte lunghe, per un totale di 55 minuti, durante i quali le caratteristiche principali sciorinate dal nostro sono una certa vena progressiva delle composizioni, che donano un mood in continua metamorfosi alle canzoni, una vena melodica molto presente e perfettamente integrata con il cupo growling di Jacobo, il tutto sempre pervaso da un senso di melanconia incipiente, a volte schiacciante, come una cappa opprimente sulle canzoni, e, dulcis in fundo, atmosfere davvero desolanti, tristi, frutto di tastiere decisamente adatte allo scopo, le quali, pur tuttavia, non prendono mai il sopravvento sugli altri strumenti.
Jacobo, dicevamo, dal punto di vista compositivo è stato capace di creare composizioni che siano in grado di cambiare umore in corso di svolgimento, alternando parti più lente e melodiche ad improvvise aperture, nelle quali la musica accelera, la sua voce si fa più aggressiva e, soprattutto, il sound diviene maestoso, offrendo squarci mozzafiato, di rara bellezza, su paesaggi desolati. È il caso, ad esempio, di “Unexpected” o “Bleeding Sun”. In “Failure”, invece, le aperture di cui sopra ricordano molto influenze melodic death alla In Flames.
Al di là delle critiche che potrebbero essere mosse a Majestic Downfall per le influenze evidenti, non si può non sottolineare che quello che c’è in questo “Temple Of Guilt” è musica di qualità, ricca di pathos ed emozioni, ispirata, ben suonata e ben prodotta.
Secondo la mia modesta opinione questo è un signor disco, che gli amanti del doom non dovrebbero farsi assolutamente scappare.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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