Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:37 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MAGNETIC FIELDS
  2. CODE
  3. SON OF A SHOTGUN
  4. BORED
  5. QUANTUM
  6. IN UTERUS REBIRTH
  7. REINCARNATION
  8. LAST OF THE ANCIENTS
  9. NIPPLE TORTURE
  10. ONE HATE

Line up

  • Makis Kanakaris: vocals
  • John Boulamakis: guitars
  • George Katsaitis: bass
  • Tomek Solomonodis: drums

Voto medio utenti

Interessante realtà proveniente dalla Grecia quella rappresentata dai Negative Creeps, thrash/metalcore band giunta alla terza realizzazione per l'attivissima Black Lotus Records. Il quartetto in questione propone una miscela esplosiva di thrash, death e black metal il tutto condito con palesi riferimenti alla scena hardcore, in particolare nel cantato e nelle ritmiche più accentuate e cadenzate. Va subito detto che In Uterus Rebirth è un lavoro molto singolare e caratterizzato in primo luogo da una, ahimè, terribile produzione, nella quale la batteria risulta appena percepibile schiacciata dalle chitarre dal suono terribilmente ovattato e compresso. Aspetto questo per niente trascurabile che inficia il potenziale risultato di un disco che si presenta comunque valido e interessante. Nell'insieme emergono i principali riferimenti della band, citati nella biografia come Motorhead, Venom e Impaled Nazarene, anche se, come al solito, poco o niente questi nomi c'entrano col sound dei Negative Creeps. Se proprio bisogna fare dei nomi, mi sentirei di tirare in ballo più gli ultimi Pantera: una volta abituato l'orecchio all'infelice sound generale, brani quali "Bored" o la title track richiamano in modo particolare la band di Phil Anselmo, mentre dalla traccia 7 in avanti avviene una svolta improvvisa nel sound dei Negative Creeps.
Infatti a partire dalla strumentale "Reincarnation" vi è un sostanziale cambiamento (non a livello di qualità audio purtroppo) che porta la band a sfornare un'ultima parte di disco completamente diversa da quanto sentito fino a quel punto e che sconfina nel black metal di una "Last of The Ancient" seguita dalla atipica "Nipple Torture". Voce scream, batteria a mille ed atmosfere oscure caratterizzano ora il sound dei Negative Creeps, lontano anni luce dal metal core caratterizzante la prima metà dell'album. Scelta difficilmente giudicabile quella di cimentarsi con due generi così diversi nello stesso lavoro, anche perché in entrambi i casi la band riesce a destare interesse ed attenzione, senza scadere nella banalità e nei rischi che una scelta del genere può comportare. Chiude "One Hate" a riportare sui lidi forse più consoni alla band, la quale lascia comunque una buona impressione di sé e del proprio lavoro.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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